Emotion 2.0: da Teramo a Novara, via Maastricht, con Daria

Continua, anche questa settimana, la rassegna dedicata a testimonianze di mobilità studentesca durante l’epidemia di Covid-19. Se da un lato la pandemia ha certamente intaccato il regolare svolgimento delle lezioni in presenza presso l’Università del Piemonte Orientale, fatta eccezione per quelle legate al ramo delle scienze ospedaliere (laboratori inclusi), non ha certamente frenato gli spostamenti su scala europeo-internazionale dei giovani studenti e studentesse accorsi alle sedi di Novara, Alessandria o Vercelli al fine di prendere parte ai percorsi di Erasmus od Emotion prescelti. Studenti e studentesse che, nel vortice di confusione e smarrimento in cui l’intero globo è stato figurativamente ‘inglobato’, hanno avuto la tenacia di svolgere comunque il proprio soggiorno di studi all’estero indipendentemente dall’andamento della pandemia, non rinunciando alle proprie aspirazioni e, al contempo, ridando una parvenza di normalità alla propria vita volta ad esorcizzare la situazione attuale.

 

Così come Erasmus e master Emotion permettono la mobilitazione internazionale volta al godimento di un’esperienza accademico-culturale sul suolo italiano, in alcune occasioni, invece, questi percorsi d’istruzione specializzata coadiuvano il rientro in patria di studenti e studentesse italiani precedentemente laureatisi presso atenei esteri. Per quanto un’esperienza di studio all’estero possa essere indubbiamente allettante agli occhi di giovani studenti e studentesse sotto vari punti di vista, soprattutto per le maggiori prospettive d’impiego che questa può garantire, motivi di stampo emotivo quali la mancanza dei propri affetti e della cultura italiana giocano un ruolo fondamentale nella scelta di ritornare “a casa” per completare il proprio percorso universitario.

 

La storia di Daria si inserisce perfettamente nello scenario delineato. Studentessa ventiduenne originaria di Teramo ed interessata al ramo scientifico del sapere, Daria ha vinto l’horror vacui post diploma liceale andando a studiare all’Università di Maastricht, seguendo le orme del fratello gemello spostatosi anch’egli all’estero per motivi di studio una volta conseguito il medesimo attestato. Nonostante le prime difficoltà incontrate una volta nei Paesi Basse, rappresentate principalmente nella lingua ed il divario culturale di usi e costumi locale con quello italiano, Daria è riuscita a completare la sua esperienza di studio all’estero con profitto sia dal punto di vista accademico, sia da quello umano, avendo trovato nelle nuove amicizie instaurate durante il soggiorno una “seconda famiglia”. “Dopo tre anni all’estero, però, l’Italia inizia a farsi mancare”, ammette ai microfoni di Radio 6023, “non solo per il cibo, ma anche per la cultura e l’aria che si respira”.  Nonostante la sua esperienza di studio nei Paesi Bassi si sia conclusa proprio in coincidenza con l’inizio della pandemia, costringendola a laurearsi da remoto come molti dei suoi colleghi e colleghe in questi mesi, ora è contenta di essere ritornata in Italia e, allo stesso tempo, pronta per imbarcarsi in una nuova avventura all’estero dal prossimo settembre, come previsto dal piano di studi del master Emotion in “Scienze cosmetiche e dermatologiche”.

 

Una testimonianza portatrice di sentimenti di positività e fiducia nel futuro. Un invito a proseguire con sicurezza per la propria strada nonostante le circostanze avverse. Ascoltala sulla nostra pagina Mixcloud.

 

Davide Borello

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Emotion 2.0: da Teramo a Novara, via Maastricht, con Daria

Continua, anche questa settimana, la rassegna dedicata a testimonianze di mobilità studentesca durante l’epidemia di Covid-19. Se da un lato la pandemia ha certamente intaccato il regolare svolgimento delle lezioni in presenza presso l’Università del Piemonte Orientale, fatta eccezione per quelle legate al ramo delle scienze ospedaliere (laboratori inclusi), non ha certamente frenato gli spostamenti su scala europeo-internazionale dei giovani studenti e studentesse accorsi alle sedi di Novara, Alessandria o Vercelli al fine di prendere parte ai percorsi di Erasmus od Emotion prescelti. Studenti e studentesse che, nel vortice di confusione e smarrimento in cui l’intero globo è stato figurativamente ‘inglobato’, hanno avuto la tenacia di svolgere comunque il proprio soggiorno di studi all’estero indipendentemente dall’andamento della pandemia, non rinunciando alle proprie aspirazioni e, al contempo, ridando una parvenza di normalità alla propria vita volta ad esorcizzare la situazione attuale.

 

Così come Erasmus e master Emotion permettono la mobilitazione internazionale volta al godimento di un’esperienza accademico-culturale sul suolo italiano, in alcune occasioni, invece, questi percorsi d’istruzione specializzata coadiuvano il rientro in patria di studenti e studentesse italiani precedentemente laureatisi presso atenei esteri. Per quanto un’esperienza di studio all’estero possa essere indubbiamente allettante agli occhi di giovani studenti e studentesse sotto vari punti di vista, soprattutto per le maggiori prospettive d’impiego che questa può garantire, motivi di stampo emotivo quali la mancanza dei propri affetti e della cultura italiana giocano un ruolo fondamentale nella scelta di ritornare “a casa” per completare il proprio percorso universitario.

 

La storia di Daria si inserisce perfettamente nello scenario delineato. Studentessa ventiduenne originaria di Teramo ed interessata al ramo scientifico del sapere, Daria ha vinto l’horror vacui post diploma liceale andando a studiare all’Università di Maastricht, seguendo le orme del fratello gemello spostatosi anch’egli all’estero per motivi di studio una volta conseguito il medesimo attestato. Nonostante le prime difficoltà incontrate una volta nei Paesi Basse, rappresentate principalmente nella lingua ed il divario culturale di usi e costumi locale con quello italiano, Daria è riuscita a completare la sua esperienza di studio all’estero con profitto sia dal punto di vista accademico, sia da quello umano, avendo trovato nelle nuove amicizie instaurate durante il soggiorno una “seconda famiglia”. “Dopo tre anni all’estero, però, l’Italia inizia a farsi mancare”, ammette ai microfoni di Radio 6023, “non solo per il cibo, ma anche per la cultura e l’aria che si respira”.  Nonostante la sua esperienza di studio nei Paesi Bassi si sia conclusa proprio in coincidenza con l’inizio della pandemia, costringendola a laurearsi da remoto come molti dei suoi colleghi e colleghe in questi mesi, ora è contenta di essere ritornata in Italia e, allo stesso tempo, pronta per imbarcarsi in una nuova avventura all’estero dal prossimo settembre, come previsto dal piano di studi del master Emotion in “Scienze cosmetiche e dermatologiche”.

 

Una testimonianza portatrice di sentimenti di positività e fiducia nel futuro. Un invito a proseguire con sicurezza per la propria strada nonostante le circostanze avverse. Ascoltala sulla nostra pagina Mixcloud.

 

Davide Borello

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