Essendo credente e abitando a meno di duecento metri dall’ingresso della Basilica di San Gaudenzio ho potuto fare “attività motoria” spingendomi fino alla chiesa, che come moltissime altre in tutte le città, è rimasta aperta.

Per tutti i giorni della quarantena ho messo una candela a San Gaudenzio:con guanti e mascherina, prendevo la candela all’ingresso della Basilica deserta, l’accendevo, attraversavo l’ampia navata, mi dirigevo verso il braccio destro del transetto e poggiavo il lumino ai piedi dello “scurolo” che ospita le spoglie del santo, che per l’appunto è il “patrono”, il “protettore” della città. Poi dicevo una preghiera e me ne tornavo a casa.

Continuo a farlo anche ora. Lo faccio per me e per tutti Voi che credete e anche per coloro che non credono, naturalmente. Un gesto normale, che fanno milioni di persone nel mondo, ma che in questo drammatico momento assume un “aura” particolare. E così mi sono ricordato di Andrej Gorakov. Chi è? Andrej Gorakov è il protagonista di uno stupendo film del 1983 di Andrej Tarkovskij, “Nostalghia”, che racconta di uno studioso russo che giunge in Italia per motivi di studio.

Qui conosce Domenico, un vecchio “pazzo” che chiede allo studioso russo di compiere uno strano rito purificatorio: attraversare la piscina vuota di Bagno Vignoni con una candela accesa in mano. Ma non pensate male, non mi sento affatto Andrej Gorakov, se non per la similitudine del gesto. Quello invece che mi sembra importante è riflettere sulle parole urlate da Domenico, il “pazzo”, mentre Andrej Gorakov attraversa la piscina vuota con la sua candela accesa.

Ascoltatele…

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=9HLBqodWCtc]

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Mario Grella

Nato a Novara, vissuto mentalmente a Parigi, continua a credere che la vita reale sia un ottimo surrogato del web.

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La candela

Essendo credente e abitando a meno di duecento metri dall’ingresso della Basilica di San Gaudenzio ho potuto fare “attività motoria” spingendomi fino alla chiesa, che come moltissime altre in tutte le città, è rimasta aperta.

Per tutti i giorni della quarantena ho messo una candela a San Gaudenzio:con guanti e mascherina, prendevo la candela all’ingresso della Basilica deserta, l’accendevo, attraversavo l’ampia navata, mi dirigevo verso il braccio destro del transetto e poggiavo il lumino ai piedi dello “scurolo” che ospita le spoglie del santo, che per l’appunto è il “patrono”, il “protettore” della città. Poi dicevo una preghiera e me ne tornavo a casa.

Continuo a farlo anche ora. Lo faccio per me e per tutti Voi che credete e anche per coloro che non credono, naturalmente. Un gesto normale, che fanno milioni di persone nel mondo, ma che in questo drammatico momento assume un “aura” particolare. E così mi sono ricordato di Andrej Gorakov. Chi è? Andrej Gorakov è il protagonista di uno stupendo film del 1983 di Andrej Tarkovskij, “Nostalghia”, che racconta di uno studioso russo che giunge in Italia per motivi di studio.

Qui conosce Domenico, un vecchio “pazzo” che chiede allo studioso russo di compiere uno strano rito purificatorio: attraversare la piscina vuota di Bagno Vignoni con una candela accesa in mano. Ma non pensate male, non mi sento affatto Andrej Gorakov, se non per la similitudine del gesto. Quello invece che mi sembra importante è riflettere sulle parole urlate da Domenico, il “pazzo”, mentre Andrej Gorakov attraversa la piscina vuota con la sua candela accesa.

Ascoltatele…

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=9HLBqodWCtc]

© 2020-2024 La Voce di Novara
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Nato a Novara, vissuto mentalmente a Parigi, continua a credere che la vita reale sia un ottimo surrogato del web.