Stiamo uscendo, forse, faticosamente dalla fase dell’Emergenza sanitaria e sentiamo tutti il bisogno di tornare alla normalità o una cosa molto simile a quello che vivevamo prima.
Quindi anche alla politica ma quale politica? Sembrerebbe alla solita politica italiana: si vota, non si vota, si fa un nuovo governo, no si tiene questo, più voti a te e meno a me e viceversa, i sondaggi, le polemiche, gli insulti, le alleanze e le divisioni, le polemiche.
Tutto normale ed inevitabile ma la politica è davvero tutta qui, questa e solo questa? In realtà dopo che la politica è necessariamente passata in secondo piano rispetto alla scienza e alla medicina nella fase dell’emergenza sanitaria che obbligava a risposte univoche e uniche man mano che ci addentriamo nella fase dell’emergenza economica e sociale le risposte non sono e non possono essere così univoche ma necessariamente diverse e anche divisive.
Lo Stato deve essere più forte nel dirigere e controllare l’economia oppure deve farsi da parte per lasciare completamente libere le imprese? Le tasse e gli aiuti devono servire a mantenere le differenze sociali di prima oppure devono ridurre queste differenze a favore dei più poveri e meno ricchi e sfavore dei più ricchi?
È più importante recuperare punti di Pil anche a danno dell’ambiente o bisogna invertire la rotta definitivamente: meno inquinamento, più trasporto sostenibile, meno consumo del suolo?
Le scelte non sono indifferenti, equivalenti, le priorità da sempre le stabiliscono i politici che si fanno influenzare o meno dalle imprese, gli ecologi, i geologi , gli esperti di malattie dell’apparato respiratorio e dei tumori, gli psicologi, gli etologi e i veterinari , possono dare ai politici dati e previsioni ma il pallino è in mano ai politici che dovrebbero dirci le loro idee in proposito e non solo e non tanto chi vorrebbero come Premier che è una questione piuttosto irrilevante e marginale.