Quando Novara diventò Capitale

Non si può fare una colpa ai nostri amministratori locali se si sono messi in testa di far diventare finalmente Novara Capitale di qualcosa, qualsiasi cosa.

Ora siamo Capitale italiana della Gentilezza , abbiamo fatto la domanda per diventare Capitale italiana dello Sport, l’anno scorso abbiamo provato a diventare Capitale italiana della Cultura, siamo fra le dieci città candidate a Capitale Green nel 2025 che è anche l’anno del Giubileo.

In Italia da qualche anno è un fiorire di Capitali e ci sono fior di società di consulenza che campano riccamente per insegnare alle Amministrazioni Comunali come vincere uno dei tanti Concorsi per diventare Capitale di un qualcosa. 

È certamente un retaggio del passato preunitario quando l’Italia era ricca di Capitali: era Capitale Torino del Regno di Sardegna e poi d’Italia, molto prima Ivrea del primo regno d’Italia, Capitali Venezia, Firenze, Napoli, Palermo ma anche Parma, Modena, e lo è tuttora San Marino, e Roma era capitale dello Stato della Chiesa e lo è tuttora. 

Milano poi capitale l’aveva già proclamata l’imperatore Costantino e gli rimase sempre appiccicata l’etichetta di Capitale Morale d’Italia ma perfino la piccola e bella Brindisi per un due annetti alla fine della seconda guerra mondiale è stata la Capitale del Regno del Sud. 

L’unica vera guerra civile dopo la fine della seconda guerra mondiale in Italia fu negli anni ‘70 la rivolta per Reggio Capoluogo della Calabria con barricate e blindati.

L’unificazione italiana ha lasciato troppe ferite aperte, tutte le città hanno nostalgia di essere state Capitali oppure prima o poi lo vogliono diventare pure loro, anche solo per un anno. 

Un certo stile giornalistico un po’ enfatico accentua il fenomeno tipo scrivere 1000 volte che Vigevano è la capitale della Lomellina, Varese dell’Insubria e Casale del Monferrato. 

Gli italiani sono tutti “ capitalisti “ , credono di vivere in una Capitale, perché mortificare le loro aspirazioni più belle! 

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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Non si può fare una colpa ai nostri amministratori locali se si sono messi in testa di far diventare finalmente Novara Capitale di qualcosa, qualsiasi cosa.

Ora siamo Capitale italiana della Gentilezza , abbiamo fatto la domanda per diventare Capitale italiana dello Sport, l’anno scorso abbiamo provato a diventare Capitale italiana della Cultura, siamo fra le dieci città candidate a Capitale Green nel 2025 che è anche l’anno del Giubileo.

In Italia da qualche anno è un fiorire di Capitali e ci sono fior di società di consulenza che campano riccamente per insegnare alle Amministrazioni Comunali come vincere uno dei tanti Concorsi per diventare Capitale di un qualcosa. 

È certamente un retaggio del passato preunitario quando l’Italia era ricca di Capitali: era Capitale Torino del Regno di Sardegna e poi d’Italia, molto prima Ivrea del primo regno d’Italia, Capitali Venezia, Firenze, Napoli, Palermo ma anche Parma, Modena, e lo è tuttora San Marino, e Roma era capitale dello Stato della Chiesa e lo è tuttora. 

Milano poi capitale l’aveva già proclamata l’imperatore Costantino e gli rimase sempre appiccicata l’etichetta di Capitale Morale d’Italia ma perfino la piccola e bella Brindisi per un due annetti alla fine della seconda guerra mondiale è stata la Capitale del Regno del Sud. 

L’unica vera guerra civile dopo la fine della seconda guerra mondiale in Italia fu negli anni ‘70 la rivolta per Reggio Capoluogo della Calabria con barricate e blindati.

L’unificazione italiana ha lasciato troppe ferite aperte, tutte le città hanno nostalgia di essere state Capitali oppure prima o poi lo vogliono diventare pure loro, anche solo per un anno. 

Un certo stile giornalistico un po’ enfatico accentua il fenomeno tipo scrivere 1000 volte che Vigevano è la capitale della Lomellina, Varese dell’Insubria e Casale del Monferrato. 

Gli italiani sono tutti “ capitalisti “ , credono di vivere in una Capitale, perché mortificare le loro aspirazioni più belle! 

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