«Abbiamo voluto riassumere, in una lettera aperta indirizzata al sindaco, una serie di punti che secondo noi meritano speciale attenzione». Affermano il presidente di Oleggio Grande Fabrizio Merletti e la consigliera Alessandra Gibbin (in foto) in merito, appunto, a una missiva recapitata direttamente al primo cittadino Andrea Baldassini. Il focus del messaggio è la questione dei profughi ucraini e la loro permanenza sul nostro territorio.
«La nostra deve dimostrare di saper essere una comunità accogliente, ma potrebbe non bastare. Chi arriva ha probabilmente perso tutto, non sarà facile né rapido un loro ritorno a case che non ci sono più. Pensiamo sia necessario ragionare non sul breve periodo, ma a lungo termine, offrendo ai profughi un reale percorso di inclusione. Le misure già avviate o in via di attivazione ci confermano che il pensiero è stato fatto, e questo ci rassicura; come d’abitudine offriamo la nostra collaborazione, come gruppo consiliare e come associazione, per assicurarci che venga fatto tutto il possibile».
I punti cardini della lettera inviata al sindaco:
Impiego di mediatori culturali che facilitino l’inserimento dei rifugiati.
Le persone giunte in Italia di recente possono trovare difficile l’inserimento per ragioni linguistiche e per ragioni culturali. Per questo riteniamo necessaria la presenza di personale formato che agisca da mediatore per facilitare un’inclusione efficace.
Coordinamento con il Consorzio dei servizi sociali CISAS.
Il Consorzio CISAS si è attivato per affrontare l’emergenza dal punto di vista socio educativo. E’ importante che vi sia sinergia e un reciproco scambio di informazioni tra Enti, in modo da garantire la massima efficacia ed efficienza negli interventi.
Coordinamento delle associazioni di volontariato coinvolte.
Per assicurare una risposta efficace e organizzata, le associazioni di volontariato dovranno essere coordinate e lavorare insieme con l’aiuto del Comune. Può essere necessaria la revisione dell’elenco di volontari civici già esistente, per coordinare le attività di aiuto e di sostegno in maniera ordinata e capillare.
Identificazione di uno spazio agibile e riscaldato, come luogo d’incontro.
Per garantire un’integrazione della comunità ucraina le persone avranno bisogno di uno spazio aperto a tutti dove potersi incontrare, dove poter tessere nuovi legami con i cittadini oleggesi, condividere attività comuni e agire insieme per farli sentire sicuri e benvenuti. Non riteniamo accettabile che gli unici spazi a loro disposizione siano spazi pubblici
all’aperto, perché questo limita la possibilità d’incontro in caso di maltempo o di disabilità, e impedisce loro di praticare attività sociali e ricreative.
Istituzione di uno sportello unico informativo presidiato da volontari.
È fondamentale, infine, uno sportello di assistenza con orari fissi e certi, che fornisca informazioni e supporto ai rifugiati e agli oleggesi che volessero offrire aiuti. o Assistenza ai rifugiati, per fornire informazioni in lingua ucraina e/o inglese, con riferimento alla prima accoglienza, alle richieste di permesso di soggiorno, all’accesso alle cure mediche, alle possibili collocazioni abitative, all’accesso alle istituzioni scolastiche per i minori e ai corsi di lingua italiana per gli adulti.