Una storia durata 34 anni. Partita da Salerno e arrivata fino a Napoli. Lucia e Antonio Ferrigno hanno chiuso per sempre la loro “Bella Napoli” la pizzeria inaugurata ormai 34 anni fa. Una scelta difficile: «Il momento storico ci ha suggerito di prendere questa decisione, – spiega Antonio – abbiamo lavorato tanto e fatto tanti sacrifici, avremmo rischiato di sprecare tutto ciò che avevamo messo da parte finora».
Antonio e Lucia sono arrivati per caso a Momo: «Un nostro amico aveva una parente con un’attività qua a Modo e così siamo venuti in visita e abbiamo deciso di vivere l’esperienza rilevando l’attività e inaugurando un ristorante pizzeria in società, – spiega Antonio – poi siamo rimasti io e mia moglie e siamo arrivati fino a oggi, con tanti sacrifici ma anche tanta soddisfazione». I due coniugi, di Salerno, facevano tutt’altro: «Io ero carrozziere, mia moglie invece lavorava in pasticceria, diciamo che almeno lei era già nel mondo della gastronomia, io per niente, – dice sorridendo Antonio – arrivato a Modo ho imparato a fare la pizza». Un’esperienza che ha tutto il sapore di novaresità.
«Tornare indietro? No, ci è piaciuto subito il nostro nuovo mestiere». E ai fornelli e al forno ci sono stati entrambi, marito e moglie: «Io sono il pizzaiolo, Lucia era in cucina. Piatti forti? Lucia è bravissima con il pesce e i primi piatti, per me era bello cucinare la pizza Sorpresa, come la voleva il capo, cioè io» e sorride ancora.
Un pizzico di tristezza c’è: «Io sono già in pensione da qualche anno, Lucia no. Avremmo continuato ancora un po’, volentieri, perché ci piace, ma questo Covid ci ha praticamente detto di chiudere. Le nostre due figlie fanno altro, abbiamo sperato che qualcuno fosse interessato, ma non è così». E Antonio e Lucia hanno ricevuto una bella sorpresa: la visita dell’amministrazione comunale e il dono di una targa: «Lucia piangeva, ci siamo commossi tanto. Abbiamo sempre sentito il calore delle persone e anche adesso visto che abitiamo a Momo e viviamo il paese. Ci è dispiaciuto chiudere così perché non abbiamo potuto salutare tutti come avremmo voluto. Ma non ci lamentiamo, ora ci godiamo la pensione e la nostra bella famiglia».
Una risposta
Mi scusi , Elena MIttino, mi ha colpito il commento con cui ha caratterizzato come novaresità l’operosità del Ferrigno Ma come, un napoletano che si fa conoscere per la sua operosità in terra del nord, quindi con tutte le difficoltà del caso, viene apprezzato per la sua volontà di ” darsi da fare”, come tipico della novaresità.! Ma forse la MIttino non riesce a immaginare che i napoletani non sono tutti ” sfaticati” ma sanno farsi rispettare anche in terra non sempre ospitale. E’ il solito stereotipo?