Andrea Ballarè in Azione: «Il partito giusto in cui portare nuove idee per Novara»

L'ex sindaco ha ufficialmente annunciato l'abbandono del Partito Democratico. Sulle ambizioni future non si sbilancia, ma lascia trapelare qualche obiettivo

L’ex sindaco Andrea Ballarè abbandona il Partito Democratico ed entra in Azione. Non si può dire che si sia trattato di un fulmine e ciel sereno, anzi. Segni di insofferenza erano già visibili dopo la sconfitta elettorale del 2016 quando per i cinque anni successivi aveva ricoperto la carica di consigliere comunale. Le amministrative del 2021 avevano poi segnato la sua uscita dalla scena politica che, però, non era mai stata considerata come definitiva. E lo dimostra questa ripartenza, non a caso nel Terzo Polo: un luogo in cui Ballarè, renziano della prima ora, ha trovato diversi ex compagni di partito fuoriusciti da Pd. Primo fra tutti Sergio De Stasio che nel Partito Democratico aveva ricoperto l’incarico di segretario provinciale – che ora riveste in Azione – prima di candidarsi nel 2021 alla carica di sindaco proprio con il partito di Calenda: «Acquisiamo una persona seria con un’esperienza tale che può garantire una valida alternativa alla guida della città» ha detto commentando l’ingresso di Ballarè.

Un giudizio espresso anche dal coordinatore cittadino, Gabriele Cerfeda: «La sua esperienza nelle tematiche cittadine sarà per noi un grande tesoro in questo percorso».

Al segretario regionale, Gianluca Susta, ha invece tracciato un quadro della situazione nazionale con un focus locale: «Ci proponiamo un traguardo ambizioso in un contesto politico in cui sopravvive un bipolarismo ormai superato: il nostro compito è quello di sciogliere i poli che si sono ricostituiti su una destra nazionale sovranista e su una sinistra che invece di riformarsi e raccogliere il meglio del socialismo ha finito per assecondare le derive populiste degli ultimi quindici anni. L’ultima campagna elettorale, in particolare, che a noi ha dato risultati più che dignitosi, è stata caratterizzata da una rincorsa del Partito Democratico verso il populismo dei Cinquestelle, ma anche verso le frange più estreme della sinistra. Noi rappresentiamo un’alternativa seria che avevamo anche offerto al Pd e che invece ha preferito altre alleanze. Dunque stare con noi significa fare una scelta coraggiosa: serve un riformismo di cui vogliamo essere protagonisti. Novara non è solo la seconda città del Piemonte, ma è il capoluogo del Piemonte Orientale, una provincia che si pone al centro di un sistema che vede Piemonte, Lombardia e Liguria in rete tra loro per dare servizi fondamentali ai cittadini. Chi meglio di un ex sindaco di Novara può aiutarci in questo».

Sindaco di Novara per un mandato, dal 2011 al 2016, Ballarè è anche stato, fino a gennaio 2020, tra i 24 membri italiani effettivi del Comitato delle Regioni, organo consultivo della Ue, con sede a Bruxelles, che cura i rapporti tra Comuni, Province e Regioni.

«La mia storia politica all’interno del Partito Democratico è stata costellata di grandi soddisfazioni ma anche di grandi delusioni – ha dichiarato il diretto interessato -. Noi abbiamo avuto la fortuna di vivere un periodo storico incredibile con Matteo Renzi al governo che ha portato il partito al 40% dando il via a un nuovo modo di fare politica. A quell’epoca il Pd era la mia casa, poi sono venuti a galla tutti i limiti e non l’ho più sentito come luogo dove poter fare politica. Questa è stata una scelta faticosa ma ragionata che ho fatto dopo aver dismesso i panni di consigliere comunale e dopo le elezioni politiche perché non mi sembrava giusto compiere un passo di questo genere in campagna elettorale. Questo tempo trascorso nell’ombra è servito per rafforzare le mie scelte. Inoltre la nascita del Terzo Polo e l’idea che Azione e Italia Viva debbano diventare un solo partito ha consolidato ancora di più questo passaggio».

