Capita poche volte nella storia nostra storia personale di assistere a ciò a cui abbiamo assistito oggi e, in generale, in queste ultime settimane. Oggi il Papa sotto una pioggia furibonda, sul sagrato della Basilica di San Pietro, ha pregato per noi, per credenti e per non credenti, perché la pandemia possa cessare. Il Papa parlava direttamente con il Signore e, per sua intercessione, anche noi abbiamo potuto pregarlo. Una comunicazione diretta con il Divino.
Non si è trattato solo di suggestione della piazza deserta e della solennità delle preghiere, si è trattato di qualcosa di più. Lo sappiamo tutti, credenti e non credenti. Subito dopo, alla televisione, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è rivolto direttamente agli italiani e, dopo aver ricordato tutte le persone morte e i loro famigliari, si è rivolto a tutti noi per sostenerci, per incoraggiarci a continuare a resistere in questi terribili giorni. Sia il Papa che il Presidente hanno ringraziato tutti coloro che ogni giorno, con dedizione e impegno, continuano a fare il loro lavoro, dai medici agli addetti alle pulizie.
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Anche il Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli è comparso in televisione per esortare l’Europa a mettere in atto tutte le misure possibili e immaginabili (ed anche inimmaginabili), per sostenere l’economia italiana e, allo stesso modo, tutte le economie europee. L’Italia è stata portata ad esempio dalle più importanti organizzazioni sanitarie mondiali, dai più importanti organi di stampa, da capi di governi, da personalità politiche, come un modello da seguire nella gestione di questa difficile emergenza.
L’Italia si è scoperta straordinariamente capace di reagire, si è dimostrata solidale, persino forte. Stiamo dimostrando addirittura di saper rispettare le regole. Chi l’avrebbe mai detto? Eravamo un ammasso di individui e ci stiamo riscoprendo un popolo. Ed è proprio il momento di esserlo e di esserlo anche dopo, quando ci sarà da ricostruire il tessuto economico e sociale. In tutto questo non varrebbe nemmeno la pena di parlare dei miserabili, infatti non ne parlerò. Non è il momento e non lo sarà nemmeno dopo. Insieme ce la faremo, ma insieme…