A Domodossola, un intero quartiere, la Cappuccina, insorge contro il ritiro dei frati cappuccini dalla parrocchia omonima. I frati rimasti in tutto il Piemonte sono troppo pochi e troppo anziani, dice il loro padre provinciale, ed è la pura verità.
Si tratta di una storia che era già iniziata a Novara in cui parrocchie storicamente francescane, come il Sacro Cuore e Sant’Andrea, non lo sono più per carenza di frati.
Eppure mai come in questa estate abbiamo visto per le strade di Novara migliaia di sandali di stile francescano, indossati da donne giovani e meno, uomini, anziani, bambini.
I nostri piedi non sono mai stati così francescani.
Non è solo un fatto di moda dei piedi: sul web si sprecano i siti che ti spiegano, gratis e a pagamento, come, quanto e quando digiunare. Un digiuno non per salvarsi l’anima dal male, ma certamente per purificare il corpo dagli eccessi alimentari e salvarlo da diabete, ipertensione, colesterolo; non per la vita eterna ma per allungare, si spera, il più possibile quella terrena.
Dopo aver digiunato, si possono trovare in libreria e on line decine di corsi di meditazione: non per trovare l’assoluto, forse, ma certamente per liberarsi dallo stress lavorativo e affettivo e trovare la pace.
Tutto questo in un Paese dove tornano lupi e orsi con cui faticano a vivere gli uomini e che tornano a essere uccisi.
Meno francescani, eppure la ricerca di uno stile più essenziale, povero, di armonia con il proprio io e con gli altri, è sempre più presente. È una aspirazione che contraddistingue i nostri tempi e quei valori rimangono importanti, ricercati, sentiti.
Anche ai tempi di S.Francesco alcuni frati caddero presto nella tentazione di preferire le cose più brutte, come oggi quei frati di Afragola che, addirittura, hanno ordinato il furto dei cellulari in cui erano registrati i loro peccati.
Francesco, allora, ne fu amareggiato ma continuò a credere in un mondo diverso di bontà e onestà.
No, non possiamo non dirci francescani.