Dieci anni fa le barche ridotte male degli scafisti trasportavano molti immigrati che scappavano in parte  dalla guerra e dalla miseria  alla prima sponda Europea , Italia e Grecia.

Ne morivano moltissimi in mare, chi ce la faceva salvato da pescherecci o navi mercantili e militari di passaggio oppure era più fortunato arrivava in Italia dove un po’ si sarebbe integrato oppure avrebbe proseguito per il Nord Europa, la maggioranza oppure sarebbe rimasto in Italia in condizioni non dissimili da quelle del suo Paese.

Per evitare le frequenti stragi in mare il Governo Letta mise in moto la nostra Marina Militare che, tanto vituperata dai pacifisti, salvo moltissime vite, il tentativo di renderla  una flotta Europea non è mai andato in porto, alla fine queste operazioni molto costose e faticose furono sospese dopo qualche anno. 

Da notare che oggi il Mediterraneo è pieno come non mai di navi russe che non si preoccupano minimamente di portare in salvo nessuno, per la Russia di oggi la vita umana sembra non avere alcun valore. 

Il Governo Gentiloni puntò molto al coinvolgimento della Libia per fermare le partenze finanziando la loro Guardia Costiera, cosa che ha avuto successo salvo il fatto che si sono creati dei campi profughi in cui le condizioni di vita non sono diverse da quelle da cui fuggono e infatti spesso cercano di fuggire e ci riescono lo stesso.

Quando le navi militari hanno sospeso le loro operazioni straordinarie di soccorso sono continuate quelle normali che il Governo Conte/Salvini aveva cercato di bloccare senza successo. 

Allora diverse ONG, cioè organizzazioni di soccorso straniere e internazionali, hanno messo a loro spese in mare delle navi per soccorrere i naufraghi che però venivano sbarcati in Italia e l’attuale Governo Meloni cerca di impedire o rendere difficile la loro opera e questo aumenta il numero dei naufragi con perdite di vite umane.

Per il governo di centrodestra il fatto che sia troppo facile soccorrere le persone in fuga le invoglierebbe a partire , se sapessero che è molto facile morire in mare partirebbero di meno .

È possibile che sia anche così ma quanti immigrati dovremmo essere disposti a vedere morire perché almeno in parte in un secondo tempo, forse, gli imbarchi e quindi gli sbarchi calino? 

Questa è la domanda forse cinica che dovrebbe essere fatta all’opinione pubblica italiana e quindi l’opinione pubblica dovrebbe rispondere. 

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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Migranti e Mare

Dieci anni fa le barche ridotte male degli scafisti trasportavano molti immigrati che scappavano in parte  dalla guerra e dalla miseria  alla prima sponda Europea , Italia e Grecia.

Ne morivano moltissimi in mare, chi ce la faceva salvato da pescherecci o navi mercantili e militari di passaggio oppure era più fortunato arrivava in Italia dove un po’ si sarebbe integrato oppure avrebbe proseguito per il Nord Europa, la maggioranza oppure sarebbe rimasto in Italia in condizioni non dissimili da quelle del suo Paese.

Per evitare le frequenti stragi in mare il Governo Letta mise in moto la nostra Marina Militare che, tanto vituperata dai pacifisti, salvo moltissime vite, il tentativo di renderla  una flotta Europea non è mai andato in porto, alla fine queste operazioni molto costose e faticose furono sospese dopo qualche anno. 

Da notare che oggi il Mediterraneo è pieno come non mai di navi russe che non si preoccupano minimamente di portare in salvo nessuno, per la Russia di oggi la vita umana sembra non avere alcun valore. 

Il Governo Gentiloni puntò molto al coinvolgimento della Libia per fermare le partenze finanziando la loro Guardia Costiera, cosa che ha avuto successo salvo il fatto che si sono creati dei campi profughi in cui le condizioni di vita non sono diverse da quelle da cui fuggono e infatti spesso cercano di fuggire e ci riescono lo stesso.

Quando le navi militari hanno sospeso le loro operazioni straordinarie di soccorso sono continuate quelle normali che il Governo Conte/Salvini aveva cercato di bloccare senza successo. 

Allora diverse ONG, cioè organizzazioni di soccorso straniere e internazionali, hanno messo a loro spese in mare delle navi per soccorrere i naufraghi che però venivano sbarcati in Italia e l’attuale Governo Meloni cerca di impedire o rendere difficile la loro opera e questo aumenta il numero dei naufragi con perdite di vite umane.

Per il governo di centrodestra il fatto che sia troppo facile soccorrere le persone in fuga le invoglierebbe a partire , se sapessero che è molto facile morire in mare partirebbero di meno .

È possibile che sia anche così ma quanti immigrati dovremmo essere disposti a vedere morire perché almeno in parte in un secondo tempo, forse, gli imbarchi e quindi gli sbarchi calino? 

Questa è la domanda forse cinica che dovrebbe essere fatta all’opinione pubblica italiana e quindi l’opinione pubblica dovrebbe rispondere. 

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54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.