L’Europa non è un soggetto politico, lo sappiamo ed è il suo difetto principale. L’Europa però è un soggetto economico unitario al di la dell’Euro: è ormai un mercato unico delle merci e dei servizi, anche molto del lavoro e dei capitali senza barriere doganali al suo interno.
Chi impone dazi all’Europa li impone automaticamente a tutti i Paesi dell’Unione Europea. Alcuni prodotti sono locali, pensiamo all’alimentare, specifici del nostro Paese ma spesso prodotti in Italia da aziende francesi o olandesi. La maggior parte dei prodotti industriali sono prodotti complessi in cui si assemblano componenti realizzate in diversi Paesi europei per cui l’industria europea è ormai integrata ed interdipendente. La Gran Bretagna è uscita e se ne è pentita e ha avuto danni incalcolabili dalla sua scelta, ma da tempo non era più una potenza industriale come Germania, Italia e Francia ma più una grande piazza finanziaria.
Non si torna più indietro se non ritornando indietro come Pil e come reddito pro capite in tutti i Paesi europei che già oggi producono in un quadro normativo e regolamentare comune.
Chi ipotizza che si possa trattare bilateralmente con Trump sui dazi, una trattativa dura in cui si dovrà anche rispondere con durezza, è magari lo stesso che difende le concessioni balneari di qualche suo amico, ma non è in grado di rappresentare e governare un Paese moderno come l’Italia di oggi.
La Meloni e Tajani sembrano averlo capito, Salvini fa fatica ma lo capirà anche lui, prima o poi. Non ci sono alternative.