Matteo Deiana è un pugile professionista classe 1994 e, come pugile, conosce bene le regole del gioco: si sale sul ring per vincere, per buttare al tappeto l’avversario, ma rispettando sempre e comunque le regole.
Sì, perché la boxe non è soltanto pugni e schivate, la nobile arte è molto di più: è tecnica, è sacrificio e, soprattutto, rispetto per l’avversario. Che, letto così, sembra un paradosso visto che, spesso, si esce gonfi e spezzati dal “quadrato” e invece è proprio così. Ci sono regole ferree, precetti che regolano un incontro e che vanno rispettate, altrimenti il rischio di farsi davvero male si centuplica. Deiana è un boxer corretto, vecchio stampo e settimana scorsa è salito sul ring di Castelletto Ticino per disputare il suo ottavo match tra i professionisti contro Stefano Patangelo: un incontro, sulla carta, alla portata del talento del fighter di Gozzano che partiva come super favorito.
«Sono salito sul ring sereno e preparato – confessa il pugile gozzanese Matteo Deiana – ma mi sono subito reso conto che sarebbe stato un match pieno di scorrettezze. Il mio avversario ha iniziato fin da subito a colpirmi sulla nuca, colpi che sono severamente vietati dal regolamento visto che possono recare danni gravi. E infatti. Da qui i ricordi si fanno un po’ confusi, perchè, nonostante sia riuscito a concludere in piedi il match, subito dopo ho accusato un malore. Il mio angolo si è accorto subito che non era un semplice “mal di testa” da colpi, era qualcosa di più e infatti hanno avvisato i sanitari presenti all’incontro i quali mi hanno immediatamente trasportato all’ospedale di Borgomanero. Dopo gli esami di rito mi è stata trovata una emorragia cerebrale piuttosto estesa nella parte occipitale, emorragia che, fortunatamente, si è fermata la notte del ricovero. Sono stato fortunato, lo ammetto, ma sono qui per ricordare che gli arbitri sono sul ring per tutelare la salute degli sportivi e, sabato nel mio caso, ci sono state grosse lacune arbitrali: il mio avversario andava fermato».
La conversazione volge poi sulle condizioni attuali di Deiana e sul suo futuro da pugile: «carte alla mano – spiega – proprio due ore prima dell’intervista sono stato visitato da un neurologo molto in gamba che mi ha preso in cura: Il quadro clinico è rimasto tale, pertanto è una bella notizia. In questi casi quando non c’è peggioramento è davvero un’ottima notizia. Anche i medici mi hanno detto che l’ho scampata per un soffio e se ripenso che l’arbitro non ha mosso un dito per evitare tutto questo, mi innervosisco. I pugili vanno tutelati e loro sono lì per quello. Il mio futuro nella boxe? Beh, visto l’infortunio, darò l’addio ai combattimenti, a malincuore, perchè le battaglie sono la mia vita e perchè avevo da poco concluso un accordo per andare negli Stati Uniti per alcuni incontri che mi avrebbero spalancato le porte al titolo italiano. Tuttavia resterò nel mondo pugilistico, magari come preparatore o allenatore, comunque il mio mondo rimane la palestra, non posso allontanarmi dagli spogliatoi, dal sudore, dalla gong e i sacchi. Ora mi voglio godere la famiglia e recuperare al 100%. Le sfide non finiscono mai».