Al Referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari,  che non prevedeva il quorum,  il quorum c’è stato e così al precedente Referendum costituzionale. Quando l’argomento interessa la maggioranza, sta a cuore ai più, è sentito come importante, il quorum c’è, cioè la maggioranza piu uno dei votanti , la maggioranza si esprime e approva o no una modifica costituzionale.

Quando l’abolizione di una norma non è sentita, condivisa o sentita come poco utile dalla maggioranza degli italiani il quorum non c’è. 

L’informazione, il votare un giorno o due, abbinare quesiti di cui frega poco o nulla alla maggioranza a questioni di vita o di morte possono  avere il loro peso ma non sono determinanti.

Sul referendum pesa anche il fatto che essendo solo abrogativi non hanno poi potuto impedire al Parlamento di approvare nuove norme più o meno equivalenti a quelle abolite: abolire il Ministero dell’Agricoltura e poi istituire quello delle Politiche agricole , abolire il finanziamento pubblico dei partiti e poi introdurre i rimborsi elettorali, abolire  il proporzionale e poi riammetterlo. 

Il cittadino crede che il referendum abrogativo in definitiva cambi poco e niente, anzi sia un’irrispettosa presa in giro, quello confermativo gli appare più chiaro e risolutivo.

Tutto ciò è molto democratico: la democrazia non consiste nell’ obbligare a tutti i costi la gente ad appassionarsi ad un tema, questo può essere il successo o il fallimento di chi propone un referendum ma non è un problema degli elettori e dei cittadini che in genere votano dei parlamentari, più o meno numerosi, per occuparsi di tutti i problemi anche di quelli meno popolari o sentiti.

Una cosa diversa è la Costituzione e le sue riforme perché poi la Costituzione è la legge fondamentale a cui tutti devono attenersi e non è il numero delle firme necessario per un magistrato , quanti sono i magistrati in Italia?, per candidarsi al CSM o se un cittadino che ha commesso un reato o è sospettato gravemente di averlo commesso debba attendere o meno in carcere una sentenza di condanna. 

Sono andato a votare ma ritengo che i proponenti dei referendum cosiddetti sulla giustizia abbiano sbagliato tutto o quasi: la scelta delle norme, la gestione della campagna referendaria, e il mancato quorum se lo siano proprio meritato tutto.

Questo non significa che i temi sollevati non abbiano la loro corposita’ ed urgenza e non meritino soluzioni diverse dalle attuali ma non era questo il metodo appropriato e in politica il metodo vuole dire tutto o quasi.

Condividi:

Facebook
WhatsApp
Telegram
Email
Twitter

Condividi l'articolo

© 2020-2024 La Voce di Novara - Riproduzione Riservata
Iscrizione al registro della stampa presso il Tribunale di Novara

Picture of Pier Luigi Tolardo

Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

SEGUICI SUI SOCIAL

Sezioni

Quorum e Referendum

Al Referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari,  che non prevedeva il quorum,  il quorum c’è stato e così al precedente Referendum costituzionale. Quando l’argomento interessa la maggioranza, sta a cuore ai più, è sentito come importante, il quorum c’è, cioè la maggioranza piu uno dei votanti , la maggioranza si esprime e approva o no una modifica costituzionale.

Quando l’abolizione di una norma non è sentita, condivisa o sentita come poco utile dalla maggioranza degli italiani il quorum non c’è. 

L’informazione, il votare un giorno o due, abbinare quesiti di cui frega poco o nulla alla maggioranza a questioni di vita o di morte possono  avere il loro peso ma non sono determinanti.

Sul referendum pesa anche il fatto che essendo solo abrogativi non hanno poi potuto impedire al Parlamento di approvare nuove norme più o meno equivalenti a quelle abolite: abolire il Ministero dell’Agricoltura e poi istituire quello delle Politiche agricole , abolire il finanziamento pubblico dei partiti e poi introdurre i rimborsi elettorali, abolire  il proporzionale e poi riammetterlo. 

Il cittadino crede che il referendum abrogativo in definitiva cambi poco e niente, anzi sia un’irrispettosa presa in giro, quello confermativo gli appare più chiaro e risolutivo.

Tutto ciò è molto democratico: la democrazia non consiste nell’ obbligare a tutti i costi la gente ad appassionarsi ad un tema, questo può essere il successo o il fallimento di chi propone un referendum ma non è un problema degli elettori e dei cittadini che in genere votano dei parlamentari, più o meno numerosi, per occuparsi di tutti i problemi anche di quelli meno popolari o sentiti.

Una cosa diversa è la Costituzione e le sue riforme perché poi la Costituzione è la legge fondamentale a cui tutti devono attenersi e non è il numero delle firme necessario per un magistrato , quanti sono i magistrati in Italia?, per candidarsi al CSM o se un cittadino che ha commesso un reato o è sospettato gravemente di averlo commesso debba attendere o meno in carcere una sentenza di condanna. 

Sono andato a votare ma ritengo che i proponenti dei referendum cosiddetti sulla giustizia abbiano sbagliato tutto o quasi: la scelta delle norme, la gestione della campagna referendaria, e il mancato quorum se lo siano proprio meritato tutto.

Questo non significa che i temi sollevati non abbiano la loro corposita’ ed urgenza e non meritino soluzioni diverse dalle attuali ma non era questo il metodo appropriato e in politica il metodo vuole dire tutto o quasi.

© 2020-2024 La Voce di Novara
Riproduzione Riservata

Picture of Pier Luigi Tolardo

Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.