Studenti e volontariato: un binomio vincente

Noi studenti, come tutti gli esseri umani, appena abbiamo l’occasione per risparmiare fatica la sfruttiamo: cerchiamo di riposarci, di ottimizzare tutti i nostri sforzi e in molti casi se la fatica proviene da un lavoro che non ci piace fare, cerchiamo in ogni modo di evitarla.

Un’introduzione del genere può generare confusione, in quanto antitetica rispetto al titolo, ma, senza dilungarci troppo, il collante tra questi due concetti è semplice: ci sono casi in cui si portano avanti le proprie azioni perché si è fermamente convinti di ciò che si sta facendo, soprattutto se lo si fa per una buona e giusta causa. È questo il caso del volontariato.

Volontariato in sé è un termine molto semplice, ma che racchiude diversi significati, molti dei quali non sono per nulla scontati. Sicuramente chi svolge servizi di volontariato almeno una volta si sarà sentito chiedere: «Ma perché lo fai? D’altronde mica ti pagano…» questa è una sottigliezza tra le più importanti.

Fare Volontariato significa donare il proprio tempo, le proprie conoscenze o anche parte di se stessi in modo gratuito, ma la cosa curiosa è che si viene comunque pagati. O meglio ripagati. Si, ripagati da mille esperienze che si possono vivere, dalle persone che si possono incontrare, dalle soddisfazioni che si possono ricevere e dalle emozioni che si possono scambiare.

Di modi per fare volontariato ce ne sono tantissimi e tutti racchiudono una “sfera” di colori variegati, si pensi al donare il sangue: lo si fa in modo gratuito, assolutamente sicuro e cosa si ha in cambio? Qualcuno che necessita di una trasfusione, grazie a te, al tuo aiuto , può ottenerla. In casi come questo, dunque, hai aiutato a curare una persona, hai alleviato i dolori di qualcuno con un gesto semplice ma di vitale importanza. Ma non è solo questo. Hai guadagnato anche tante persone disposte ad accoglierti a braccia aperte, nuove amicizie e migliori amicizie, con cui condividere un forte ideale positivo. 

Qualche giorno fa, per Radio 6023, la web radio degli studenti dell’Università del Piemonte Orientale, abbiamo intervistato Gloria Marchini, membro del gruppo giovani dell’AVIS Piemonte, e studentessa laureatasi in Biotecnologie presso l’Università del Piemonte Orientale. Nel corso di questa intervista Gloria ci ha raccontato che “all’inizio ha avuto perplessità” in merito ad entrare dentro l’Associazione AVIS, a causa di una informazione poco chiara in merito alla donazione del sangue. E allora com’è nata la sua decisione di ricredersi?

“L’ho presa, diciamo, come una scelta personale e come un modo per poter aiutare gli altri.” E in merito al perché uno studente potrebbe essere interessante ad una attività di volontariato ha risposto: “Secondo me potrebbe essere interessato, non solo perché potrebbe conoscere nuovi amici e avere nuove possibilità di incontro, secondo me è molto appagante donare il proprio tempo a qualcuno o comunque per uno scopo così importante come quello del dono, di cui abbiamo sempre bisogno.”

Così come c’è tanto bisogno di giovani ragazzi che possano aiutare l’AVIS, non solo per donare il sangue, ma anche per aiutare l’Associazione nella realizzazione delle diverse attività, esistono diverse altre realtà che in questo momento hanno necessità di aiuto e di attivazione giovanile, come la Protezione Civile e la Croce Rossa Italiana.

E in questi giorni di quarantena, tra una lezione e una serie tv su Netflix, informatevi sui social network e sui siti appositi delle numerose opportunità di volontariato che esistono sul nostro territorio. Confrontatevi con tutti i vostri amici e conoscenti che vivono queste realtà, ascoltate tutte le testimonianze e provate a farvi un’idea. Non è sempre obbligatoria la chiamata alle armi, ma è sempre fondamentale conoscere ciò che ci circonda e capire come aiutare se stessi e gli altri, giorno dopo giorno.

