Pesca sostenibile: i laghetti di San Pietro Mosezzo in radio

pesca sostenibile

Se dovessimo pensare al territorio di Novara qual è la prima cosa che ci verrebbe in mente? Quasi tutti penseremmo al riso e al gorgonzola. A pochi, invece, verrebbe in mente che il nostro è un importante territorio di pesca. Ed è proprio di pesca sostenibile sul territorio novarese che questa settimana parleranno tutte le radio delle radio universitarie RadUni e del circuito delle radio Corallo.

Dal 28 Febbraio sta andando in onda Agrinet Young – Storie di Sostenibilità, finanziato dal programma IMCAP dell’Unione Europea nell’ambito della Politica Agricola Comunitaria. Agrinet è un format di sensibilizzazione alla biodiversità e sensibilità dedicato ai giovani studenti universitari. Una guida per adottare uno stile di vita rispettoso del nostro pianeta. E tra i protagonisti del progetto c’è anche Radio 6023, la web radio degli studenti dell’Università del Piemonte Orientale.

Agrinet Young – Storie di Sostenibilità: che cos’è

Il sesto episodio, in onda questa settimana, racconta i Laghi FIPSAS di San Pietro Mosezzo. Un luogo dove si tramanda la cultura e la tradizione della pesca fluviale e di lago. Il protagonista dell’incontro è stato Renato Pellò, gestore dei laghetti. La storia di Renato si inserisce nel racconto degli agricoltori, allevatori e cittadini italiani che vivono quotidianamente a contatto con la natura.

In ogni episodio di Agrinet Young vengono raccontate storie di giovani imprenditori e studenti quotidianamente a contatto con le tematiche della sostenibilità alimentare e ambientale. Inoltre, ogni episodio comprende un approfondimento sulla PAC, la Politica Agricola Comune dell’Unione Europea.

Ma come nasce sul nostro territorio la tradizione della pesca?

Pesca sostenibile in Piemonte: le origini

Il Piemonte ha una lunga e affascinante storia legata ai canali irrigatori. La più grande opera piemontese, infatti, è il famoso Canale Cavour. Una realizzazione mastodontica che permette la fiorente risicoltura fra Novara e Vercelli. Infatti l’acqua è fondamentale per alimentare l’oro del nostro territorio: il riso.

A darci testimonianza di queste importanti installazioni è la Carta delle Irrigazioni Piemontesi del 1930. Essa contiene un elenco di 137 canali derivati da corsi d’acqua. Oggi grazie ad un censimento della Regione Piemonte sono stati cartografati 10mila km di canali afferenti alla rete principale.

E tra corsi d’acqua e laghetti si sviluppa la passione dei piemontesi per la nobile arte della pesca. A mosca, a cucchiaino, a spinning: sono tante le tipologie di pesca che si praticano sulle sponde del Piemonte Orientale. In nome di una tradizione antica resa sostenibile dalla sapiente cultura dei pescatori organizzati in circoli e associazioni. Come accade ai laghetti di San Pietro Mosezzo.

Il futuro della pesca sostenibile

I laghetti di San Pietro Mosezzo sono affiliati alla FIPSAS, la Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquea. Nel racconto di Renato Pellò di cosa si è parlato? Della sua tradizione e della sua capacità di creare scambio e dialogo. La pesca, infatti, crea un confronto tra i pescatori. Diventa un luogo per scambiare le pratiche di cattura e ripopolazione al fine di conservare i tradizionali metodi di pesca, meno massivi ed invasivi per l’ambiente.

Tuttavia è emerso un grande problema. Purtroppo, la cultura della pesca rischia di perdersi con le nuove generazioni. Questo infatti potrebbe portare a dei danni relativamente alla sostenibilità di questa attività. Per questo motivo, sembra essere utile avviare un’azione per mantenere vive le tradizioni della pesca. Come? Creando uno scambio di buone pratiche in primis. Ma anche proteggendo e specie animali che popolano le acque europee e salvaguardando le specie in via di estinzione.

Ascolta la puntata di Agrinet Young disponibile su Spotify e sui canali di Radio 6023.

