Spatriati, romanzo troppo trendaiolo

Spatriati di Mario Desiati, Premio Strega 2022,  mi pare un romanzo un po’ troppo modaiolo o trendaiolo che si voglia dire. 

Il tema centrale è quello di una generazione di giovani del Sud, in questo caso di Martina Franca nel Salento, costretti dalla disoccupazione intellettuale a spatriare per lavorare in una start up a Berlino, un po’ come hanno fatto i loro

nonni, senza sentirsi a loro agio in nessun posto, con la testa sempre altrove e il cuore, in una città abitata da milioni di turchi e quindi in cui molti suoi abitanti vivono lo stesso “spatriamento”.

Non è però solo un’ identità culturale che vive lo spatriamento come spaesamento ma questi due protagonisti, un ragazzo ed una ragazza, amici ma più che amici e poi ancora amici, vivono anche il “ gender fluid”, l’appartenenza con disagio ad un sesso, sognando e sperimentando una sessualità diversa , che non è più solo omosessualità e nemmeno bisessualità ma una ricerca di se stessi, anche attraverso e nonostante il sesso, per una voglia di tenerezza, di comprensione , di comunione mai appagata e realizzata.

Sono temi certamente attuali che Desiati saccheggia abbondantemente ma senza approfondire più di tanto niente, dando più l’impressione di uno stordimento e di un’alienazione senza fine, forse solo in questo riuscendo a dare l’immagine di una generazione senza madri e padri, senza radici ma anche senza progetti. 

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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Spatriati, romanzo troppo trendaiolo

Spatriati di Mario Desiati, Premio Strega 2022,  mi pare un romanzo un po’ troppo modaiolo o trendaiolo che si voglia dire. 

Il tema centrale è quello di una generazione di giovani del Sud, in questo caso di Martina Franca nel Salento, costretti dalla disoccupazione intellettuale a spatriare per lavorare in una start up a Berlino, un po’ come hanno fatto i loro

nonni, senza sentirsi a loro agio in nessun posto, con la testa sempre altrove e il cuore, in una città abitata da milioni di turchi e quindi in cui molti suoi abitanti vivono lo stesso “spatriamento”.

Non è però solo un’ identità culturale che vive lo spatriamento come spaesamento ma questi due protagonisti, un ragazzo ed una ragazza, amici ma più che amici e poi ancora amici, vivono anche il “ gender fluid”, l’appartenenza con disagio ad un sesso, sognando e sperimentando una sessualità diversa , che non è più solo omosessualità e nemmeno bisessualità ma una ricerca di se stessi, anche attraverso e nonostante il sesso, per una voglia di tenerezza, di comprensione , di comunione mai appagata e realizzata.

Sono temi certamente attuali che Desiati saccheggia abbondantemente ma senza approfondire più di tanto niente, dando più l’impressione di uno stordimento e di un’alienazione senza fine, forse solo in questo riuscendo a dare l’immagine di una generazione senza madri e padri, senza radici ma anche senza progetti. 

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