Napolitano, Presidente sempre avanti

Giorgio Napolitano è stato il primo Presidente della Repubblica ad essere rieletto per un secondo mandato, che poi non ha portato a termine. È stato anche il primo esponente di primo piano del PCI a diventare prima Ministro degli Interni nel Governo Prodi e poi salire al Colle più alto, alla massima carica dello Stato che per più di cinquant’anni era stata preclusa ai comunisti .

Era un comunista atipico Napolitano, il primo dirigente del PCI ad essere autorizzato a visitare gli USA dallo stesso governo americano. 

Discepolo di Giorgio Amendola era il maggior esponente della corrente riformista, detta anche “migliorista” perché si proponeva semplicemente di voler migliorare il sistema democratico e capitalistico, come volevano fare i laburisti inglesi e i socialdemocratici tedeschi e non  rovesciare il sistema come era negli obbiettivi dell’ideologia comunista .

Per questo avrebbe voluto lo strappo dall’URSS molto prima e molto meglio di come lo fece Berlinguer sentendosi molto più occidentale ed europeista che comunista.

Per molti anni Napolitano è stato quindi in minoranza nel partito comunista che alla fine però ha dovuto dargli ragione, abbracciare le sue posizioni e diventare socialdemocratico.

Anche come Presidente della Repubblica Napolitano non ha avuto subito ragione o per lo meno hanno stentato a riconoscergliela. 

Ha legittimato Berlusconi come legittimo vincitore delle elezioni, suscitando critiche nel centrosinistra, ma ha saputo contenere gli eccessi e gli sbandamenti oltre la Costituzione di Berlusconi e del leghismo, svolgendo la sua parte di garante della Carta.

Durante la crisi finanziaria del 2011, in cui lo Stato italiano ha rischiato seriamente di fallire, ha promosso il governo tecnico di Monti che ha salvato il Paese anche con duri sacrifici ma ha anche portato molti consensi a Lega e contribuito alla nascita e al boom dei 5 Stelle. 

Lega e 5 Stelle che poi dieci anni più tardi hanno però sostenuto il Governo Draghi di unità nazionale per fare fronte all’emergenza Covid e post pandemia. 

In questo caso permettendo a Mattarella di mettere in primo piano le esigenze del Paese hanno dato ragione a Napolitano che avevano duramente contrastato a suo tempo. 

Napolitano come succede spesso agli uomini politici che escono dalla cronaca per entrare nella storia ha avuto visione e coraggio nel vivere il ruolo che la storia stessa gli affidava in quel momento nell’esclusivo interesse del Paese.

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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Napolitano, Presidente sempre avanti

Giorgio Napolitano è stato il primo Presidente della Repubblica ad essere rieletto per un secondo mandato, che poi non ha portato a termine. È stato anche il primo esponente di primo piano del PCI a diventare prima Ministro degli Interni nel Governo Prodi e poi salire al Colle più alto, alla massima carica dello Stato che per più di cinquant’anni era stata preclusa ai comunisti .

Era un comunista atipico Napolitano, il primo dirigente del PCI ad essere autorizzato a visitare gli USA dallo stesso governo americano. 

Discepolo di Giorgio Amendola era il maggior esponente della corrente riformista, detta anche “migliorista” perché si proponeva semplicemente di voler migliorare il sistema democratico e capitalistico, come volevano fare i laburisti inglesi e i socialdemocratici tedeschi e non  rovesciare il sistema come era negli obbiettivi dell’ideologia comunista .

Per questo avrebbe voluto lo strappo dall’URSS molto prima e molto meglio di come lo fece Berlinguer sentendosi molto più occidentale ed europeista che comunista.

Per molti anni Napolitano è stato quindi in minoranza nel partito comunista che alla fine però ha dovuto dargli ragione, abbracciare le sue posizioni e diventare socialdemocratico.

Anche come Presidente della Repubblica Napolitano non ha avuto subito ragione o per lo meno hanno stentato a riconoscergliela. 

Ha legittimato Berlusconi come legittimo vincitore delle elezioni, suscitando critiche nel centrosinistra, ma ha saputo contenere gli eccessi e gli sbandamenti oltre la Costituzione di Berlusconi e del leghismo, svolgendo la sua parte di garante della Carta.

Durante la crisi finanziaria del 2011, in cui lo Stato italiano ha rischiato seriamente di fallire, ha promosso il governo tecnico di Monti che ha salvato il Paese anche con duri sacrifici ma ha anche portato molti consensi a Lega e contribuito alla nascita e al boom dei 5 Stelle. 

Lega e 5 Stelle che poi dieci anni più tardi hanno però sostenuto il Governo Draghi di unità nazionale per fare fronte all’emergenza Covid e post pandemia. 

In questo caso permettendo a Mattarella di mettere in primo piano le esigenze del Paese hanno dato ragione a Napolitano che avevano duramente contrastato a suo tempo. 

Napolitano come succede spesso agli uomini politici che escono dalla cronaca per entrare nella storia ha avuto visione e coraggio nel vivere il ruolo che la storia stessa gli affidava in quel momento nell’esclusivo interesse del Paese.

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