Presidente Pompidou

La proposta di Giorgia Meloni , direi la sua 

proposta più  chiara è quella del semiPresidenzialismo alla francese.

In Francia non ne sono molto entusiasti: alle ultime elezioni presidenziali ha partecipato ancora meno gente delle precedenti, alle politiche sono andati a votare la metà degli elettori , all’inizio del primo mandato presidenziale Macron, appena eletto, ha dovuto subire una contestazione di massa senza precedenti e ha dovuto rivedere non poche sue decisioni.

Comunque Giorgia è entusiasta di questa proposta che era già di Fini e prima ancora di Almirante: cioè il semiPresidenzialismo alla francese ed è un po’ singolare che chi ci tiene molto all’Italia in realtà si proponga molto di copiare la Francia.

Su molti altri punti la Meloni ha cambiato idea, come il fatto che non si può aumentare il debito pubblico oppure non ci si deve sfilare dall’Europa e probabilmente cambierà ancora, sotto le pressioni delle tante emergenze politiche e sociali ma su questo non molla: è un punto irrinunciabile.

Il problema è proprio questo: oggi l’elettore non può scegliere veramente chi sarà il suo deputato o senatore , sono candidati su liste bloccate e può solo scegliere il partito il cui leader ha scelto i candidati e anche la loro posizione in lista utile per essere eletti o meno.

Quindi alla fine l’unica scelta dell’elettore è solo quella del leader: scegliere un uomo o una donna al comando che alla fine decide pure lui i parlamentari e unificando le figure del Presidente della Repubblica e del capo del governo alla fine risponda solo a se stesso per cinque anni.

Le società si fa sempre più complessa e diversificata e invece tutto si dovrebbe concentrare in un’unica persona che con le sue qualità e i suoi difetti dovrebbe poter rappresentare e governare tutti.

Il rimedio appare peggiore del male, certamente svuota la democrazia come la conosciamo e sposta i conflitti e le divisioni dalle istituzioni parlamentari alle piazze e a tutto quello che si può muovere oscuramente dietro il leader: finanziatori occulti e palesi, lobby, consiglieri più o meno validi.

Il male è proprio questo eccesso, questo abuso di personalizzazione della politica, credendo e facendo credere che questo sia il massimo della libertà di decidere per la gente. 

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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Presidenzialismo o No?

Presidente Pompidou

La proposta di Giorgia Meloni , direi la sua 

proposta più  chiara è quella del semiPresidenzialismo alla francese.

In Francia non ne sono molto entusiasti: alle ultime elezioni presidenziali ha partecipato ancora meno gente delle precedenti, alle politiche sono andati a votare la metà degli elettori , all’inizio del primo mandato presidenziale Macron, appena eletto, ha dovuto subire una contestazione di massa senza precedenti e ha dovuto rivedere non poche sue decisioni.

Comunque Giorgia è entusiasta di questa proposta che era già di Fini e prima ancora di Almirante: cioè il semiPresidenzialismo alla francese ed è un po’ singolare che chi ci tiene molto all’Italia in realtà si proponga molto di copiare la Francia.

Su molti altri punti la Meloni ha cambiato idea, come il fatto che non si può aumentare il debito pubblico oppure non ci si deve sfilare dall’Europa e probabilmente cambierà ancora, sotto le pressioni delle tante emergenze politiche e sociali ma su questo non molla: è un punto irrinunciabile.

Il problema è proprio questo: oggi l’elettore non può scegliere veramente chi sarà il suo deputato o senatore , sono candidati su liste bloccate e può solo scegliere il partito il cui leader ha scelto i candidati e anche la loro posizione in lista utile per essere eletti o meno.

Quindi alla fine l’unica scelta dell’elettore è solo quella del leader: scegliere un uomo o una donna al comando che alla fine decide pure lui i parlamentari e unificando le figure del Presidente della Repubblica e del capo del governo alla fine risponda solo a se stesso per cinque anni.

Le società si fa sempre più complessa e diversificata e invece tutto si dovrebbe concentrare in un’unica persona che con le sue qualità e i suoi difetti dovrebbe poter rappresentare e governare tutti.

Il rimedio appare peggiore del male, certamente svuota la democrazia come la conosciamo e sposta i conflitti e le divisioni dalle istituzioni parlamentari alle piazze e a tutto quello che si può muovere oscuramente dietro il leader: finanziatori occulti e palesi, lobby, consiglieri più o meno validi.

Il male è proprio questo eccesso, questo abuso di personalizzazione della politica, credendo e facendo credere che questo sia il massimo della libertà di decidere per la gente. 

© 2020-2024 La Voce di Novara
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54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.