E poi i temi locali: «Negli ultimi anni non ho visto un passo avanti né per Novara né per il territorio; stiamo patendo le accelerazioni che avvengono oltre il Ticino con le quali non riusciamo a competere. È venuto il momento di dire le cose come stanno: è necessario ragionare sulla città che vogliamo in questi tempi dove ci sono grandi temi come l’energia, l’ambiente e lo sviluppo sostenibile. Penso che Azione sia il posto adatto per scambiare idee moderne e realistiche per questa città».

«Musa è stata l’ultima grande azione fatta sulla città degli ultimi 15 anni – ha poi aggiunto -. Il centro destra ha impostato una campagna elettorale contro questo provvedimento e poi l’ha rafforzato, non sono se i cittadini questo aspetto l’hanno mai capito. Un’iniziativa che rifarei perché bisogna avere coraggio di prendere decisioni guardando avanti e non solo fare cose per non disturbare troppo: in una città conservatrice è ancora più difficile. Così come il tema della logistica: la nostra proposta di realizzare un grande polo ad Agognate è stato scalzato per poi circondare Novara di grandi capannoni. Non c’è visione e solo gli interessi economici stanno mandando avanti la città».

Un annuncio, quello di Ballarè, che è arrivato a poche ore di distanza dalla notizia che ha coinvolto un altro ex sindaco: l’assoluzione in appello per Massimo Giordano. Ora è facile pensare che l’esponente della Lega stia meditando a un ritorno in politica in prima persona: perché, allora, non ipotizzare una discesa in campo dei due ex primi cittadini in ruoli da protagonisti?

«Per quanto mi riguarda a oggi è escluso, la mia è una scelta di partecipazione – ha affermato Ballarè -. Sono felice, però, se Giordano tornerà a fare politica, credo sia stato un bravo sindaco che ha avuto il coraggio di osare: ha impostato la ristrutturazione del castello guardando al futuro. A differenza dell’attuale primo cittadino che, invece, per paura di non riuscire a trovare 20 milioni di euro di finanziamento ha restituito le caserme allo Stato».

Nessuna particolare ambizione, quindi. Subito dopo, però, quasi smentita: «Un passo alla volta, ma sarebbe interessante ricominciare a dialogare ripartendo dall’Europa.

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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L’ex sindaco ha ufficialmente annunciato l’abbandono del Partito Democratico. Sulle ambizioni future non si sbilancia, ma lascia trapelare qualche obiettivo

L’ex sindaco Andrea Ballarè abbandona il Partito Democratico ed entra in Azione. Non si può dire che si sia trattato di un fulmine e ciel sereno, anzi. Segni di insofferenza erano già visibili dopo la sconfitta elettorale del 2016 quando per i cinque anni successivi aveva ricoperto la carica di consigliere comunale. Le amministrative del 2021 avevano poi segnato la sua uscita dalla scena politica che, però, non era mai stata considerata come definitiva. E lo dimostra questa ripartenza, non a caso nel Terzo Polo: un luogo in cui Ballarè, renziano della prima ora, ha trovato diversi ex compagni di partito fuoriusciti da Pd. Primo fra tutti Sergio De Stasio che nel Partito Democratico aveva ricoperto l’incarico di segretario provinciale – che ora riveste in Azione – prima di candidarsi nel 2021 alla carica di sindaco proprio con il partito di Calenda: «Acquisiamo una persona seria con un’esperienza tale che può garantire una valida alternativa alla guida della città» ha detto commentando l’ingresso di Ballarè.

Un giudizio espresso anche dal coordinatore cittadino, Gabriele Cerfeda: «La sua esperienza nelle tematiche cittadine sarà per noi un grande tesoro in questo percorso».

