Per Concita De Gregorio su Repubblica di oggi Zuppi a Bologna per la signora Prodi e Delpini a Milano per Berlusconi avrebbero fatto 2 Omelie opposte e diverse.
Certo il Cavaliere e Flavia Franzoni hanno fatto vite oggettivamente diverse: una è stata una esemplare madre di famiglia, un’ottima docente esperta nei servizi sociali che non ha mai cercato la visibilità pur essendo difficile non farlo.
L’altro non esemplare per vita familiare, almeno non secondo la morale cattolica ma in linea con la prassi delle ultime generazioni di italiani, sempre sotto i riflettori cercati da politico e da imprenditore .
L’omelia di Zuppi è un anche un elogio funebre, la CEI di cui Zuppi è Presidente consiglia ai preti di evitare di fare delle Omelie dei funerali un elogio del defunto : non è il caso. Zuppi non tiene conto moltissimo delle indicazioni della CEI, parla un po’ da amico è un po’ da parroco più che da superVescovo, del resto quando Gesù venne chiamato alla tomba di Lazzaro, i funerali li aveva saltati e venne rimproverato dalla sorella di Lazzaro per questo, non fa molte prediche, anzi nessuna, ma piange, piange un amico che si chiamava Lazzaro e aveva due sorelle, nella cui casa Gesù andava a mangiare, il Vangelo non ci dice altro di Lazzaro.
Delpini si attiene di più alle indicazioni CEI, Del Pini somiglia molto a Gesù quando opposti partiti ebraici, destra contro sinistra, andavano ad ascoltarlo per coglierlo in fallo.
Se andava troppo con i Sacerdoti lo avrebbero denunciato ai Romani, se andava con i Romani lo avrebbero accusato di collaborazionismo con l’occupante. Gesù non si faceva cogliere in errore e per questo alla fine si stufarono tutti, destra, sinistra, centro e lo uccisero.
Delpini descrive la vita di Berlusconi, una volta si diceva : “ gli legge la vita” solo che non parla di conflitti di interesse, impunità, evasione fiscale, sfiora solo il tema delle feste, il problema che alla fine il ritratto che fa di Berlusconi somiglia tanto al ritratto che si potrebbe fare di molti di noi.
Alla fine Delpini però non condanna Berlusconi : lascia il giudizio a Dio, questa è la parte che alla Di Gregorio piace meno.
Chi è Dio, dove vive, non è che è tutta una balla, e poi sta con Conte o con la Schlein, troppo divisivo Dio, e poi non è che Dio, come nella canzone di Dalla, perdona i cattivi ma allora è cattivo anche lui, oppure li manda all’inferno ma allora è cattivo anche lui, oppure al Purgatorio ma lo ha detto Duby, chi legge Repubblica qualcosa ha letto, il Purgatorio è un’invenzione pubblicitaria della Chiesa per guadagnare sulle indulgenze.
E allora torniamo al punto di partenza: le Omelie si possono benissimo criticare, tutte, siamo dotati di libertà e di ragione, perfino io ho criticato duramente un’Omelia del
mio Parroco, mi sembrava troppo spietato, e per questo sono stato criticato duramente da altri parrocchiani: sono sembrato loro troppo spietato .
Il problema è che le Omelie partono da un dato di Fatto che per molti non è per niente un Fatto: quel Fatto è la Fede e quella ce l’hai o non ce l’hai.