“Era un giorno buio a Dallas, novembre ’63/Un giorno che vivrà per sempre nell’ignominia/ Il presidente Kennedy volava alto/Una buona giornata per essere vivi e una buona giornata per morire…”.
E così Mr. Zimmerman, nei giorni del lockdown (e forse non a caso), sforna “Murder Most Foul”, un incredibile testo, incastonato in un composizione musicale-gioiello che, partendo da quel terribile assassinio, ripercorre una bella fetta della storia americana e non solo, attraverso la musica, il cinema, la letteratura (dalla nascita da lì a poco dei “Beatles”, ai festival di Woodstock e Altamont) con decine e decine di riferimenti, spesso di difficile collocazione, come “Deep Ellum”, quartiere di Dallas o “Ride the Pink Horse”, film noir del 1947 e moltissimi altri.
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Ma le canzoni e le ballate di Dylan sono così, sono marchingegni linguistici e semantici sostenuti da una incomparabile capacità di narrazione sonora. Ci vorrebbe tutta la cultura musicale del mio amico Riccardo Bertoncelli o l’immensa pignoleria di uno studioso dylaniano come Alessandro Carrera, per illuminarci su ogni singolo riferimento e su ogni citazione, anche se nel web si trovano discrete traduzioni e buone guide all’ascolto (segnalo quella del sito “Tom Tom Rock” e quella del “Rolling Stones”).
Non mancate di ascoltare la voce pastosa del menestrello di Duluth che il 24 maggio ha compiuto settantanove anni. Davvero Buon compleanno Bob…