Almeno qualche volta…

Si erano paventate defezioni di massa, fughe dalla scuola, li avevano dipinti come una massa di assenteisti, fannulloni e anche un po’ codardi. Forti del loro stipendio sicuro, delle loro diciotto ore di cattedra, dei famigerati tre mesi di vacanza, sono stati spesso criticati, bistrattati, insultati e qualche volta anche aggrediti.

Invece sono là seduti in cattedra con davanti i ragazzi, a pochi metri. Sono tesi, nervosi, hanno paura, come tutti noi o quasi. Ma sono là. Io li vedo tutti i giorni, incrocio i loro sguardi preoccupati, scambio con loro qualche parola e qualche battuta. Io sono barricato nel mio ufficio, c’è uno sportello con uno spesso vetro, sono davanti al mio computer, potrei anche lavorare da casa e probabilmente lo farò.

Loro per adesso sono al fronte, perché la scuola non è un luogo come un altro e qualche rischio lo porta con sé. Tutti però finora sembrano molto responsabili, alunni, genitori, docenti. Ringraziate gli insegnanti dei vostri figli, questa volta se lo meritano.

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Mario Grella

Nato a Novara, vissuto mentalmente a Parigi, continua a credere che la vita reale sia un ottimo surrogato del web.

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0 risposte

  1. Ringraziare per cosa? Solo perché fanno il loro dovere per 18 ore settimanali? E tutti gli operatori sanitari? Tutti gli operatori del trasporto ? E tutti gli altri settori per fare andare avanti il paese? Al fronte sig.r Mario ci sono stati e in trincea davanti a tutti i mesi scorsi tutti i sanitari quelli si che erano in guerra! Be mi fermo qui diventerebbe troppo lunga ,saluti..

  2. Gentile Angelo, se si parla di qualcuno non significa che si dimentichino altri. Io ho scelto di scrivere un post sui docenti e questo, ne converrà, non significa affatto che io non sia riconoscente ad altri.

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Almeno qualche volta…

Si erano paventate defezioni di massa, fughe dalla scuola, li avevano dipinti come una massa di assenteisti, fannulloni e anche un po’ codardi. Forti del loro stipendio sicuro, delle loro diciotto ore di cattedra, dei famigerati tre mesi di vacanza, sono stati spesso criticati, bistrattati, insultati e qualche volta anche aggrediti.

Invece sono là seduti in cattedra con davanti i ragazzi, a pochi metri. Sono tesi, nervosi, hanno paura, come tutti noi o quasi. Ma sono là. Io li vedo tutti i giorni, incrocio i loro sguardi preoccupati, scambio con loro qualche parola e qualche battuta. Io sono barricato nel mio ufficio, c’è uno sportello con uno spesso vetro, sono davanti al mio computer, potrei anche lavorare da casa e probabilmente lo farò.

Loro per adesso sono al fronte, perché la scuola non è un luogo come un altro e qualche rischio lo porta con sé. Tutti però finora sembrano molto responsabili, alunni, genitori, docenti. Ringraziate gli insegnanti dei vostri figli, questa volta se lo meritano.

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Nato a Novara, vissuto mentalmente a Parigi, continua a credere che la vita reale sia un ottimo surrogato del web.