Davide Farinetti, Radio 6023

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Se dovessimo pensare al territorio di Novara qual è la prima cosa che ci verrebbe in mente? Quasi tutti penseremmo al riso e al gorgonzola. A pochi, invece, verrebbe in mente che il nostro è un importante territorio di pesca. Ed è proprio di pesca sostenibile sul territorio novarese che questa settimana parleranno tutte le radio delle radio universitarie RadUni e del circuito delle radio Corallo.

Dal 28 Febbraio sta andando in onda Agrinet Young – Storie di Sostenibilità, finanziato dal programma IMCAP dell’Unione Europea nell’ambito della Politica Agricola Comunitaria. Agrinet è un format di sensibilizzazione alla biodiversità e sensibilità dedicato ai giovani studenti universitari. Una guida per adottare uno stile di vita rispettoso del nostro pianeta. E tra i protagonisti del progetto c’è anche Radio 6023, la web radio degli studenti dell’Università del Piemonte Orientale.

Agrinet Young – Storie di Sostenibilità: che cos’è

Il sesto episodio, in onda questa settimana, racconta i Laghi FIPSAS di San Pietro Mosezzo. Un luogo dove si tramanda la cultura e la tradizione della pesca fluviale e di lago. Il protagonista dell’incontro è stato Renato Pellò, gestore dei laghetti. La storia di Renato si inserisce nel racconto degli agricoltori, allevatori e cittadini italiani che vivono quotidianamente a contatto con la natura.

In ogni episodio di Agrinet Young vengono raccontate storie di giovani imprenditori e studenti quotidianamente a contatto con le tematiche della sostenibilità alimentare e ambientale. Inoltre, ogni episodio comprende un approfondimento sulla PAC, la Politica Agricola Comune dell’Unione Europea.

Ma come nasce sul nostro territorio la tradizione della pesca?

Pesca sostenibile in Piemonte: le origini

Il Piemonte ha una lunga e affascinante storia legata ai canali irrigatori. La più grande opera piemontese, infatti, è il famoso Canale Cavour. Una realizzazione mastodontica che permette la fiorente risicoltura fra Novara e Vercelli. Infatti l’acqua è fondamentale per alimentare l’oro del nostro territorio: il riso.

A darci testimonianza di queste importanti installazioni è la Carta delle Irrigazioni Piemontesi del 1930. Essa contiene un elenco di 137 canali derivati da corsi d’acqua. Oggi grazie ad un censimento della Regione Piemonte sono stati cartografati 10mila km di canali afferenti alla rete principale.

E tra corsi d’acqua e laghetti si sviluppa la passione dei piemontesi per la nobile arte della pesca. A mosca, a cucchiaino, a spinning: sono tante le tipologie di pesca che si praticano sulle sponde del Piemonte Orientale. In nome di una tradizione antica resa sostenibile dalla sapiente cultura dei pescatori organizzati in circoli e associazioni. Come accade ai laghetti di San Pietro Mosezzo.

Il futuro della pesca sostenibile

I laghetti di San Pietro Mosezzo sono affiliati alla FIPSAS, la Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquea. Nel racconto di Renato Pellò di cosa si è parlato? Della sua tradizione e della sua capacità di creare scambio e dialogo. La pesca, infatti, crea un confronto tra i pescatori. Diventa un luogo per scambiare le pratiche di cattura e ripopolazione al fine di conservare i tradizionali metodi di pesca, meno massivi ed invasivi per l’ambiente.

Tuttavia è emerso un grande problema. Purtroppo, la cultura della pesca rischia di perdersi con le nuove generazioni. Questo infatti potrebbe portare a dei danni relativamente alla sostenibilità di questa attività. Per questo motivo, sembra essere utile avviare un’azione per mantenere vive le tradizioni della pesca. Come? Creando uno scambio di buone pratiche in primis. Ma anche proteggendo e specie animali che popolano le acque europee e salvaguardando le specie in via di estinzione.

Ascolta la puntata di Agrinet Young disponibile su Spotify e sui canali di Radio 6023.

Davide Farinetti, Radio 6023

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