Quando uscii La Febbre del Sabato sera avevo 16 anni e facevo terza superiore. L’Italia era nel mezzo di una grande transizione fra anni cosiddetti di piombo, in cui ogni giorno si manifestava contro il Governo e a volte non si sapeva neanche contro chi si manifestava e gli ” anni del desiderio” come li ha definiti Umberto Eco, in cui ha imperato di più il desiderio di star bene, fare soldi, spendere i soldi e cercare di essere felici perché si era stanchi di dibattiti di cui ci si era rotti i coglioni come si diceva in una canzone di Finardi di quell’anno.
Nella mia classe di terza magistrale abbiamo dibattuto molto il film di John Travolta e Olivia Newton John, allora ragazzi e oggi vecchi come me, sia nell’ ora di italiano che di religione .
C’era una minoranza di ragazze politicizzate , erano tutte ragazze le mie compagne, che sosteneva che questo film era l’oppio dei popoli , voleva convincere la gente a vivere solo per andare in discoteca invece di fare politica e dava l’idea della donna come di un’oca sempre in ghingheri per il suo ganzo.
C’era una maggioranza di ragazze non politicizzate che sosteneva che era solo un film e che uno o una possono anche andare a ballare senza per questo diventare delle fascistone.
Personalmente pensavo che un po’ il film fosse una cagata americana da aborrire e per principio lo vidi solo qualche anno dopo in Tv anche se ogni tanto guardavo anch’io Fonzie e però non pensavo che le masse venissero rovinate da un film , magari erano già rovinate da prima di vederlo e pure senza vederlo.
Certamente Olivia mi piaceva un casino, mi sarebbe piaciuto avere una ragazza come lei, mentre John mi sembrava un bullo maschilista e probabilmente lo era.
Per cui questo dibattito attuale sul film mi sembra una cosa così vecchia e datata che non lo posso sentire, nostalgia va bene ma senza esagerare.