Mortale a Borgomanero: vittima riconosciuta grazie a una difficile ricostruzione della Scientifica

«Ci tengo che si sappia del lavoro che svolge con precisione la Polizia scientifica. Spesso di una indagine si parla solo dell’aspetto finale, che di fatto è quello concreto, ma dietro c’è un grande lavoro». Con questo spirito il questore di Novara Rosanna Lavezzaro nella mattinata di oggi, martedì 20 aprile, ha tenuto una conferenza stampa per descrivere il lavoro della Scientifica, partendo da un concreto e recente fatto di cronaca, ossia il riconoscimento del corpo carbonizzato di Alexandra Baiorskaia, la donna di origine russa, morta carbonizzata nella sua auto lo scorso 6 aprile 2021.

 

 

«Siamo rimasti sul posto della tragedia fino alle 4 del mattino, quando poi il corpo è stato portato in obitorio e su delega del magistrato Castellani, proprio lì abbiamo cercato di rintracciare le sue impronte digitali» ha detto il sostituto commissario Paolo Campese. E’ stata questa un’operazione molto difficile e particolare: la rimozione dell’epidermide compromessa e lo stato del derma sottostante ha costretto gli operanti a un tentativo di assunzione dattiloscopica della sola mano destra con il metodo dell’inchiostrazione; dopo una speciale tecnica di infiltrazione di liquido restauratore “post mortem” inoculato alla base di ogni sinolo polpastrello al fine di operare un rigonfiamento del derma superstite si è arrivati all’obiettivo.

«L’operazione di ricostruzione delle impercettibili impronte presenti nello strato dermico alla radice di ogni dito ha permesso di ricostruire il set delle cinque dita e del palmo della mano destra che veniva così inoltrate al gabinetto interregionale di polizia scientifica di Torino» è stato spiegato in conferenza. Un’operazione difficile: «In letteratura si colgono tante tecniche ma quella su corpi carbonizzati è la più difficile, – ha spiegato il dottor Andrea Giuliano – ed è importante sottolineare un aspetto, il riconoscimento è stato reso possibile grazie al fatto che la signora era di origini straniere, non sarebbe avvenuto lo stesso in caso di persona italiana». A collegarsi a questo aspetto il vicequestore Davide Balbi: «Forti difficoltà sono state riscontrate durante il recupero dei corpi al ponte Morandi, è stato fortemente difficile riconoscere alcune persone».

Sempre in occasione della conferenza stampa sono stati elencati alcuni interventi della questura portati a termine proprio grazie all’attività specializzata della Scientifica, come per esempio il furto aggravato nella palestra di via Da Giussano 53 della Libertas Novara lo scorso 22 aprile 2020: sono state estrapolato impronte papillari riconducibili a un pluripregiudicato per reati contro il patrimonio, contro la persona e in materia di spaccio di sostanze stupefacenti. Sempre ad aprile l’enoteca di via XX Settembre subiva un furto di numerosi pregiati vini e liquori: individuato un soggetto di nazionalità rumena; a luglio 2020 gli operatori sono intervenuti in sia Silone a seguito di un furto in abitazione con un furto importante: dai rilievi tecnici svolti è stato individuato un pregiudicato novarese.

Tra i più recenti quello che risale all’8 febbraio 2021 con l’intervento al Pizza Club per furto della cassa con tanto denaro, dall’esame dei frammenti dattiloscopici di una finestra forzata per entrare nel locale emergeva come autore un soggetto di origine egiziana, pluripregiudicato per i reati contro il patrimonio, la persona e la pubblica amministrazione, in materia di armi e di spaccio.

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Mortale a Borgomanero: vittima riconosciuta grazie a una difficile ricostruzione della Scientifica

«Ci tengo che si sappia del lavoro che svolge con precisione la Polizia scientifica. Spesso di una indagine si parla solo dell’aspetto finale, che di fatto è quello concreto, ma dietro c’è un grande lavoro». Con questo spirito il questore di Novara Rosanna Lavezzaro nella mattinata di oggi, martedì 20 aprile, ha tenuto una conferenza stampa per descrivere il lavoro della Scientifica, partendo da un concreto e recente fatto di cronaca, ossia il riconoscimento del corpo carbonizzato di Alexandra Baiorskaia, la donna di origine russa, morta carbonizzata nella sua auto lo scorso 6 aprile 2021.

 

 

«Siamo rimasti sul posto della tragedia fino alle 4 del mattino, quando poi il corpo è stato portato in obitorio e su delega del magistrato Castellani, proprio lì abbiamo cercato di rintracciare le sue impronte digitali» ha detto il sostituto commissario Paolo Campese. E’ stata questa un’operazione molto difficile e particolare: la rimozione dell’epidermide compromessa e lo stato del derma sottostante ha costretto gli operanti a un tentativo di assunzione dattiloscopica della sola mano destra con il metodo dell’inchiostrazione; dopo una speciale tecnica di infiltrazione di liquido restauratore “post mortem” inoculato alla base di ogni sinolo polpastrello al fine di operare un rigonfiamento del derma superstite si è arrivati all’obiettivo.

«L’operazione di ricostruzione delle impercettibili impronte presenti nello strato dermico alla radice di ogni dito ha permesso di ricostruire il set delle cinque dita e del palmo della mano destra che veniva così inoltrate al gabinetto interregionale di polizia scientifica di Torino» è stato spiegato in conferenza. Un’operazione difficile: «In letteratura si colgono tante tecniche ma quella su corpi carbonizzati è la più difficile, – ha spiegato il dottor Andrea Giuliano – ed è importante sottolineare un aspetto, il riconoscimento è stato reso possibile grazie al fatto che la signora era di origini straniere, non sarebbe avvenuto lo stesso in caso di persona italiana». A collegarsi a questo aspetto il vicequestore Davide Balbi: «Forti difficoltà sono state riscontrate durante il recupero dei corpi al ponte Morandi, è stato fortemente difficile riconoscere alcune persone».

Sempre in occasione della conferenza stampa sono stati elencati alcuni interventi della questura portati a termine proprio grazie all’attività specializzata della Scientifica, come per esempio il furto aggravato nella palestra di via Da Giussano 53 della Libertas Novara lo scorso 22 aprile 2020: sono state estrapolato impronte papillari riconducibili a un pluripregiudicato per reati contro il patrimonio, contro la persona e in materia di spaccio di sostanze stupefacenti. Sempre ad aprile l’enoteca di via XX Settembre subiva un furto di numerosi pregiati vini e liquori: individuato un soggetto di nazionalità rumena; a luglio 2020 gli operatori sono intervenuti in sia Silone a seguito di un furto in abitazione con un furto importante: dai rilievi tecnici svolti è stato individuato un pregiudicato novarese.

Tra i più recenti quello che risale all’8 febbraio 2021 con l’intervento al Pizza Club per furto della cassa con tanto denaro, dall’esame dei frammenti dattiloscopici di una finestra forzata per entrare nel locale emergeva come autore un soggetto di origine egiziana, pluripregiudicato per i reati contro il patrimonio, la persona e la pubblica amministrazione, in materia di armi e di spaccio.

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