Al segretario regionale, Gianluca Susta, ha invece tracciato un quadro della situazione nazionale con un focus locale: «Ci proponiamo un traguardo ambizioso in un contesto politico in cui sopravvive un bipolarismo ormai superato: il nostro compito è quello di sciogliere i poli che si sono ricostituiti su una destra nazionale sovranista e su una sinistra che invece di riformarsi e raccogliere il meglio del socialismo ha finito per assecondare le derive populiste degli ultimi quindici anni. L’ultima campagna elettorale, in particolare, che a noi ha dato risultati più che dignitosi, è stata caratterizzata da una rincorsa del Partito Democratico verso il populismo dei Cinquestelle, ma anche verso le frange più estreme della sinistra. Noi rappresentiamo un’alternativa seria che avevamo anche offerto al Pd e che invece ha preferito altre alleanze. Dunque stare con noi significa fare una scelta coraggiosa: serve un riformismo di cui vogliamo essere protagonisti. Novara non è solo la seconda città del Piemonte, ma è il capoluogo del Piemonte Orientale, una provincia che si pone al centro di un sistema che vede Piemonte, Lombardia e Liguria in rete tra loro per dare servizi fondamentali ai cittadini. Chi meglio di un ex sindaco di Novara può aiutarci in questo».

Sindaco di Novara per un mandato, dal 2011 al 2016, Ballarè è anche stato, fino a gennaio 2020, tra i 24 membri italiani effettivi del Comitato delle Regioni, organo consultivo della Ue, con sede a Bruxelles, che cura i rapporti tra Comuni, Province e Regioni.

«La mia storia politica all’interno del Partito Democratico è stata costellata di grandi soddisfazioni ma anche di grandi delusioni – ha dichiarato il diretto interessato -. Noi abbiamo avuto la fortuna di vivere un periodo storico incredibile con Matteo Renzi al governo che ha portato il partito al 40% dando il via a un nuovo modo di fare politica. A quell’epoca il Pd era la mia casa, poi sono venuti a galla tutti i limiti e non l’ho più sentito come luogo dove poter fare politica. Questa è stata una scelta faticosa ma ragionata che ho fatto dopo aver dismesso i panni di consigliere comunale e dopo le elezioni politiche perché non mi sembrava giusto compiere un passo di questo genere in campagna elettorale. Questo tempo trascorso nell’ombra è servito per rafforzare le mie scelte. Inoltre la nascita del Terzo Polo e l’idea che Azione e Italia Viva debbano diventare un solo partito ha consolidato ancora di più questo passaggio».

E poi i temi locali: «Negli ultimi anni non ho visto un passo avanti né per Novara né per il territorio; stiamo patendo le accelerazioni che avvengono oltre il Ticino con le quali non riusciamo a competere. È venuto il momento di dire le cose come stanno: è necessario ragionare sulla città che vogliamo in questi tempi dove ci sono grandi temi come l’energia, l’ambiente e lo sviluppo sostenibile. Penso che Azione sia il posto adatto per scambiare idee moderne e realistiche per questa città».

«Musa è stata l’ultima grande azione fatta sulla città degli ultimi 15 anni – ha poi aggiunto -. Il centro destra ha impostato una campagna elettorale contro questo provvedimento e poi l’ha rafforzato, non sono se i cittadini questo aspetto l’hanno mai capito. Un’iniziativa che rifarei perché bisogna avere coraggio di prendere decisioni guardando avanti e non solo fare cose per non disturbare troppo: in una città conservatrice è ancora più difficile. Così come il tema della logistica: la nostra proposta di realizzare un grande polo ad Agognate è stato scalzato per poi circondare Novara di grandi capannoni. Non c’è visione e solo gli interessi economici stanno mandando avanti la città».

Un annuncio, quello di Ballarè, che è arrivato a poche ore di distanza dalla notizia che ha coinvolto un altro ex sindaco: l’assoluzione in appello per Massimo Giordano. Ora è facile pensare che l’esponente della Lega stia meditando a un ritorno in politica in prima persona: perché, allora, non ipotizzare una discesa in campo dei due ex primi cittadini in ruoli da protagonisti?

«Per quanto mi riguarda a oggi è escluso, la mia è una scelta di partecipazione – ha affermato Ballarè -. Sono felice, però, se Giordano tornerà a fare politica, credo sia stato un bravo sindaco che ha avuto il coraggio di osare: ha impostato la ristrutturazione del castello guardando al futuro. A differenza dell’attuale primo cittadino che, invece, per paura di non riuscire a trovare 20 milioni di euro di finanziamento ha restituito le caserme allo Stato».

Nessuna particolare ambizione, quindi. Subito dopo, però, quasi smentita: «Un passo alla volta, ma sarebbe interessante ricominciare a dialogare ripartendo dall’Europa.

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore