Sono Andrea Vignati, studente di Economia Aziendale all’Università del Piemonte Orientale e stagista presso Radio6023. In queste poche righe cercherò di rispondere a questa domanda raccontandovi la mia esperienza personale.
Quando avevo 16 anni, un mio amico Istruttore di Minibasket mi propose di andare in palestra insieme a lui, un paio di ore a settimana, per seguire un gruppo di bambini e bambine di prima elementare che muovevano i primi passi in questo sport, mia grande passione da quando frequento la scuola primaria. Non immaginavo affatto che quel giorno avrebbe apportato notevoli cambiamenti alla mia quotidianità. Questi anni sono stati un crescendo di ore in palestra, responsabilità, formazione ed impegni fino ad arrivare ad essere il responsabile ed allenatore/istruttore di tre gruppi di bambini e ragazzi. A lato di questo mondo ci sono stati dapprima gli ultimi anni delle scuole superiori ed ora l’università, fatta di lezioni, studio, esami e tanto altro. Per conciliare questi due mondi così diversi tra loro servono tempo, organizzazione e sacrifici.
Da un paio di anni mi sono ritrovato ad essere in palestra tutte le sere della settimana per quattro, cinque ore. Durante i weekend, invece, le corse per andare da una palestra all’altra della provincia sono diventate l’abitudine. Essendo il tempo a disposizione uguale per tutti noi, risulta facile intuire come ciò che faccia davvero la differenza sia la sua organizzazione. Ovviamente, è inevitabile un periodo iniziale di adattamento più o meno lungo a seconda delle nostre caratteristiche. In principio commettere errori e sbagli è all’ordine del giorno, come in ogni cosa. Gradualmente però si capisce meglio come organizzare il tempo e lo studio, indipendentemente dal lavoro e dagli impegni. Ho appreso che ogni piccolo ritaglio del nostro preziosissimo tempo è da sfruttare al massimo delle nostre possibilità: l’ora buca tra due lezioni, il tragitto sui mezzi pubblici, i momenti di pausa tra un allenamento con i bimbi e l’altro. Ma ciò non significa esclusivamente ed obbligatoriamente dover aprire un libro per cercare di assimilare dei concetti che richiedono tempo, tranquillità e concentrazione, anzi. A volte è sufficiente prenotarsi per l’esame, mandare la mail al docente, chiedere informazioni ai colleghi o sistemare gli appunti affinché quando si tornerà a casa nulla ci potrà poi distrarre dallo studio e dall’apprendimento.
Un’altra cosa importante di cui tenere conto è sicuramente il sacrificio. Mentre i tuoi compagni di corso escono la sera, tu stai lavorando. Mentre loro hanno già finito gli esami della sessione tu stai studiando per preparare l’ultimo. Ma la soddisfazione che si prova quando riusciamo a raggiungere i nostri obiettivi lavorando o portando avanti le nostre passioni non ha prezzo. E vale tutte le rinunce e tutti gli sforzi che abbiamo dovuto sostenere.
In ultimo, ma non per importanza, vorrei sottolineare un ulteriore vantaggio derivante da tutto ciò. Dare dimostrazione di organizzazione e intraprendenza può portare a sviluppare nuove competenze e ad avere dei benefici quando un giorno entrerete nel mercato del lavoro. Insomma, coltivate le vostre passioni e mettetevi in gioco: ne varrà la pena!