A poco meno di due mesi dal voto amministrativo aronese Massimo Tosi ha gettato la spugna. Nel corso del consiglio comunale di lunedì 9 novembre le dimissioni del capogruppo della lista “Arona Domani” sono state ufficializzate e al suo posto, come prima esclusa, gli è subentrata l’esponente di “Demos” di origine marocchina Nezha Ed Doumi.
I perché di questa decisione hanno tenuto banco negli ambienti politici aronesi. Di certo non si può dire che la motivazione debba in qualche modo ricondursi all’esito delle urne. Anzi, dando per scontata l’affermazione di Federico Monti, il candidato Tosi è riuscito in poco tempo a raccogliere un importante consenso attorno alla sua persona tanto da guidare la sua lista a un importante secondo posto (staccatissimo, è vero, dal vincitore, ma pur sempre secondo…) che ha garantito ad “Arona Domani” quattro seggi in Consiglio Comunale. All’indomani del responso delle urne Tosi si era detto soddisfatto e pronto a offrire il suo contributo nella sede opportuna come leader della minoranza.
Invece nulla di tutto ciò. Come un vero fulmine a ciel sereno sono arrivate le sue dimissioni da consigliere, motivate, secondo le prime indiscrezioni circolate, «da qualche problema di salute». Il diretto interessato ha preferito per qualche giorno trincerarsi ed evitare ogni tipo di commento, per poi confidare di aver riscontrato «poca coesione e appoggio da parte di alcune forze, che pure mi avevano sostenuto durane la campagna elettorale, nel portare avanti alcune mie iniziative». Quella politica del sorriso e della “gentilezza” con il quale Tosi si era presentato agli elettori aronesi si è consumata nel breve volgere di poche settimane; e a nulla sono serviti i tentativi da parte di Virginia D’Angelo, segretaria del locale circolo del Pd, per farlo tornare sui suoi passi.
Tosi ha preferito farsi da parte, manifestando non poca amarezza e, di fatto, dando vita a qualche regolamento di conti all’interno del centro-sinistra aronese fra chi lo ha sostenuto e altri che, pur riconoscendogli qualità e competenze, non lo avesse ritenuto il “cavallo giusto” per correre contro una Lega, che nella città del “Sancarlone” si sta dimostrando una vera propria “corazzata” inaffondabile. A Virginia D’Angelo il non facile compito, seppur al di fuori da un alveo istituzionale (la segretaria del perno della coalizione aveva scelto di non candidarsi), di rimettere insieme i “cocci” di un centro-sinistra poco omogeneo e quasi rassegnato.
E gli avversari? Non si sono fatte attendere le reazioni anche nel resto del mondo politico aronese. Se il sindaco Federico Monti si è detto «dispiaciuto per la decisione di Tosi, persona seria e corretta», qualche critica è arrivata da Luca Brianti, unico eletto nella lista Fratelli d’Italia – Forza Italia («Il Pd ha utilizzato Tosi unicamente per ottenere consensi, a questo punto l’unica opposizione la farò io»), ma soprattutto da Carlo Intelisano, il candidato alla carica di primo cittadino per la lista “Lago della Bilancia”, che ha mancato l’elezione solo per una cinquantina di voti. Per lui Tosi è stato unicamente «un candidato fantoccio». E su tutti viene agitato lo “spettro” di Giovanni La Croce, il primo candidato “civico” di centro-sinistra, prima lanciato come sfidante e poi da qualcuno… scaricato.