Andretta: «Non mi ricandido, ma sosterrò le forze di “Io, Novara” che si presenteranno con Fratelli d’Italia»

Cinque anni fa la sua candidatura a sindaco alla guida della lista civica “Io, Novara” era stata una – se non “la” – causa della frattura all’interno della locale Forza Italia fra chi non appoggiò la scelta del centro-destra di puntare le sue carte su Alessandro Canelli e quella parte del partito invece che, dando origine alla lista civica “Forza Novara” (Valter Mattiuz e il futuro presidente del Consiglio comunale Gerardo Murante in primis), intuì che quella del futuro primo cittadino leghista sarebbe stata la mossa vincente.

Daniele Andretta, già assessore con Massimo Giordano, nel 2016 raccolse 6.542 voti (14%), rientrando a Palazzo Cabrino fra i candidati sindaci non eletti (gli altri furono il “dem” Andrea Ballaré, sconfitto al ballottaggio, e la “pentastellata” Cristina Macarro) e portandosi dentro Pietro Gagliardi (Io, Novara) e Michele Contartese (Forza Italia). Non rievocando tutti i passaggi avvenuti in questi cinque anni, ricordiamo solo che tanto Gagliardi quanto Contartese sono poi poi entrati a far parte della maggioranza, il primo nelle vesti di capogruppo del partito di Berlusconi, il secondo passato poi in Fratelli d’Italia. E Andretta? Pur rimanendo capogruppo di se stesso ha finito poi per appoggiare quasi sempre (al momento del voto) la linea della maggioranza, senza mai tuttavia rinnegare una certa sua “autonomia”, anche se in occasione del passaggio di Contartese nel partito di Nastri è intervenuto annunciando il suo “appoggio” a quella formazione politica.

Una posizione confermata ancora oggi, a pochi mesi dal nuovo appuntamento con le urne: «Da parte mia – spiega infatti Andretta – mi metterò a disposizione per contribuire a individuare e appoggiare quegli elementi di “Io, Novara” che entreranno a far parte della lista di Fratelli d’Italia. Se mi ricandiderò? No. Dopo quindici anni, dove ho avuto modo di ricoprire tutti gli incarichi possibili, da assessore a capogruppo di maggioranza e di minoranza, ritengo esaurita la mia esperienza amministrativa. E’ giunto il momento di passare la mano e assicurare un certo ricambio».

 

Al di là di questa sua scelta personale, Andretta pensa inoltre che in questo momento «ci troviamo davanti a una fase particolarmente aggregativa, dove il centro-destra deve fare leva sulle sue forze tradizionali e Fratelli d’Italia assumere le connotazioni di vero un partito radical-conservatore».

Insomma, i novaresi non troveranno più sulla scheda il simbolo di “Io, Novara”, che continuerà a vivere come movimento civico esterno, mentre paradossalmente (perché, come detto, nato cinque anni in seguito a scelte divergenti ora non più esistenti), ci sarà ancora quello di “Forza Novara”, divenuto nel frattempo più che una “quarta gamba” del centro-destra, quasi un vero e proprio “partito di Canelli”, destinato a intercettare cioè quell’elettorato disposto a votare il sindaco in carica senza riconoscersi nelle forze politiche che lo sostengono. Qui Andretta, senza entrare nel merito, si sente però di “bocciare” nel loro insieme le liste civiche: «Non è più il loro momento, hanno forse esaurito la loro forza propulsiva».

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Andretta: «Non mi ricandido, ma sosterrò le forze di “Io, Novara” che si presenteranno con Fratelli d’Italia»

Cinque anni fa la sua candidatura a sindaco alla guida della lista civica “Io, Novara” era stata una – se non “la” – causa della frattura all’interno della locale Forza Italia fra chi non appoggiò la scelta del centro-destra di puntare le sue carte su Alessandro Canelli e quella parte del partito invece che, dando origine alla lista civica “Forza Novara” (Valter Mattiuz e il futuro presidente del Consiglio comunale Gerardo Murante in primis), intuì che quella del futuro primo cittadino leghista sarebbe stata la mossa vincente.

Daniele Andretta, già assessore con Massimo Giordano, nel 2016 raccolse 6.542 voti (14%), rientrando a Palazzo Cabrino fra i candidati sindaci non eletti (gli altri furono il “dem” Andrea Ballaré, sconfitto al ballottaggio, e la “pentastellata” Cristina Macarro) e portandosi dentro Pietro Gagliardi (Io, Novara) e Michele Contartese (Forza Italia). Non rievocando tutti i passaggi avvenuti in questi cinque anni, ricordiamo solo che tanto Gagliardi quanto Contartese sono poi poi entrati a far parte della maggioranza, il primo nelle vesti di capogruppo del partito di Berlusconi, il secondo passato poi in Fratelli d’Italia. E Andretta? Pur rimanendo capogruppo di se stesso ha finito poi per appoggiare quasi sempre (al momento del voto) la linea della maggioranza, senza mai tuttavia rinnegare una certa sua “autonomia”, anche se in occasione del passaggio di Contartese nel partito di Nastri è intervenuto annunciando il suo “appoggio” a quella formazione politica.

Una posizione confermata ancora oggi, a pochi mesi dal nuovo appuntamento con le urne: «Da parte mia – spiega infatti Andretta – mi metterò a disposizione per contribuire a individuare e appoggiare quegli elementi di “Io, Novara” che entreranno a far parte della lista di Fratelli d’Italia. Se mi ricandiderò? No. Dopo quindici anni, dove ho avuto modo di ricoprire tutti gli incarichi possibili, da assessore a capogruppo di maggioranza e di minoranza, ritengo esaurita la mia esperienza amministrativa. E’ giunto il momento di passare la mano e assicurare un certo ricambio».

 

Al di là di questa sua scelta personale, Andretta pensa inoltre che in questo momento «ci troviamo davanti a una fase particolarmente aggregativa, dove il centro-destra deve fare leva sulle sue forze tradizionali e Fratelli d’Italia assumere le connotazioni di vero un partito radical-conservatore».

Insomma, i novaresi non troveranno più sulla scheda il simbolo di “Io, Novara”, che continuerà a vivere come movimento civico esterno, mentre paradossalmente (perché, come detto, nato cinque anni in seguito a scelte divergenti ora non più esistenti), ci sarà ancora quello di “Forza Novara”, divenuto nel frattempo più che una “quarta gamba” del centro-destra, quasi un vero e proprio “partito di Canelli”, destinato a intercettare cioè quell’elettorato disposto a votare il sindaco in carica senza riconoscersi nelle forze politiche che lo sostengono. Qui Andretta, senza entrare nel merito, si sente però di “bocciare” nel loro insieme le liste civiche: «Non è più il loro momento, hanno forse esaurito la loro forza propulsiva».

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