Spatriati di Mario Desiati, Premio Strega 2022, mi pare un romanzo un po’ troppo modaiolo o trendaiolo che si voglia dire.
Il tema centrale è quello di una generazione di giovani del Sud, in questo caso di Martina Franca nel Salento, costretti dalla disoccupazione intellettuale a spatriare per lavorare in una start up a Berlino, un po’ come hanno fatto i loro
nonni, senza sentirsi a loro agio in nessun posto, con la testa sempre altrove e il cuore, in una città abitata da milioni di turchi e quindi in cui molti suoi abitanti vivono lo stesso “spatriamento”.
Non è però solo un’ identità culturale che vive lo spatriamento come spaesamento ma questi due protagonisti, un ragazzo ed una ragazza, amici ma più che amici e poi ancora amici, vivono anche il “ gender fluid”, l’appartenenza con disagio ad un sesso, sognando e sperimentando una sessualità diversa , che non è più solo omosessualità e nemmeno bisessualità ma una ricerca di se stessi, anche attraverso e nonostante il sesso, per una voglia di tenerezza, di comprensione , di comunione mai appagata e realizzata.
Sono temi certamente attuali che Desiati saccheggia abbondantemente ma senza approfondire più di tanto niente, dando più l’impressione di uno stordimento e di un’alienazione senza fine, forse solo in questo riuscendo a dare l’immagine di una generazione senza madri e padri, senza radici ma anche senza progetti.