Oleggio, vicenda Ex Consorzio. La minoranza: «Gettati al vento più di 11 mila euro per spese legali»

Il consigliere di minoranza Massimiliano Ferrari pone - nuovamente - l'attenzione sul sito in stato di abbandono

Prosegue la vicenda intricata legata all’ex consorzio agrario di Oleggio all’incrocio fra viale Garibaldi, via don G. Minzoni e via Vecchia circonvallazione.

Nell’agosto del 2020 un privato aveva deciso di acquistare l’immobile abbandonato, ma la proposta di recupero, come da legge regionale, necessitava dell’approvazione dal consiglio comunale che, però, non non si è mai pronunciato. L’acquirente, a quel punto, ha fatto ricorso al Tar che ha condannato l’amministrazione oleggese a convocare il consiglio e dare una risposta in merito all’intervento di riqualificazione. «Ad oggi – afferma il consigliere di minoranza, Massimiliano Ferrari – si ha l’impressione che il sindaco Baldassini, anziché adoperarsi per trovare una soluzione percorribile e condivisa con la proprietà, si sia invece adoperato per ottenere il risultato opposto: se così fosse, ne ignoriamo le ragioni; sappiamo, però, è che in questo modo si fa un grave danno alla collettività».

«Le spese legali già sostenute dal comune di Oleggio per la vicenda dell’ex Consorzio Agrario ammontano ad 11.474,93 euro – continua Ferrari – per una vicenda che assume contorni ormai surreali. Il problema è che questi soldi sono purtroppo destinati ad aumentare ulteriormente, come dimostra la recente delibera di giunta con la quale l’amministrazione ha nuovamente incaricato un legale per resistere avanti il Tar Piemonte. Finalmente, dopo decenni, un privato ha acquistato l’immobile e ne ha proposto il recupero e la riqualificazione: dapprima il comune gli dà garanzie circa la percorribilità dell’operazione urbanistica, poi si rende improvvisamente “latitante”, costringendo il proprietario a rivolgersi al Tar per ottenere una risposta che, invece, arriva chiara e netta dal Giudice Amministrativo, che condanna il Comune a pronunciarsi entro trenta giorni, oltre che al pagamento delle spese legali di controparte.

«Ma non finisce qui – conclude il consigliere di minoranza – il Comune dà esecuzione alla sentenza e – sulla base di argomentazioni che il sindaco non ha minimamente saputo difendere in consiglio comunale – boccia la proposta. Nonostante questo, pur avendo ottemperato all’ordine del Giudice, decide comunque di spendere altri soldi pubblici per proporre appello avverso quella stessa sentenza, ormai eseguita. Il risultato, al netto dell’incomprensibile contegno processuale, è sotto gli occhi di tutti: soldi pubblici gettati all’aria per inutili spese legali e, ciò che è ancor peggio, si è persa una grande occasione per riqualificare un’area degradata, situata in pieno centro cittadino. Penso che i cittadini abbiano il sacrosanto diritto di avere risposte in merito».

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Nell’agosto del 2020 un privato aveva deciso di acquistare l’immobile abbandonato, ma la proposta di recupero, come da legge regionale, necessitava dell’approvazione dal consiglio comunale che, però, non non si è mai pronunciato. L’acquirente, a quel punto, ha fatto ricorso al Tar che ha condannato l’amministrazione oleggese a convocare il consiglio e dare una risposta in merito all’intervento di riqualificazione. «Ad oggi – afferma il consigliere di minoranza, Massimiliano Ferrari – si ha l’impressione che il sindaco Baldassini, anziché adoperarsi per trovare una soluzione percorribile e condivisa con la proprietà, si sia invece adoperato per ottenere il risultato opposto: se così fosse, ne ignoriamo le ragioni; sappiamo, però, è che in questo modo si fa un grave danno alla collettività».

«Le spese legali già sostenute dal comune di Oleggio per la vicenda dell’ex Consorzio Agrario ammontano ad 11.474,93 euro – continua Ferrari – per una vicenda che assume contorni ormai surreali. Il problema è che questi soldi sono purtroppo destinati ad aumentare ulteriormente, come dimostra la recente delibera di giunta con la quale l’amministrazione ha nuovamente incaricato un legale per resistere avanti il Tar Piemonte. Finalmente, dopo decenni, un privato ha acquistato l’immobile e ne ha proposto il recupero e la riqualificazione: dapprima il comune gli dà garanzie circa la percorribilità dell’operazione urbanistica, poi si rende improvvisamente “latitante”, costringendo il proprietario a rivolgersi al Tar per ottenere una risposta che, invece, arriva chiara e netta dal Giudice Amministrativo, che condanna il Comune a pronunciarsi entro trenta giorni, oltre che al pagamento delle spese legali di controparte.

«Ma non finisce qui – conclude il consigliere di minoranza – il Comune dà esecuzione alla sentenza e – sulla base di argomentazioni che il sindaco non ha minimamente saputo difendere in consiglio comunale – boccia la proposta. Nonostante questo, pur avendo ottemperato all’ordine del Giudice, decide comunque di spendere altri soldi pubblici per proporre appello avverso quella stessa sentenza, ormai eseguita. Il risultato, al netto dell’incomprensibile contegno processuale, è sotto gli occhi di tutti: soldi pubblici gettati all’aria per inutili spese legali e, ciò che è ancor peggio, si è persa una grande occasione per riqualificare un’area degradata, situata in pieno centro cittadino. Penso che i cittadini abbiano il sacrosanto diritto di avere risposte in merito».

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