Caro Beppe Sala, io capisco bene che senza i pendolari a causa dello smart working i bar, i ristoranti, le pizzerie, le paninerie del centro di Milano possano risentirne. Lo capisco benissimo. Quello che non capisco è il motivo per cui tu, caro Beppe Sala, non capisca che il pendolarismonon dovrebbe essere la normale condizione lavorativa delluomo.

Non ti sei mai chiesto che vita fa un pendolare? Prendiamone ad esempio uno che venga a Milano da Novara e che lavori, per esempio, a San Babila, anzi in San Babila”, come dicono i milanesi fighetti. Alle 06:00 della mattina il signor Gaudenzio Brambilla si alza, fa  colazione, prende lauto e dalla propria abitazione alla periferia di Novara raggiunge la piazza della stazione, posteggia, spendendo denaro per labbonamento al posteggio.

Prende il treno delle ore 07:10, spendendo soldi per labbonamento, per avere poi un posto in piedi schiacciato come una sardina (se no che sardina sarebbe) e, treno in orario permettendo, arriva a Milano Porta Garibaldi alle ore 08:00, da dove prende la linea 2 della metro, pagando un abbonamento allAtm, per arrivare alla stazione di Cadorna, dove trasborda sulla linea 1 e dopo un tragitto su un vagone pressato come uno sgombro (sardina lo abbiamo già detto), arriva a destinazione. Siccome lufficio è in C.so Europa, percorre anche un breve tratto a piedi e alle 08:30 è in ufficio. Lavora fino alla pausa pranzo delle 13:30,quando finalmente può spendere (non vedeva lora)10-15 euro (dipende) da Mc.Donalds, appollaiato su uno sgabello o sedersi al tavolo di una pizzeria oppure, peggio ancora,mangiare sulla tastiera del computer. Dopo tre quarti dora è di nuovo al lavoro fino alle 17:30.

E allora si ricomincia: tratto a piedi-metro linea 1-metro linea 2-treno Milano-Novara-auto e finalmente a casa alle ore 19:30, se tutto fila liscio. Sono dodici ore e mezza di impegno. Certo, bar ristoranti, pizzerie, paninerie del centro di Milano guadagnano, ma non ti sfiora il dubbio che la qualità della vita di questa persona sarebbe di gran lunga migliore se potesse lavorare in smart working? Gaudenzio Brambilla forse non pensa al giro daffari dei locali, ma i gestori dei locali pensano forse anche alla qualità della vita di Gaudenzio Brambilla? Chiedo per un amico…

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Mario Grella

Nato a Novara, vissuto mentalmente a Parigi, continua a credere che la vita reale sia un ottimo surrogato del web.

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Caro Beppe Sala…

Caro Beppe Sala, io capisco bene che senza i pendolari a causa dello smart working i bar, i ristoranti, le pizzerie, le paninerie del centro di Milano possano risentirne. Lo capisco benissimo. Quello che non capisco è il motivo per cui tu, caro Beppe Sala, non capisca che il pendolarismonon dovrebbe essere la normale condizione lavorativa delluomo.

Non ti sei mai chiesto che vita fa un pendolare? Prendiamone ad esempio uno che venga a Milano da Novara e che lavori, per esempio, a San Babila, anzi in San Babila”, come dicono i milanesi fighetti. Alle 06:00 della mattina il signor Gaudenzio Brambilla si alza, fa  colazione, prende lauto e dalla propria abitazione alla periferia di Novara raggiunge la piazza della stazione, posteggia, spendendo denaro per labbonamento al posteggio.

Prende il treno delle ore 07:10, spendendo soldi per labbonamento, per avere poi un posto in piedi schiacciato come una sardina (se no che sardina sarebbe) e, treno in orario permettendo, arriva a Milano Porta Garibaldi alle ore 08:00, da dove prende la linea 2 della metro, pagando un abbonamento allAtm, per arrivare alla stazione di Cadorna, dove trasborda sulla linea 1 e dopo un tragitto su un vagone pressato come uno sgombro (sardina lo abbiamo già detto), arriva a destinazione. Siccome lufficio è in C.so Europa, percorre anche un breve tratto a piedi e alle 08:30 è in ufficio. Lavora fino alla pausa pranzo delle 13:30,quando finalmente può spendere (non vedeva lora)10-15 euro (dipende) da Mc.Donalds, appollaiato su uno sgabello o sedersi al tavolo di una pizzeria oppure, peggio ancora,mangiare sulla tastiera del computer. Dopo tre quarti dora è di nuovo al lavoro fino alle 17:30.

E allora si ricomincia: tratto a piedi-metro linea 1-metro linea 2-treno Milano-Novara-auto e finalmente a casa alle ore 19:30, se tutto fila liscio. Sono dodici ore e mezza di impegno. Certo, bar ristoranti, pizzerie, paninerie del centro di Milano guadagnano, ma non ti sfiora il dubbio che la qualità della vita di questa persona sarebbe di gran lunga migliore se potesse lavorare in smart working? Gaudenzio Brambilla forse non pensa al giro daffari dei locali, ma i gestori dei locali pensano forse anche alla qualità della vita di Gaudenzio Brambilla? Chiedo per un amico…

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