Il “Dante” di Alessandro Barbero

Il saggio biografico dello scrittore e storico Alessandro Barbero ricostruisce in modo rigoroso le vicende di vita di Dante Alighieri basandosi su documenti degli archivi di Firenze e mettendoli a confronto con i primi suoi biografi come il Boccaccio.

La fatica noiosa dell’erudito topo di archivi è risparmiata al lettore che di mestiere non fa lo storico filtrata dalla prosa scorrevole di Barbero.

Per il professore di Storia mediedvale dell’Università del Piemonte Orientale, fra i maggiori divulgatori storici oggi in Italia, la figura di Dante è quella di un ricco borghese, che fino al bando da Firenze e la conseguente confisca dei suoi beni, poté vivere di rendita dedicandosi agli studi e alla poesia, con velleità a sentirsi nobile da qui la frequentazione di giovani aristocratici come Guido Cavalcanti.

Dante, diminutivo di Durante Alighieri, è passato nella sua vita da giovane e brillante politico fiorentino di parte guelfa, con un iter attraverso i numerosi consigli rappresentativi che costituivano la democrazia di Florentia, a collaboratore dei signori di cui fu ospite, dalla Lunigiana fino ai Cangrande di Verona e ai da Polenta di Ravenna, facendo da ambasciatore, consigliere politico , estensore di trattati e discorsi.

Anche ideologicamente Dante nel tempo cambia , ci dà conto il Barbero , da sostenitore moderato della corrente popolare, oggi diremmo populista, a Firenze che voleva emarginare ed estromettere dal Governo della Città i cosiddetti Magnati, oligarchia ricca, forte e prepotente a favore delle classi popolari fino ad essere apologeta dell’Imperatore e del suo dominio.

Potremmo dire da progressista a reazionario con le categorie politiche odierne.

Barbero spiega bene come i rapporti fra i due sessi fossero così limitati che l’Amore per Beatrice non potesse che essere, per forza, estremamente platonico e come sia credibile il suo inizio fra due bambini vicini di casa.

Il libro permette agevolmente di avere un’immagine vivida e reale del tempo di Dante, dell’Italia di allora con le sue lotte di campanile e familiari, con l’intervento sempre pronto degli stranieri, l’alba di una storia nazionale che sarà sempre difficile, stentata, tortuosa fino allo sbocco solo 160 anni fa in uno Stato unitario ed indipendente, separato dalla Chiesa.

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Pier Luigi Tolardo

54 anni, novarese da sempre, passioni: politica, scrittura. Blogger dal 2001.

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Il “Dante” di Alessandro Barbero

Il saggio biografico dello scrittore e storico Alessandro Barbero ricostruisce in modo rigoroso le vicende di vita di Dante Alighieri basandosi su documenti degli archivi di Firenze e mettendoli a confronto con i primi suoi biografi come il Boccaccio.

La fatica noiosa dell’erudito topo di archivi è risparmiata al lettore che di mestiere non fa lo storico filtrata dalla prosa scorrevole di Barbero.

Per il professore di Storia mediedvale dell’Università del Piemonte Orientale, fra i maggiori divulgatori storici oggi in Italia, la figura di Dante è quella di un ricco borghese, che fino al bando da Firenze e la conseguente confisca dei suoi beni, poté vivere di rendita dedicandosi agli studi e alla poesia, con velleità a sentirsi nobile da qui la frequentazione di giovani aristocratici come Guido Cavalcanti.

Dante, diminutivo di Durante Alighieri, è passato nella sua vita da giovane e brillante politico fiorentino di parte guelfa, con un iter attraverso i numerosi consigli rappresentativi che costituivano la democrazia di Florentia, a collaboratore dei signori di cui fu ospite, dalla Lunigiana fino ai Cangrande di Verona e ai da Polenta di Ravenna, facendo da ambasciatore, consigliere politico , estensore di trattati e discorsi.

Anche ideologicamente Dante nel tempo cambia , ci dà conto il Barbero , da sostenitore moderato della corrente popolare, oggi diremmo populista, a Firenze che voleva emarginare ed estromettere dal Governo della Città i cosiddetti Magnati, oligarchia ricca, forte e prepotente a favore delle classi popolari fino ad essere apologeta dell’Imperatore e del suo dominio.

Potremmo dire da progressista a reazionario con le categorie politiche odierne.

Barbero spiega bene come i rapporti fra i due sessi fossero così limitati che l’Amore per Beatrice non potesse che essere, per forza, estremamente platonico e come sia credibile il suo inizio fra due bambini vicini di casa.

Il libro permette agevolmente di avere un’immagine vivida e reale del tempo di Dante, dell’Italia di allora con le sue lotte di campanile e familiari, con l’intervento sempre pronto degli stranieri, l’alba di una storia nazionale che sarà sempre difficile, stentata, tortuosa fino allo sbocco solo 160 anni fa in uno Stato unitario ed indipendente, separato dalla Chiesa.

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