L’Ucraina e noi 

L’Italia è uno Stato unitario ed indipendente solo dal 1861, il 17 Marzo prossimo festeggeremo questo fatto.

Prima l’Italia era solo un’espressione geografica, come la definì il principe Metternich, primo ministro dell’Impero Austro-Ungarico, perché anche l’Ungheria non era indipendente e numerose rivolte ungheresi venivano soffocate nel sangue dalle truppe di Vienna. 

Era Austria Milano come Venezia, Trento, Trieste e Bolzano, protettorati austriaci erano Modena, Parma, Reggio Emilia, la Toscana.

Era Austria anche Leopoli in Ucraina, cosi la Croazia e la Slovenia, la Serbia e la Bosnia. 

Per rendersi indipendenti dall’ Austria il popolo italiano ha partecipato a ben tre guerre di indipendenza, una persa qui a Novara, una vinta a Magenta con l’aiuto determinante della Francia e un’altra, se si può dire, pareggiata.

Non fu un processo semplice, indolore, fu sanguinoso e tortuoso, il Piemonte per farsi aiutare inviò  perfino i Bersaglieri in Crimea. 

Non fu semplice e indolore nemmeno per la Polonia, affrancarsi da Russia e Austria, nemmeno per l’Irlanda, parte integrante del Regno Unito fino al primo decennio del Novecento, fu facile e pacifico diventare una nazione indipendente e neutrale.

Non lo fu nemmeno per l’Algeria , che era non una colonia ma terra di Francia da più di un secolo, diventare indipendente solo negli anni ‘60.

Oggi l’Algeria è riconoscente all’ Italia e all’Eni di Mattei perché aiutò anche finanziariamente la lotta armata per l’indipendenza ed è per questo ha aumentato molto le sue forniture di gas per sostituire quello russo.

Il processo di disgregazione degli Imperi coloniali di ieri e di oggi interessa e coinvolge da sempre l’Italia per ragioni storiche, politiche e strategiche, culturali ed economiche.

Certo anche ieri si moriva troppo e la stessa popolazione civile pagava un prezzo altissimo.

La guerra è sempre un blocco ed un arresto ed un arretramento del progresso civile.

A questo si aggiunge il rischio dell’uso delle armi atomiche, che andrebbero invece drasticamente ridotte e messe al bando.

Per questo si dovrebbero moltiplicare gli sforzi diplomatici per mettere fine al conflitto russo-ucraino ma la solidarietà verso le ragioni della causa dell’ indipendenza dell’Ucraina e della sicurezza della Europa dell’Est dell’ Italia non potrà mai essere messa in discussione.

La decisione del Parlamento italiano di un larghissimo schieramento di forze di governo e di opposizione di dare una copertura difensiva antimissile alle città ucraine va proprio in questo senso di doverosa solidarietà.

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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Prima l’Italia era solo un’espressione geografica, come la definì il principe Metternich, primo ministro dell’Impero Austro-Ungarico, perché anche l’Ungheria non era indipendente e numerose rivolte ungheresi venivano soffocate nel sangue dalle truppe di Vienna. 

Era Austria Milano come Venezia, Trento, Trieste e Bolzano, protettorati austriaci erano Modena, Parma, Reggio Emilia, la Toscana.

Era Austria anche Leopoli in Ucraina, cosi la Croazia e la Slovenia, la Serbia e la Bosnia. 

Per rendersi indipendenti dall’ Austria il popolo italiano ha partecipato a ben tre guerre di indipendenza, una persa qui a Novara, una vinta a Magenta con l’aiuto determinante della Francia e un’altra, se si può dire, pareggiata.

Non fu un processo semplice, indolore, fu sanguinoso e tortuoso, il Piemonte per farsi aiutare inviò  perfino i Bersaglieri in Crimea. 

Non fu semplice e indolore nemmeno per la Polonia, affrancarsi da Russia e Austria, nemmeno per l’Irlanda, parte integrante del Regno Unito fino al primo decennio del Novecento, fu facile e pacifico diventare una nazione indipendente e neutrale.

Non lo fu nemmeno per l’Algeria , che era non una colonia ma terra di Francia da più di un secolo, diventare indipendente solo negli anni ‘60.

Oggi l’Algeria è riconoscente all’ Italia e all’Eni di Mattei perché aiutò anche finanziariamente la lotta armata per l’indipendenza ed è per questo ha aumentato molto le sue forniture di gas per sostituire quello russo.

Il processo di disgregazione degli Imperi coloniali di ieri e di oggi interessa e coinvolge da sempre l’Italia per ragioni storiche, politiche e strategiche, culturali ed economiche.

Certo anche ieri si moriva troppo e la stessa popolazione civile pagava un prezzo altissimo.

La guerra è sempre un blocco ed un arresto ed un arretramento del progresso civile.

A questo si aggiunge il rischio dell’uso delle armi atomiche, che andrebbero invece drasticamente ridotte e messe al bando.

Per questo si dovrebbero moltiplicare gli sforzi diplomatici per mettere fine al conflitto russo-ucraino ma la solidarietà verso le ragioni della causa dell’ indipendenza dell’Ucraina e della sicurezza della Europa dell’Est dell’ Italia non potrà mai essere messa in discussione.

La decisione del Parlamento italiano di un larghissimo schieramento di forze di governo e di opposizione di dare una copertura difensiva antimissile alle città ucraine va proprio in questo senso di doverosa solidarietà.

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Pier Luigi Tolardo

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