C’è un manifesto del rifiuto della guerra dei nostri giorni in cui la guerra dilaga nelle cronache, nelle parole, nei pensieri , nelle paure di tutti, questo è l’ultimo libro autobiografico “ Una persona alla volta”, edito da Feltrinelli,uscito postumo, di Gino Strada, chirurgo e fondatore di Emergency.
Il libro, i cui diritti sostengono Emergency, l’organizzazione che cura le vittime di ogni guerra ma non solo in tutto il mondo, sintetizza in modo semplice, avvincente e affascinante la sua vita.
Nato a Sesto S. Giovanni, in una famiglia operaia, un passato politico da sessantottino a Milano, Gino Strada, ateo e di sinistra, ha fondato un’organizzazione che ha curato gente di ogni razza S religione, sotto regimi di ogni colore politico, solo perché malata e bisognosa di cure, dal Sudan dove ha costruito il più grande centro cardiochirurgico gratuito dell’Africa, alla Sierra Leone dove si è misurata sul campo con la terribile pandemia di Ebola, a Milano nel bel mezzo della pandemia di Covid in cui Emergency ha portato a casa medicine e viveri alle famiglie più povere isolate durante il lockdown.
Strada dice di essere diventato radicalmente contro la guerra sotto le bombe a Kabul, dopo decine di ore consecutive trascorse a ricucire bambini e ragazzi con le mani e le gambe maciullate dalle mine antiuomo .
La guerra che ha divorato solo per l’Italia ben 8,7 miliardi di euro, qualche centinaio per gli USA, che avrebbero potuto trasformare l’Aghanistan in una Svizzera ma invece hanno arricchito i mercanti di armi.
La pace e un servizio sanitario pubblico universale invece che regionalizzato e soprattutto privatizzato facendo diventare un business la cura delle persone sono state insieme alla chirurgia di emergenza praticata per tutta la vita ad altissimo livello in situazioni limite sono state le sue passioni morali, politiche , esistenziali che hanno riempito la sua vita, la vita di Gino Strada, chirurgo contro la guerra.