La Regione Piemonte ha un “nuovo” Piano di tutela delle acque: il suo via libera è avvenuto ieri – martedì 2 novembre – da parte dell’assemblea di Palazzo Lascaris dopo un lungo percorso. Per il presidente Alberto Cirio e l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati (nella foto) questo strumento «dimostra l’attenzione di questa amministrazione per i temi ambientali, nello specifico per la risorsa più preziosa che esista. Con questo Piano diminuirà l’inquinamento diffuso nei fiumi, si contrasteranno gli effetti dei cambiamenti climatici come la siccità e gli eventi alluvionali, si tutelerà l’acqua per il consumo umano».
«Un Piano in linea con tutto quanto si sta discutendo nel mondo sull’ambiente, che va a rinnovarne uno datato al 2007 e dunque non aggiornato rispetto alla situazione attuale alla luce dei cambiamenti climatici – ha aggiunto Marnati – Un documento che si propone di costituire un punto fondamentale di miglioramento non solo della qualità di tutte le acque piemontesi, quelle che vediamo e quelle che non vediamo, ma sulla qualità delle condizioni di vita per ogni cittadino nella nostra regione, sia pure in tempi difficilissimi e di cambiamenti epocali. Un’importante e fondamentale risposta dunque – ha concluso l’assessore – all’esigenza contingente per migliorare la qualità delle nostre acque, consapevoli che lo dobbiamo alle presenti, ma soprattutto, alle future generazioni».
Tra le azioni individuate nel Piano quella, ad esempio, per ridurre l’inquinamento diffuso da nitrati e prodotti fitosanitari, o ancora estendere la tutela delle falde e delle aree di elevata protezione, promuovere la realizzazione di nuove infrastrutture verdi e fare interventi integrati di riqualificazione fluviale e di mitigazione del rischio. Senza dimenticare di differenziare le fonti di approvvigionamento idropotabile, attuare progressivamente il riequilibrio del bilancio idrico e individuare le strategie per una miglior gestione della risorsa. Non da ultimo perseguire gli obiettivi per incoraggiare comportamenti virtuosi e le buone pratiche. Interamente approntato dagli uffici tecnici regionali, è stato sottoposto alla procedura di Valutazione Ambientale Strategica, e dunque le sue linee strategiche di azione per la tutela delle acque sono state condivise con i portatori di interesse pubblici e privati.
Sul fronte della minoranza del Consiglio regionale si registra un commento anche dell’esponente novarese del Pd Domenico Rossi, per il il quale «il Piano sia punto di partenza per un futuro di maggiore coscienza ecologica; un atto strategico, fondamentale per il futuro della nostra Regione. Tutelare l’acqua, infatti, significa tutelare la vita. Dobbiamo però evitare che il piano sia solo un adempimento normativo». Nel suo intervento in aula Rossi aveva auspicato il superamento di «una visione a canne d’organo: la tutela delle acque investe molteplici settori, che sono collegati. Occorre agire per invertire la rotta. Mi auguro che il Piano possa davvero essere uno strumento di lavoro per tutte le realtà che si occupano di ambiente e salute, ma anche punto di partenza per nuove progettazioni che guardano al futuro con maggiore coscienza ecologica».