Marco Brusa ha deciso di fare della fotografia e della moda il suo lavoro oltre che la sua passione. È lui il primo protagonista di Generazione La Voce il nuovo format de La Voce di Novara che racconterà le storie di giovani novaresi che hanno scelto di inseguire i propri sogni.
Dalle prime foto agli amici fino a una community di 42mila follower, la storia di Marco è quella di chi è riuscito a trasformare una passione nel proprio lavoro, non senza difficoltà certo, ma con la barra dritta e un legame profondo con la città di Novara. Ne abbiamo parlato insieme nel suo studio – grazie al prezioso aiuto della sua assistente Martina – che per Marco è un mondo a parte.
Marco, come sei arrivato alla fotografia? È stato un percorso che ti ha cambiato la vita?
«Quando ero piccolo vedevo mia sorella Francesca che si vestiva e giocava con i vestiti e ne ero affascinato. La vedevo giocare con i vestiti e gli accessori e volevo farlo anche io, sognavo questo mondo di modelle, fotografi, luci, riflettori, i vestiti non solo per bellezza ma come modo di esprimersi. Devo ammettere che poi ho accantonato questa passione e non ho più sognato il mondo della moda. Ho ripreso a fotografare alle scuole superiori quando i miei amici mi hanno chiesto, quasi per gioco, di iniziare a scattare le foto per i loro profili Facebook. Non avendo una macchina fotografica le prime foto le ho scattate con la macchina fotografica del papà di un mio amico, ma da quel momento si è riaccesa in me la passione per la fotografia e ho capito che il mio lavoro era apprezzato anche da chi mi stava intorno.
Durante le lezioni poi, ho iniziato ad avvicinarmi al mondo della moda sfogliando riviste come Vogue e da quel momento ho provato a unire queste due passioni. Le prime “cavie” sono state le mie amiche che si prestavano per i miei scatti con vestiti e combinazioni create con quello che trovavamo negli armadi. Finite le superiori sono arrivati i social network e le mie foto hanno cominciato a girare fuori da Novara permettendomi di iniziare a scattare fuori città e mettere in evidenza quella che per me è la bellezza.
L’incontro con le persone è stato il punto di svolta e adesso è anche parte del tuo lavoro. Raccontaci del progetto “Models for a day”
Le persone sono al centro del mio lavoro, io scatto con persone da tutta Italia che grazie ai social si sono avvicinate al mio lavoro e arrivano a Novara per gli shooting fotografici. È un’evoluzione di quello che ho iniziato a fare per gioco, ma a volte mi stupisce ricordare da dove ho iniziato. È bello e mi ha aiutato tanto perché una cosa che la fotografia mi ha dato è il coraggio di andare oltre i miei limiti. Marco era un bambino che faceva fatica a stare in mezzo alla gente e ora, grazie al mio lavoro, sono la persona che parla di più sulla faccia della Terra.
Con i social ho iniziato a fare i primi video e mi si è aperto un mondo, anche se all’inizio ero dubbioso sulla possibilità di arrivare a tante persone con il racconto del mondo della fotografia. Poi nel mio primo studio ho girato un video che è andato virale e da lì è partito Brusa Marco Studio. Per ringraziare le persone che hanno deciso di supportarmi
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Il mio approccio è molto più lento e curato nel dettaglio, non amo la fotografia veloce e la frenesia delle grandi città. Invece, mi piacerebbe creare uno studio in cui entrando si sia fuori dal tempo e dallo spazio a partire dall’arredamento fino ad arrivare ai servizi offerti. Vorrei aprire un’agenzia che si occupi di trovare persone che sono dei modelli nuovi che non hanno mai scattato e mi piacerebbe trovarli tramite i social come già sto facendo con Models for a day un progetto che nasce quando, dopo averli chiusi per problemi personali, ho riaperto i miei social. Non pensavo sarei riuscito a recuperare tutti i miei followers, ma invece la risposta è stata straordinaria e per questo ho deciso di ringraziare chi ha scelto di darmi fiducia.
Il progetto consiste in una serie di scatti gratuiti che ogni mese offro alle persone che tra i miei follower si candidano per questa esperienza. Non serve rispettare gli standard canonici che sono la cosa che detesto della moda quando si parla dei servizi fotografici. Sul mio profilo non c’è mezza persona che rappresenta gli standard e le caratteristiche dei modelli eppure indossano gli abiti e gli stanno meravigliosamente. Quello che può essere stupendo per me, potrebbe non esserlo per altri, quindi cos’è meraviglioso? Cos’è bello? Io credo che anche chi sta “fuori dai canoni” deve avere l’opportunità di mettersi in gioco e fare un’esperienza di valore. Non solo, dopo i miei scatti molte di queste persone si avvicinano al mondo della moda e vengono messi in contatto con delle agenzie, quindi riescono ad avere dei veri e propri contatti di lavoro e questo mi rende molto fiero.
E il tuo rapporto con la città di Novara?
Io amo la mia città. La mia passione è nata qui e amo Novara che ha tutto quello che serve, è vicina a Milano e a Torino e lo confermano tutte le persone che arrivano qui per i miei scatti. Vorrei che il mio studio fosse a Novara perché mi piacerebbe creare una realtà che ancora non c’è e riportare nelle città più piccole la passione per la moda e riuscire a portare una ventata d’aria fresca.
A Novara si dice che non c’è niente da fare ma forse perché noi non ci impegniamo abbastanza. Io voglio che il Marco del futuro possa trovare a Novara tutto quello di cui ha bisogno e, come me, possa sviluppare le sue passioni. Al Marco del futuro dico, però, che serve pazienza e che per essere felici nella vita bisogna prima di tutto saper stare bene con se stessi perché la casa più difficile da curare è il tuo corpo e la tua mente.
Prima di voler andare altrove prova a stare bene con te stesso e a pensare che non serve scappare, ma che c’è un mondo meraviglioso anche dietro all’angolo di casa. Con il tempo si impara a capire il mondo e a farsi capire e quando questo non succede, non importa.