Un posto al tavolo: la proposta di cogestione della Cisl

C’è un articolo della Costituzione che finora è rimasto inattuato completamente almeno da un punto di vista legislativo poiché tutti gli articoli della Costituzione hanno bisogno poi di leggi che li concretizzano nella realtà poiché sono essenzialmente principi astratti. 

È L’art. 46 della Costituzione che prevede che i lavoratori possano partecipare alla gestione delle aziende. 

Non solo quindi il lavoratore ha diritto ad un lavoro con cui partecipa alla società , un lavoro che rispetti la sua salute psicofisica, compatibile con i suoi impegni familiari, che sia retribuiti in modo giusto ed adeguato ad una vita dignitosa per se stesso e la sua famiglia, tutti diritti previsti dalla Costituzione come il diritto di sciopero e di libera associazione sindacale e di contrattazione sindacale.

Il lavoratore, per la nostra Costituzione, ha diritto di essere un soggetto attivo e responsabile del proprio lavoro fino ad essere corresponsabile con il proprio datore di lavoro e non essere solo soggetto passivo di decisioni assunte sulla sua testa e sul suo futuro.

Nel nostro Paese non abbiamo avuto leggi per la cogestione aziendale come ne esistono in Germania o nei Paesi scandinavi .

In Italia la stessa sinistra per diversi decenni ha coltivato uno spiccato antagonismo di classe rispetto alle imprese , ricambiato dalle stesse associazioni imprenditoriali da un’ostilità per forme di cogestione regolata per legge. 

In realtà la contrattazione nazionale e aziendale soprattutto negli ultimi decenni ha introdotto elementi di informazione e consultazione dei sindacati sugli investimenti e le innovazioni tecnologiche, sulla formazione e l’aggiornamento dei lavoratori, e soprattutto anche per legge sulla sicurezza del lavoro che attribuisce precise responsabilità di controllo anche ai rappresentanti dei lavoratori.

La Cisl ha deciso , sulla scorta di una sua precisa impostazione di sempre, derivata dall’insegnamento sociale della Chiesa e da buone esperienze in non poche aziende di presentare una sua proposta di legge di iniziativa popolare per cui ha appena iniziato una raccolta di firme dei cittadini e dei lavoratori come prevede la stessa Costituzione, recependo così la direttiva europea sulla partecipazione dei lavoratori.

Un testo di legge molto articolato arrivando a prevedere l’ingresso di rappresentanti dei lavoratori nei consigli di amministrazione, creando comitati di vigilanza sui Cda come ci sono in Germania, con la partecipazione dei lavoratori all’azionariato e agli utili delle imprese.

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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Un posto al tavolo: la proposta di cogestione della Cisl

C’è un articolo della Costituzione che finora è rimasto inattuato completamente almeno da un punto di vista legislativo poiché tutti gli articoli della Costituzione hanno bisogno poi di leggi che li concretizzano nella realtà poiché sono essenzialmente principi astratti. 

È L’art. 46 della Costituzione che prevede che i lavoratori possano partecipare alla gestione delle aziende. 

Non solo quindi il lavoratore ha diritto ad un lavoro con cui partecipa alla società , un lavoro che rispetti la sua salute psicofisica, compatibile con i suoi impegni familiari, che sia retribuiti in modo giusto ed adeguato ad una vita dignitosa per se stesso e la sua famiglia, tutti diritti previsti dalla Costituzione come il diritto di sciopero e di libera associazione sindacale e di contrattazione sindacale.

Il lavoratore, per la nostra Costituzione, ha diritto di essere un soggetto attivo e responsabile del proprio lavoro fino ad essere corresponsabile con il proprio datore di lavoro e non essere solo soggetto passivo di decisioni assunte sulla sua testa e sul suo futuro.

Nel nostro Paese non abbiamo avuto leggi per la cogestione aziendale come ne esistono in Germania o nei Paesi scandinavi .

In Italia la stessa sinistra per diversi decenni ha coltivato uno spiccato antagonismo di classe rispetto alle imprese , ricambiato dalle stesse associazioni imprenditoriali da un’ostilità per forme di cogestione regolata per legge. 

In realtà la contrattazione nazionale e aziendale soprattutto negli ultimi decenni ha introdotto elementi di informazione e consultazione dei sindacati sugli investimenti e le innovazioni tecnologiche, sulla formazione e l’aggiornamento dei lavoratori, e soprattutto anche per legge sulla sicurezza del lavoro che attribuisce precise responsabilità di controllo anche ai rappresentanti dei lavoratori.

La Cisl ha deciso , sulla scorta di una sua precisa impostazione di sempre, derivata dall’insegnamento sociale della Chiesa e da buone esperienze in non poche aziende di presentare una sua proposta di legge di iniziativa popolare per cui ha appena iniziato una raccolta di firme dei cittadini e dei lavoratori come prevede la stessa Costituzione, recependo così la direttiva europea sulla partecipazione dei lavoratori.

Un testo di legge molto articolato arrivando a prevedere l’ingresso di rappresentanti dei lavoratori nei consigli di amministrazione, creando comitati di vigilanza sui Cda come ci sono in Germania, con la partecipazione dei lavoratori all’azionariato e agli utili delle imprese.

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