Per la sanità non basta la buona volontà 

In questi anni di pandemia e post pandemia ho vissuto, come tutti del resto, una maggiore esperienza personale della sanità pubblica e privata, nelle sue molteplici dimensioni. Ho avuto modo di apprezzare la solerzia, lo spirito di sacrificio, l’impegno del personale ospedaliero, medici, infermieri, oss; la disponibilità e la competenza che viene da tanta esperienza sul campo dei medici di famiglia, la passione e l’impegno degli infermieri dell’assistenza domiciliare. 

Negare che ci sia tanto lavoro, tanta qualità umana e professionale in tantissimi operatori della sanità, insostituibili perfino per chi ha qualche disponibilità economica per l’assistenza sanitaria privata, sarebbe un falso ingeneroso, ingiusto, non realistico. 

Allora dove sono i problemi? Il problema è che la buona volontà non può bastare più, il fattore umano nella cura è insostituibile ma da solo è insufficiente.

La carenza di personale al pronto soccorso e nei reparti, l’inadeguatezza dell’organico per l’assistenza domiciliare infermieristica, i medici di famiglia sempre più oberati da un numero sempre più elevato e ingestibile di mutuati sempre più anziani sta diventando drammatica. 

Non basta essere buoni, si è troppo pochi e ad un certo punto perfino il privato, per chi se lo può permettere, non è in grado di sopperire alle carenze del pubblico. Quindi è un problema vero di risorse economiche insufficienti che rivelano che verso la sanità valgono più criteri di contenimento della spesa se non di abbassamento della spesa in tempi di inflazione e aumento dei prezzi. 

Le elezioni regionali sono alle porte, a giugno 2024 se non addirittura a marzo. È possibile che nei prossimi mesi saremo riempiti di promesse anche mirabolanti se non impossibili in fatto di sanità da parte di tutte le forze politiche che rischiano, a confronto della realtà, di ingenerare più scetticismo e disaffezione dalla politica e dalle istituzioni.

Sarebbe invece apprezzabile molta più concretezza, realismo, modestia: cosa si può fare veramente, con quanti soldi e dove andarli a prendere. 

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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Per la sanità non basta la buona volontà 

In questi anni di pandemia e post pandemia ho vissuto, come tutti del resto, una maggiore esperienza personale della sanità pubblica e privata, nelle sue molteplici dimensioni. Ho avuto modo di apprezzare la solerzia, lo spirito di sacrificio, l’impegno del personale ospedaliero, medici, infermieri, oss; la disponibilità e la competenza che viene da tanta esperienza sul campo dei medici di famiglia, la passione e l’impegno degli infermieri dell’assistenza domiciliare. 

Negare che ci sia tanto lavoro, tanta qualità umana e professionale in tantissimi operatori della sanità, insostituibili perfino per chi ha qualche disponibilità economica per l’assistenza sanitaria privata, sarebbe un falso ingeneroso, ingiusto, non realistico. 

Allora dove sono i problemi? Il problema è che la buona volontà non può bastare più, il fattore umano nella cura è insostituibile ma da solo è insufficiente.

La carenza di personale al pronto soccorso e nei reparti, l’inadeguatezza dell’organico per l’assistenza domiciliare infermieristica, i medici di famiglia sempre più oberati da un numero sempre più elevato e ingestibile di mutuati sempre più anziani sta diventando drammatica. 

Non basta essere buoni, si è troppo pochi e ad un certo punto perfino il privato, per chi se lo può permettere, non è in grado di sopperire alle carenze del pubblico. Quindi è un problema vero di risorse economiche insufficienti che rivelano che verso la sanità valgono più criteri di contenimento della spesa se non di abbassamento della spesa in tempi di inflazione e aumento dei prezzi. 

Le elezioni regionali sono alle porte, a giugno 2024 se non addirittura a marzo. È possibile che nei prossimi mesi saremo riempiti di promesse anche mirabolanti se non impossibili in fatto di sanità da parte di tutte le forze politiche che rischiano, a confronto della realtà, di ingenerare più scetticismo e disaffezione dalla politica e dalle istituzioni.

Sarebbe invece apprezzabile molta più concretezza, realismo, modestia: cosa si può fare veramente, con quanti soldi e dove andarli a prendere. 

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