L’ultimo atto di Minola al Maggiore: l’aula magna intitolata a Enrico Bottini. «Vuole essere il riconoscimento non solo a un personaggio significativo di questo ospedale, ma a tutti quelli che nei secoli passati hanno contribuito a far grande il ‘Maggiore’. Tra l’altro, proprio Bottini (e questo richiama questi difficili momenti) fu il primo a porre come punto fermo in chirurgia l’obbligo di lavarsi e disinfettarsi le mani per prevenire le infezioni», ha detto il direttore generale Mario Minola, che da lunedì si insedierà alla guida del Welfare regionale.
Bottini, giovane e geniale medico che nel 1865, a soli 30 anni di età, aveva assunto presso l’Ospedale Maggiore della Carità di Novara la Direzione della Divisione di Chirurgia e della Scuola di Ostetricia: i suoi studi sulle complicanze infettive a seguito di interventi chirurgici fanno parte della storia della medicina.
Nel 1924 l’Amministrazione del nosocomio novarese dedicò ad Enrico Bottini una lapide per ricordare ai posteri una sperimentazione scientifica condotta a Novara. Nello studio, intitolato “Dell’acido fenico nella chirurgia pratica e nella tassidermica”, pubblicato nel 1866 sulla rivista milanese Annali Universali di Medicina, Enrico Bottini scrive: “Nel 1862 il chiarissimo Professor Angelo Pavesi, ordinario di Chimica Farmaceutica a Pavia, mi offerse una boccetta di acido fenico, pregandomi di volerlo sperimentare nella pratica chirurgica, e segnatamente in casi di piaghe gangrenose. Ma io non avendo in quell’epoca a disposizione un servizio pubblico di chirurgia, non potevo avere individui a sufficienza su cui poter condurre simili indagini. Poscia i tempi volsero migliori, avendo avuto la opportunità di trovarmi presso l’Ospedale di Novara alla Direzione di un vasto comparto chirurgico. Tali investigazioni vennero estese su oltre 600 infermi, vigilando con la maggior diligenza ai mutamenti occorsi nelle piaghe medicate con l’acido fenico. Lavando queste piaghe con l’acqua fenicata, scorgonsi le marcie diminuire sensibilmente, ed esaminate al miscroscopio, più non si rinvengono tracce di batteri, la qual cosa lascia credere che la esagerata formazione di pus sia in rapporto con la presenza dei parassiti che lo popolano. Lo esperimento di osservare le marcie al microscopio, tanto prima di averle messe a contatto con l’acido fenico che dopo, lo ripetemmo reiterate volte, e sempre con lo stesso risultato, vale a dire di trovarle popolate o dispopolate di batteri, a seconda che erano o meno state messe in rapporto con l’acido fenico”.
Enrico Bottini con questo studio anticipò di un anno le conclusioni cui sarebbe giunto Joseph Lister, Professore di Chirurgia all’Università di Glasgow, nel suo studio “Del principio dell’asepsi nella pratica chirurgica”, pubblicato sulla rivista The Lancet nel 1867. La diffusione del principio dell’antisepsi prima, e dell’asepsi poi, determinò una drastica riduzione della mortalità negli interventi chirurgici a causa di complicanze infettive. Nel corso della seconda metà del XIX secolo il progredire delle conoscenze nel campo della microbiologia, attraverso gli studi di Louis Pasteur e Robert Koch, porteranno alla nascita della chirurgia moderna. Enrico Bottini, sperimentatore, e l’Ospedale Maggiore della Carità di Novara, teatro della detta sperimentazione, hanno un posto in questo capitolo della storia della medicina.
Assommano ad una ventina gli studi scientifici pubblicati da Enrico Bottini negli anni in cui fu Direttore della Divisione di Chirurgia dell’Ospedale Maggiore della Carità di Novara.
La città di Novara e il suo ospedale costituirono, quindi, un ambiente ricco di stimoli per il giovane medico originario dell’Oltrepò pavese. Nel 1875 Enrico Bottini lasciò la Direzione della Divisione di Chirurgia e della Scuola di Ostetricia dell’Ospedale Maggiore di Novara per dedicarsi allo studio. Nel 1877 vinse il concorso per la Cattedra di Chirurgia all’Università di Pavia. Tenne la Cattedra sino al 1903, anno della sua morte. Eletto nel 1887 Deputato e nel 1891 Senatore del Regno d’Italia, Enrico Bottini è unanimemente considerato, dagli storici della medicina, un chirurgo di rilievo internazionale per i molti processi operativi ideati. Tutti gli storici della medicina, parimenti, indicano la sperimentazione sull’impiego dell’acido fenico in chirurgia, condotta in gioventù presso l’Ospedale Maggiore della Carità di Novara, quale suo contributo più importante al progresso della scienza medica.