Oleggio, Carlo Arditi è il nuovo Pirin: «Io e Italo amici da sempre»

Carlo Arditi
Italo Tosi, storico Pirin, è scomparso lo scorso giugno 2021; Arditi e Tosi sono stati amici da sempre, dall'infanzia

Una successione nel segno dell’amicizia vera. L’oleggese Carlo Arditi (nella foto presa da Facebook) è il nuovo Pirin, la maschera di Carnevale della città di Oleggio. Un nuovo incarico assegnato venerdì scorso, 6 novembre, al termine una “audizione” in teatro e avvenuta in seguito alla scomparsa di Italo Tosi, lo storico Pirin, lo scorso giugno 2021. «Come mi sento? Come tutti gli altri giorni, – spiega Arditi – sono già stato Pirin proprio insieme a Italo, negli anni ’90, quando si era deciso di dividersi gli impegni fra l’essere maschera in paese e partecipare agli eventi fuori città; per tre anni io sono andato in giro e Italo è rimasto a Oleggio e viceversa».

Quella fra Carlo Arditi e Italo Tosi, coscritti, è una amicizia di lunga data: «Siamo cresciuti insieme, non eravamo nella stessa classe, ma siamo stati sempre insieme, – racconta – siamo legati per tutto, è stato il padrino di mia figlia. Se sono rientrato è per lui».

Essere la maschera della città per Arditi ha un significato importante: «Vuol dire impegnarsi per lasciare qualcosa a chi verrà dopo. Il legame con la tradizione è il legame con la propria terra, ancor più profondo del legame di sangue. Oleggio è un paese legato alle tradizioni, ce ne sono molte e questo è importante. Non tutti oggi se ne rendono conto, dico spesso che i giovani di oggi vivono il tempo del “fast food”, ossia consumano le cose e le godono in quel momento ma senza chiedersi come a quel momento ci si è arrivati, cosa c’è dietro. Tramandare una tradizione significa guardare dentro. E per fare questo servono nuove leve. Italo è stato bravo nel coinvolgere i ragazzi, nell’appassionarli, manca la fetta delle persone fra i 30 e i 60 anni». Che sia l’obiettivo del nuovo Pirin ridurre la fetta? «Cercherò di lottare per questo, conterà poi la reazione delle persone, non le si può certo obbligare, bisogna sentirselo dentro».

Pirin nominato, è già arrivato il tempo di prendere appunti per annotarsi le frecciatine da fare? «Al momento non ne ho presi, anche per scaramanzia, – spiega – bisogna prima essere Pirin, basterà ora pensare a questi momenti e qualcosa salterà fuori. Eravamo soliti leggerci il discorso, fra me, Carlo, e Italo, a livello personale, – svela – ora dovrò leggerlo a me stesso ma sarà come leggere con lui».

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Oleggio, Carlo Arditi è il nuovo Pirin: «Io e Italo amici da sempre»

Italo Tosi, storico Pirin, è scomparso lo scorso giugno 2021; Arditi e Tosi sono stati amici da sempre, dall’infanzia

Carlo Arditi

Una successione nel segno dell’amicizia vera. L’oleggese Carlo Arditi (nella foto presa da Facebook) è il nuovo Pirin, la maschera di Carnevale della città di Oleggio. Un nuovo incarico assegnato venerdì scorso, 6 novembre, al termine una “audizione” in teatro e avvenuta in seguito alla scomparsa di Italo Tosi, lo storico Pirin, lo scorso giugno 2021. «Come mi sento? Come tutti gli altri giorni, - spiega Arditi – sono già stato Pirin proprio insieme a Italo, negli anni ’90, quando si era deciso di dividersi gli impegni fra l’essere maschera in paese e partecipare agli eventi fuori città; per tre anni io sono andato in giro e Italo è rimasto a Oleggio e viceversa».

Quella fra Carlo Arditi e Italo Tosi, coscritti, è una amicizia di lunga data: «Siamo cresciuti insieme, non eravamo nella stessa classe, ma siamo stati sempre insieme, - racconta – siamo legati per tutto, è stato il padrino di mia figlia. Se sono rientrato è per lui».

Essere la maschera della città per Arditi ha un significato importante: «Vuol dire impegnarsi per lasciare qualcosa a chi verrà dopo. Il legame con la tradizione è il legame con la propria terra, ancor più profondo del legame di sangue. Oleggio è un paese legato alle tradizioni, ce ne sono molte e questo è importante. Non tutti oggi se ne rendono conto, dico spesso che i giovani di oggi vivono il tempo del “fast food”, ossia consumano le cose e le godono in quel momento ma senza chiedersi come a quel momento ci si è arrivati, cosa c’è dietro. Tramandare una tradizione significa guardare dentro. E per fare questo servono nuove leve. Italo è stato bravo nel coinvolgere i ragazzi, nell’appassionarli, manca la fetta delle persone fra i 30 e i 60 anni». Che sia l’obiettivo del nuovo Pirin ridurre la fetta? «Cercherò di lottare per questo, conterà poi la reazione delle persone, non le si può certo obbligare, bisogna sentirselo dentro».

Pirin nominato, è già arrivato il tempo di prendere appunti per annotarsi le frecciatine da fare? «Al momento non ne ho presi, anche per scaramanzia, - spiega – bisogna prima essere Pirin, basterà ora pensare a questi momenti e qualcosa salterà fuori. Eravamo soliti leggerci il discorso, fra me, Carlo, e Italo, a livello personale, - svela – ora dovrò leggerlo a me stesso ma sarà come leggere con lui».

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