Eric Gobetti è uno storico torinese, ha scritto un libro sulla vicenda orribile e tristissima delle Foibe di cui qualche giorno fa abbiamo celebrato il ricordo dei suoi Martiri e dell’Esodo del popolo Giuliano, istriano e dalmata.
Il libro da’ una versione sua delle origini di questo episodio, lo vuole contestualizzare nella vicenda storica dell’occupazione della ex Jugoslavia e della persecuzione da parte del nazifascismo prima della minoranza slovena e croata in Italia e poi delle stesse popolazioni della Slovenia e della Croazia di lingua e cultura slava.
Le tesi contenute nel libro possono benissimo essere criticate e possono essere tacciare di riduzionismo e revisionismo, condivise in parte o del tutto o pochissimo.
Si può decidere di leggere il suo libro, non leggerlo per principio e sconsigliarne la lettura sulla base di stroncature di persone che stimiamo o perché siamo convinti già di avere delle certezze sulla questione basate sulle nostre letture o sull’ascolto di testimonianze o sulle nostre esperienze personali o familiari.
Quello che nessuno può permettersi di fare è riversare odio e insulti su Gobetti sul web e sui muri, minacciare di morte lui e i suoi familiari per le sue idee sulle Foibe.
Quegli uomini e quelle donne, lontane nel tempo e nello spazio eppure così sempre vicine a noi negli affetti e nel ricordo sono morte per un eccesso di odio.
Donne, uomini, bambini, maestri, Carabinieri, Finanzieri, Poliziotti, preti, cattolici, laici, liberali, socialisti , antifascisti e fascisti, italiani ma anche di altre nazionalità sono stati sepolti nelle Foibe per odio, odio ideologico, politico, etnico, sociale, nazionale.
Odiare ancora significa offendere la loro memoria, significa infoibarli ancora indifesi e incolpevoli come allora.