Per molti studenti universitari le calde giornate estive passate a studiare, con il capo chino, sugli appunti e libri di testo possono essere alleggerite con qualche pausa davanti alla televisione a gustarsi un po’ di sano sport. Nelle annate pari, come il nostro “”amatissimo”” 2020, possiamo trovarci a fare una pausa qui e lì gustandoci tornei come il Mondiale o l’Europeo di Calcio. Tutti quanti quest’anno avremmo volentieri assistito ad alcune partite pomeridiane con collegamenti da diverse parti d’Europa per l’Europeo di calcio itinerante. Inoltre, per gli appassionati di ciclismo (o anche solo per quelli che un po’ bastardamente amano vedere le cadute di chi corre in bicicletta) non può essere Luglio senza il Tour de France.
Invece, quest’estate ci ritroviamo nella situazione alienante di gustarci il campionato di Serie A, che tra orari serali e trasmissioni sulle Pay TV non riesce a mantenerci così attaccati alla televisione come invece farebbe un torneo nazional-popolare. Da un lato ci dovremmo anche essere abituati, perché nelle annate dispari non ci sono né i tornei calcistici né le Olimpiadi. Ma se ci riguardiamo indietro di solo un anno, dobbiamo ricordare che nel 2019 abbiamo assistito ad un evento molto interessante e innovativo per il pubblico più mainstream: il campionato mondiale di calcio femminile.
L’Italia, assente da ben 20 anni, tornava a calcare il palcoscenico più importante del mondo calcistico femminile e sia gli appassionati che gli spettatori casuali hanno dato una chance alle ragazze in azzurro: partite che hanno superato il 32% di share, con vette di 6 milioni e mezzo di spettatori che hanno creduto in un movimento che fino a pochi mesi prima viveva in un triste anonimato mediatico.
Il Mondiale del 2019 ci ha risvegliati dal torpore e ci siamo resi conto che si, anche il calcio femminile è un’interessante intrattenimento sportivo. Ma la questione non deve fermarsi solo al lato dello spettacolo: da anni le atlete stanno lottando per il riconoscimento dello status professionistico e da anni numerose donne stanno scalando i vertici dirigenziali calcistici.
Il Novara Calcio ha effettuato da qualche mese il passaggio di consegne societario e il nuovo vicepresidente è Elisa Rullo. Fin dalla sua presentazione nella conferenza stampa, Elisa ha manifestato la voglia di investire nel calcio femminile e nella gender equality nel mondo del calcio.
E proprio perché il mondo dello sport può essere fonte di opportunità lavorative che per questo appuntamento de #lavocedeglistudenti ho intervistato Elisa Rullo per presentare le possibilità che il Novara Calcio può offrire per le studentesse e atlete del territorio
Elisa, perché è importante investire nel calcio femminile?
“E’ importante a livello esponenziale per il Novara Calcio investire sul settore femminile. E’ un settore in forte crescita, che sta avendo forte risonanza a livello mondiale. E’ importante che il Novara Calcio si adegui a questo trend in crescita. Chiaramente, bisogna ponderare l’investimento: si deve capire se la mossa migliore è acquisire un titolo da una società già in possesso o in alternativa, formare un gruppo che abbiamo già, integrando l’Under 17 partendo da un campionato di Eccellenza per fare la scalata successivamente.”
Hai citato l’Under 17, avete in mente progetti per accrescere la scuola calcio femminile?
“Stiamo progettando qualcosa a livello scolastico, con progetti indirizzati al mondo femminile. Oltre ai progetti scuola, abbiamo in mente di effettuare open day e giornate dimostrative per avvicinarsi a questo mondo, chiedere informazioni e capire l’impegno che bisogna metterci.”
Le famiglie sono interessate ad avvicinare al calcio le giovani ragazze?
“Il mondo del calcio non è più un mondo tipicamente maschile, si sta allargando alle figure femminili. Come vediamo banalmente in televisione, su Sky fanno vedere le partite di Serie A femminili al pari di quelle maschili. Quindi, secondo il mio punto di vista, le famiglie dovrebbero valutare l’alternativa del calcio femminile come l’alternativa a qualsiasi altro sport.”
Inoltre, le figure femminili stanno entrando nel calcio non solo come atlete ma come figure dirigenziali. Il territorio di Novara trae la sua forza dall’Università e ci potrà essere un investimento su quelle figure che provengono da percorsi come Economia o indirizzi medici?
“Assolutamente si, è fondamentale soprattutto in un mondo in cui oggi si sta lottando tanto per la parità a livello salariale. Ottenere parità salariale tra uomo e donna e ottenere la figura dirigenziale della donna è fondamentale per proseguire un percorso iniziato tanti anni fa e che sta sempre più muovendo le radici per la parità dei sessi. Qualcosa si sta muovendo, la vicepresidente della Lega Pro Cristiana Capotondi è una donna. Comunque tante aziende si stanno muovendo in questo senso: Ferrari qualche tempo ha ricevuto il certificato di equal salary a livello di parità dei sessi. Direi che anche il mondo calcistico deve adeguarsi e deve ottenere risultati anche in questo senso: non solo nel calcio femminile come sport, ma anche a livello di dirigenza e di figure fondamentali di riferimento di una società.”
Elisa, vuoi lasciare un messaggio a tutte le ragazze e studentesse che hanno una passione sportiva e un desiderio di lavorare in ambito sportivo?
“Il messaggio è sicuramente quello di provarci sempre, di non farsi spaventare che il mondo del calcio possa essere prettamente maschile dove la donna può essere vista con occhi diversi. Non ci si deve fare intimorire da questo, bisogna sempre lottare per raggiungere le proprie posizioni, sia a livello sportivo che a livello professionale. Quindi, non lasciarsi andare e non lasciarsi intimorire e di combattere per ottenere quello che si vuole se lo si desidera.”
Trovate l’intervista completa in formato podcast QUI
La rubrica #lavocedeglistudenti torna nel mese di settembre con nuovi approfondimenti dal mondo e per il mondo degli studenti universitari.
Davide Boris Farinetti, Radio 6023