Patrich Tivoli, Radio 6023

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Studenti e volontariato: un binomio vincente

Noi studenti, come tutti gli esseri umani, appena abbiamo l’occasione per risparmiare fatica la sfruttiamo: cerchiamo di riposarci, di ottimizzare tutti i nostri sforzi e in molti casi se la fatica proviene da un lavoro che non ci piace fare, cerchiamo in ogni modo di evitarla.

Un’introduzione del genere può generare confusione, in quanto antitetica rispetto al titolo, ma, senza dilungarci troppo, il collante tra questi due concetti è semplice: ci sono casi in cui si portano avanti le proprie azioni perché si è fermamente convinti di ciò che si sta facendo, soprattutto se lo si fa per una buona e giusta causa. È questo il caso del volontariato.

Volontariato in sé è un termine molto semplice, ma che racchiude diversi significati, molti dei quali non sono per nulla scontati. Sicuramente chi svolge servizi di volontariato almeno una volta si sarà sentito chiedere: «Ma perché lo fai? D’altronde mica ti pagano…» questa è una sottigliezza tra le più importanti.

Fare Volontariato significa donare il proprio tempo, le proprie conoscenze o anche parte di se stessi in modo gratuito, ma la cosa curiosa è che si viene comunque pagati. O meglio ripagati. Si, ripagati da mille esperienze che si possono vivere, dalle persone che si possono incontrare, dalle soddisfazioni che si possono ricevere e dalle emozioni che si possono scambiare.

Di modi per fare volontariato ce ne sono tantissimi e tutti racchiudono una “sfera” di colori variegati, si pensi al donare il sangue: lo si fa in modo gratuito, assolutamente sicuro e cosa si ha in cambio? Qualcuno che necessita di una trasfusione, grazie a te, al tuo aiuto , può ottenerla. In casi come questo, dunque, hai aiutato a curare una persona, hai alleviato i dolori di qualcuno con un gesto semplice ma di vitale importanza. Ma non è solo questo. Hai guadagnato anche tante persone disposte ad accoglierti a braccia aperte, nuove amicizie e migliori amicizie, con cui condividere un forte ideale positivo. 

Qualche giorno fa, per Radio 6023, la web radio degli studenti dell’Università del Piemonte Orientale, abbiamo intervistato Gloria Marchini, membro del gruppo giovani dell’AVIS Piemonte, e studentessa laureatasi in Biotecnologie presso l’Università del Piemonte Orientale. Nel corso di questa intervista Gloria ci ha raccontato che “all’inizio ha avuto perplessità” in merito ad entrare dentro l’Associazione AVIS, a causa di una informazione poco chiara in merito alla donazione del sangue. E allora com’è nata la sua decisione di ricredersi?

“L’ho presa, diciamo, come una scelta personale e come un modo per poter aiutare gli altri.” E in merito al perché uno studente potrebbe essere interessante ad una attività di volontariato ha risposto: “Secondo me potrebbe essere interessato, non solo perché potrebbe conoscere nuovi amici e avere nuove possibilità di incontro, secondo me è molto appagante donare il proprio tempo a qualcuno o comunque per uno scopo così importante come quello del dono, di cui abbiamo sempre bisogno.”

Così come c’è tanto bisogno di giovani ragazzi che possano aiutare l’AVIS, non solo per donare il sangue, ma anche per aiutare l’Associazione nella realizzazione delle diverse attività, esistono diverse altre realtà che in questo momento hanno necessità di aiuto e di attivazione giovanile, come la Protezione Civile e la Croce Rossa Italiana.

E in questi giorni di quarantena, tra una lezione e una serie tv su Netflix, informatevi sui social network e sui siti appositi delle numerose opportunità di volontariato che esistono sul nostro territorio. Confrontatevi con tutti i vostri amici e conoscenti che vivono queste realtà, ascoltate tutte le testimonianze e provate a farvi un’idea. Non è sempre obbligatoria la chiamata alle armi, ma è sempre fondamentale conoscere ciò che ci circonda e capire come aiutare se stessi e gli altri, giorno dopo giorno.

Patrich Tivoli, Radio 6023

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