Michele Serra il Democristiano

Michele Serra è da sempre una delle firme più prestigiose di Repubblica, è un vero intellettuale di sinistra.

Scrittore brillante e gradevole, Repubblica gli ha affidato per il trentesimo anniversario dello scioglimento della Dc, che ricorre in questi giorni, un coccodrillo della Dc, in cui alla fine conclude che sia stato un bene che la Dc, partito-Stato, partito -Nazione, partito-Mamma sia finita, un inevitabile fase di emancipazione degli italiani che oggi sono più adulti, più liberi, più laici.

Certamente non siamo mai stati così con meno messe e meno preti e anche così vecchi da quando non esiste più la Dc.

Che poi la Dc, da quando il caro buon Martinazzoli la sciolse, ha goduto di un sacco di tentativi di imitazione , perfino più della Settimana Enigmistica.

Ci hanno provato in tanti a rifare la Dc, i suoi voti, i suoi successi, la sua centralità : da Forza Italia alla Lega e oggi la Meloni ma anche Renzi, prima Rutelli e poi tutte le piccole Dc formato bonsai di Casini, Buttiglione, Lupi, Piazza, Mastella, e oggi Fioroni. 

Tanti tentativi di rifare la Dc eppure la Dc rimane inimitabile, irripetibile , unica. 

Sono cambiate troppe, tante cose.

Anche Serra per una buona parte della sua vita è stato un irriducibile avversario della Dc.

Oggi se si leggono i corsivi di Serra lo scopri ogni giorno nostalgico di politici colti o comunque che non cerchino di parlare sempre e per forza come al bar, che vestano in modo formale e non come in spiaggia, che usino toni moderati , che evitino promesse iperboliche , che non siano cattivisti e perfino cattivi, che siano educati e gentili anche a costo di apparire ipocriti.

È pieno di nostalgia per un’Italia più frugale, che non cerchi sempre lo scontro, che trovino mediazioni e perfino compromessi anche con gli avversari . 

Che siano al limite pure cattolici ma senza eccessi di esibizionismo e di integralismo .

Alla fine Serra rimpiange l’Italia della Dc, contraddicendosi con la soddisfazione per la sua fine, forse rimpiange che era giovane, forse rimpiange avversari migliori di quelli che gli sono toccati dopo, anche in questa contraddizione è diventato un po’ Forlaniano pure lui, chi lo avrebbe detto. 

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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Michele Serra il Democristiano

Michele Serra è da sempre una delle firme più prestigiose di Repubblica, è un vero intellettuale di sinistra.

Scrittore brillante e gradevole, Repubblica gli ha affidato per il trentesimo anniversario dello scioglimento della Dc, che ricorre in questi giorni, un coccodrillo della Dc, in cui alla fine conclude che sia stato un bene che la Dc, partito-Stato, partito -Nazione, partito-Mamma sia finita, un inevitabile fase di emancipazione degli italiani che oggi sono più adulti, più liberi, più laici.

Certamente non siamo mai stati così con meno messe e meno preti e anche così vecchi da quando non esiste più la Dc.

Che poi la Dc, da quando il caro buon Martinazzoli la sciolse, ha goduto di un sacco di tentativi di imitazione , perfino più della Settimana Enigmistica.

Ci hanno provato in tanti a rifare la Dc, i suoi voti, i suoi successi, la sua centralità : da Forza Italia alla Lega e oggi la Meloni ma anche Renzi, prima Rutelli e poi tutte le piccole Dc formato bonsai di Casini, Buttiglione, Lupi, Piazza, Mastella, e oggi Fioroni. 

Tanti tentativi di rifare la Dc eppure la Dc rimane inimitabile, irripetibile , unica. 

Sono cambiate troppe, tante cose.

Anche Serra per una buona parte della sua vita è stato un irriducibile avversario della Dc.

Oggi se si leggono i corsivi di Serra lo scopri ogni giorno nostalgico di politici colti o comunque che non cerchino di parlare sempre e per forza come al bar, che vestano in modo formale e non come in spiaggia, che usino toni moderati , che evitino promesse iperboliche , che non siano cattivisti e perfino cattivi, che siano educati e gentili anche a costo di apparire ipocriti.

È pieno di nostalgia per un’Italia più frugale, che non cerchi sempre lo scontro, che trovino mediazioni e perfino compromessi anche con gli avversari . 

Che siano al limite pure cattolici ma senza eccessi di esibizionismo e di integralismo .

Alla fine Serra rimpiange l’Italia della Dc, contraddicendosi con la soddisfazione per la sua fine, forse rimpiange che era giovane, forse rimpiange avversari migliori di quelli che gli sono toccati dopo, anche in questa contraddizione è diventato un po’ Forlaniano pure lui, chi lo avrebbe detto. 

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