Mi sento di spezzare una lancia anzi una forbice per la categoria dei parrucchieri, parrucchiere, barbieri e barbiere. Sembra che siano l’ultima categoria che potrà aprire e saranno soggetti a inevitabili restrizioni: non si sa se in base ai metri quadrati, non più di una cliente per volta o forse una cliente per dipendente o un mix di questi tre fattori.

In Oriente già prima si vedevano parrucchiere e barbieri lavorare con la mascherina ma non i clienti, oggi si parla di una mascherina che si dovrebbe attaccare alla faccia per evitare i lacci intorno alle orecchie e poi tutto il problema della sanificazione di strumenti e ambienti.

Una crisi che già venti e più anni fa la categoria aveva dovuto affrontare con l’esplodere dell’emergenza aids che aveva fatto sparire il taglio della barba con rasoio a mano solo recentemente ritornato di gran moda nei barber shop.

 

 

Il rischio è che quando potranno riaprire e avranno i tantissimi clienti che non riuscivano più a stare con i capelli di due mesi, lunghi e bisognosi di tinta, questi clienti  vadano incontro a lunghissime attese con orari che inevitabilmente si dovranno protrarre per tutta la giornata fino alle 22 con l’apertura domenicale come era fino a cinquanta anni fa per i barbieri.

Un altro rischio non solo per le tasse ma per l’igiene e la prevenzione del contagio sia che questo punto si moltiplichino le parrucchiere e i barbieri  in nero a domicilio.

Mi dispiacerebbe per le tante parrucchiere in regola che in questi giorni si sono prodigate con video vari a consigliare una buona manutenzione casalinga per colore e acconciatura per le loro clienti.

Cosa andrà poi di moda alla riapertura non si sa: alcune e alcuni potrebbero aver scoperto il gusto dei capelli più lunghetti e quindi aggiustarli appena, altre stufe potrebbero provare tagli radicali nel timore di nuove chiusure, altre potrebbero rinnovare la tinta e magari cambiare colore, altre rinunciarvi per sempre in nome del ritorno a una certa naturalezza.

Le barbe potrebbero passare di moda perché fastidiose sotto la mascherina mentre vedremo se è sempre valida la teoria che vuole le donne adottare il taglio corto nei periodi di crisi economica e virare sul lungo in quelli più ricchi.

Certamente sarà comunque una categoria che avrà i suoi problemi ma mai come in questi giorni ha il suo giusto riconoscimento sociale.

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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Mi sento di spezzare una lancia anzi una forbice per la categoria dei parrucchieri, parrucchiere, barbieri e barbiere. Sembra che siano l’ultima categoria che potrà aprire e saranno soggetti a inevitabili restrizioni: non si sa se in base ai metri quadrati, non più di una cliente per volta o forse una cliente per dipendente o un mix di questi tre fattori.

In Oriente già prima si vedevano parrucchiere e barbieri lavorare con la mascherina ma non i clienti, oggi si parla di una mascherina che si dovrebbe attaccare alla faccia per evitare i lacci intorno alle orecchie e poi tutto il problema della sanificazione di strumenti e ambienti.

Una crisi che già venti e più anni fa la categoria aveva dovuto affrontare con l’esplodere dell’emergenza aids che aveva fatto sparire il taglio della barba con rasoio a mano solo recentemente ritornato di gran moda nei barber shop.

 

 

Il rischio è che quando potranno riaprire e avranno i tantissimi clienti che non riuscivano più a stare con i capelli di due mesi, lunghi e bisognosi di tinta, questi clienti  vadano incontro a lunghissime attese con orari che inevitabilmente si dovranno protrarre per tutta la giornata fino alle 22 con l’apertura domenicale come era fino a cinquanta anni fa per i barbieri.

Un altro rischio non solo per le tasse ma per l’igiene e la prevenzione del contagio sia che questo punto si moltiplichino le parrucchiere e i barbieri  in nero a domicilio.

Mi dispiacerebbe per le tante parrucchiere in regola che in questi giorni si sono prodigate con video vari a consigliare una buona manutenzione casalinga per colore e acconciatura per le loro clienti.

Cosa andrà poi di moda alla riapertura non si sa: alcune e alcuni potrebbero aver scoperto il gusto dei capelli più lunghetti e quindi aggiustarli appena, altre stufe potrebbero provare tagli radicali nel timore di nuove chiusure, altre potrebbero rinnovare la tinta e magari cambiare colore, altre rinunciarvi per sempre in nome del ritorno a una certa naturalezza.

Le barbe potrebbero passare di moda perché fastidiose sotto la mascherina mentre vedremo se è sempre valida la teoria che vuole le donne adottare il taglio corto nei periodi di crisi economica e virare sul lungo in quelli più ricchi.

Certamente sarà comunque una categoria che avrà i suoi problemi ma mai come in questi giorni ha il suo giusto riconoscimento sociale.

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54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.