Piemonte, grandi elettori al Quirinale: decade l’ipotesi Canelli

Ha vinto la consuetudine e a Roma andranno il governatore Cirio, il presidente del consiglio regionale Allasia e il consigliere di minoranza Ravetti. L'elezione è avvenuta nel corso dell'assemblea di oggi a a Palazzo Lascaris

Piemonte, grandi elettori al Quirinale: decade l’ipotesi Canelli. Nessuna sorpresa. Sono Alberto Cirio, Stefano Allasia e Domenico Ravetti i tre grandi elettori piemontesi che parteciparanno ilm24 gennaio all’elezione del nuovo presidente della Repubblica, facendo così decadere l’ipotesi di spedire nella Capitale un sindaco scelto dalla maggioranza che era stato individuato proprio nel primo cittadino di Novara.

Unici candidati ufficiali in lizza, la loro investitura è avvenuta nel pomeriggio di oggi, martedì 11 gennaio, nel corso della parte conclusiva di una seduta dell’assemblea di Palazzo Lascaris tenutasi da remoto. L’unica sorpresa è stata quella che al voto – espresso in forma segreta attraverso la posta elettronica certifica, come deciso in conferenza di capigruppo – si è dovuto procedere per due volte, dopo che il primo, avvenuto in tarda mattinata, era stato annullato per problemi di natura tecnica.

Consuetudine confermata, insomma, che vuole questo incarico ricoperto dal presidente della giunta, in questo caso Cirio; dal presidente del consiglio regionale, Allasia; e da un esponente della minoranza, la cui scelta è ricaduta sul consigliere alessandrino del Partito democratico Ravetti. Nei giorni scorsi l’unica incertezza riguardava il nome di Allasia, sul quale non ci sarebbe stata – stando al si dice – un consenso unanime nell’ambito delle forze di maggioranza. La sua candidatura è stata tuttavia confermata dopo un pronunciamento da parte dello stesso segretario regionale del “Carroccio” e capogruppo alla Camera Riccardo Molinari. La maggiore curiosità, a questo punto, riguardava il numero di suffragi che avrebbe raccolto Allasia, tra l’altro in corsa per essere riconfermato alla guida del parlamentino piemontese, così come dovrà essere rinnovato l’intero ufficio di presidenza a metà legislatura. Lo spoglio “elettronico” ha dato il seguente esito: 49 presenti e votanti (ogni consigliere poteva esprimere due preferenze); Alberto Cirio, voti 30; Stefano Allasia, 28; Domenico Ravetti, 16.

«Con questo voto – ha commentato al termine il consigliere novarese della Lega Federico Perugini – si è rispettata una prassi consolidata che vuole due figure istituzionali come il governatore e il presidente del consiglio regionale indicati a partecipare all’elezione del capo dello Stato. Come forze di maggioranza ci sentiamo adeguatamente rappresentati; a loro si unisce quello della minoranza Ravetti. Da tutti, ciascuno per la propria parte, ci aspettiamo il miglior contributo in un momento istituzionale importante per la storia del nostro Paese».

Sul fronte della minoranza il consigliere del Pd Domenico Rossi ha espresso soddisfazione «per il collega Ravetti, che parteciperò insieme a Cirio e Allasia all’elezione del presidente della Repubblica. Si tratta di un momento delicato per l’Italia e mi auguro che il Parlamento saprà fare la scelta giusta. A trent’anni dalla strage di Capaci il nostro Paese merita un capo dello Stato all’altezza».

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Piemonte, grandi elettori al Quirinale: decade l’ipotesi Canelli

Ha vinto la consuetudine e a Roma andranno il governatore Cirio, il presidente del consiglio regionale Allasia e il consigliere di minoranza Ravetti. L’elezione è avvenuta nel corso dell’assemblea di oggi a a Palazzo Lascaris

Piemonte, grandi elettori al Quirinale: decade l’ipotesi Canelli. Nessuna sorpresa. Sono Alberto Cirio, Stefano Allasia e Domenico Ravetti i tre grandi elettori piemontesi che parteciparanno ilm24 gennaio all’elezione del nuovo presidente della Repubblica, facendo così decadere l’ipotesi di spedire nella Capitale un sindaco scelto dalla maggioranza che era stato individuato proprio nel primo cittadino di Novara.

Unici candidati ufficiali in lizza, la loro investitura è avvenuta nel pomeriggio di oggi, martedì 11 gennaio, nel corso della parte conclusiva di una seduta dell’assemblea di Palazzo Lascaris tenutasi da remoto. L’unica sorpresa è stata quella che al voto – espresso in forma segreta attraverso la posta elettronica certifica, come deciso in conferenza di capigruppo – si è dovuto procedere per due volte, dopo che il primo, avvenuto in tarda mattinata, era stato annullato per problemi di natura tecnica.

Consuetudine confermata, insomma, che vuole questo incarico ricoperto dal presidente della giunta, in questo caso Cirio; dal presidente del consiglio regionale, Allasia; e da un esponente della minoranza, la cui scelta è ricaduta sul consigliere alessandrino del Partito democratico Ravetti. Nei giorni scorsi l’unica incertezza riguardava il nome di Allasia, sul quale non ci sarebbe stata – stando al si dice – un consenso unanime nell’ambito delle forze di maggioranza. La sua candidatura è stata tuttavia confermata dopo un pronunciamento da parte dello stesso segretario regionale del “Carroccio” e capogruppo alla Camera Riccardo Molinari. La maggiore curiosità, a questo punto, riguardava il numero di suffragi che avrebbe raccolto Allasia, tra l’altro in corsa per essere riconfermato alla guida del parlamentino piemontese, così come dovrà essere rinnovato l’intero ufficio di presidenza a metà legislatura. Lo spoglio “elettronico” ha dato il seguente esito: 49 presenti e votanti (ogni consigliere poteva esprimere due preferenze); Alberto Cirio, voti 30; Stefano Allasia, 28; Domenico Ravetti, 16.

«Con questo voto – ha commentato al termine il consigliere novarese della Lega Federico Perugini – si è rispettata una prassi consolidata che vuole due figure istituzionali come il governatore e il presidente del consiglio regionale indicati a partecipare all’elezione del capo dello Stato. Come forze di maggioranza ci sentiamo adeguatamente rappresentati; a loro si unisce quello della minoranza Ravetti. Da tutti, ciascuno per la propria parte, ci aspettiamo il miglior contributo in un momento istituzionale importante per la storia del nostro Paese».

Sul fronte della minoranza il consigliere del Pd Domenico Rossi ha espresso soddisfazione «per il collega Ravetti, che parteciperò insieme a Cirio e Allasia all’elezione del presidente della Repubblica. Si tratta di un momento delicato per l’Italia e mi auguro che il Parlamento saprà fare la scelta giusta. A trent’anni dalla strage di Capaci il nostro Paese merita un capo dello Stato all’altezza».

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