Mariella Enoc e gesuita novarese a confronto

Esce in questi giorni per i tipi della Rizzoli il libro intervista di Padre Francesco Occhetta, romentinese di  nascita e sacerdote gesuita, già redattore di Civiltà Cattolica e oggi docente alla Gregoriana, con Mariella Enoc, nostra illustre concittadina, manager della sanità , per scelta di Papa Francesco Presidente dell’Ospedale del Bambino Gesù, l’Ospedale pediatrico del Papà, prima Presidente di Confindustria Piemonte e dell’Ain, prima ancora Presidente dell’Azione Cattolica di Novara e responsabile dell’Ufficio del Laicato della Diocesi di Novara, consigliere comunale e provinciale di Novara, e poi Novarese dell’Anno, per più di un decennio Vicepresidente della Fondazione Cariplo.

Mariella Enoc non ha voluto una biografia più o meno autorizzata, nemmeno un autobiografia ma un dialogo intenso e quasi intimo con un suo concittadino , che ha conosciuto negli anni della comune militanza politica nella Dc quando Padre Francesco era solo un giovane studioso appassionato di politica e la Enoc una delle collaboratrici più strette del Vescovo Mons. Aldo Del Monte che poi avrebbe vissuto molti anni nella famiglia di Mariella, dopo il suo ritiro dall’Episcopato attivo, nella casa di Massino Visconti, e del suo Vicario Generale Don Germano Zaccheo diventato poi Vescovo di Casale Monferrato.

Il libro infatti ha un titolo tutto ecclesiastico “ Il dono e il discernimento “, termine discernimento molto cattolico e diventato più popolare grazie a Papa Francesco ma poco laico perché oggi nessuno vorrebbe molto discernere sapendo già tutto in partenza.

È una ricerca quella di Mariella del discernimento piena di dubbi, di incertezza e di incertezze, fatta non nella cella di un convento ma nel frastuono e nei pericoli e nei tempi dell’attività manageriale ad alti livelli, iniziata da ragazzina nell’oratorio di S.Martino, mai terminata, mai conclusa.

È un libro pieno di vita, la sua ma anche la nostra che con i temi della malattia , della sanità , che è fatta di conti da tenere in ordine onestamente ma non solo di conti ma di tutta la realtà umana ci incozziamo ogni giorno soprattutto di questi tempi.

“ C’è come un fuoco ardente chiuso nelle mie ossa, mi sforzo di contenerlo ma non posso “, lo dice il Salmo ma è la cifra della vita intensa di Mariella Enoc, chi ha avuto modo di conoscerla da vicino, in anni lontani, dopo la prima impressione di una donna distaccata perfino algida, borghese e severa, ha avuto la consapevolezza di una grande passione, di un grande combattimento interiore, perché  non è facile raggiungere certi livelli mantenendosi la ragazza di S. Martino che voleva cambiare il mondo e la Chiesa perché questa lei è sostanzialmente rimasta.

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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Esce in questi giorni per i tipi della Rizzoli il libro intervista di Padre Francesco Occhetta, romentinese di  nascita e sacerdote gesuita, già redattore di Civiltà Cattolica e oggi docente alla Gregoriana, con Mariella Enoc, nostra illustre concittadina, manager della sanità , per scelta di Papa Francesco Presidente dell’Ospedale del Bambino Gesù, l’Ospedale pediatrico del Papà, prima Presidente di Confindustria Piemonte e dell’Ain, prima ancora Presidente dell’Azione Cattolica di Novara e responsabile dell’Ufficio del Laicato della Diocesi di Novara, consigliere comunale e provinciale di Novara, e poi Novarese dell’Anno, per più di un decennio Vicepresidente della Fondazione Cariplo.

Mariella Enoc non ha voluto una biografia più o meno autorizzata, nemmeno un autobiografia ma un dialogo intenso e quasi intimo con un suo concittadino , che ha conosciuto negli anni della comune militanza politica nella Dc quando Padre Francesco era solo un giovane studioso appassionato di politica e la Enoc una delle collaboratrici più strette del Vescovo Mons. Aldo Del Monte che poi avrebbe vissuto molti anni nella famiglia di Mariella, dopo il suo ritiro dall’Episcopato attivo, nella casa di Massino Visconti, e del suo Vicario Generale Don Germano Zaccheo diventato poi Vescovo di Casale Monferrato.

Il libro infatti ha un titolo tutto ecclesiastico “ Il dono e il discernimento “, termine discernimento molto cattolico e diventato più popolare grazie a Papa Francesco ma poco laico perché oggi nessuno vorrebbe molto discernere sapendo già tutto in partenza.

È una ricerca quella di Mariella del discernimento piena di dubbi, di incertezza e di incertezze, fatta non nella cella di un convento ma nel frastuono e nei pericoli e nei tempi dell’attività manageriale ad alti livelli, iniziata da ragazzina nell’oratorio di S.Martino, mai terminata, mai conclusa.

È un libro pieno di vita, la sua ma anche la nostra che con i temi della malattia , della sanità , che è fatta di conti da tenere in ordine onestamente ma non solo di conti ma di tutta la realtà umana ci incozziamo ogni giorno soprattutto di questi tempi.

“ C’è come un fuoco ardente chiuso nelle mie ossa, mi sforzo di contenerlo ma non posso “, lo dice il Salmo ma è la cifra della vita intensa di Mariella Enoc, chi ha avuto modo di conoscerla da vicino, in anni lontani, dopo la prima impressione di una donna distaccata perfino algida, borghese e severa, ha avuto la consapevolezza di una grande passione, di un grande combattimento interiore, perché  non è facile raggiungere certi livelli mantenendosi la ragazza di S. Martino che voleva cambiare il mondo e la Chiesa perché questa lei è sostanzialmente rimasta.

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