Come un’automobile da corsa reduce da troppi incidenti il Pd novarese prova a rimettere il mezzo in pista per affrontare il prossimo gran premio. Una corsa che, però, giunge in anticipo di qualche mese sulle previsioni iniziali. Non c’é tempo da perdere e i “dem”, con un’assemblea provinciale “aperta a iscritti e simpatizzanti” tenutasi questa mattina, sabato 30 luglio, al Circolo della Bicocca (alla quale ha fatto seguito la più riservata riunione della Direzione), a livello locale hanno di fatto aperto la campagna elettorale in vista delle politiche di fine settembre.
Con il compito anche di caricare le truppe è sceso dall’Ossola (o salito da Roma a seconda dei punti di vista) uno degli attuali “big” del partito a livello nazionale come Enrico Borghi. Il parlamentare ossolano, componente della segreteria nazionale e membro del Copasir (il Comitato parlamentare che esercita il controllo sui servizi segreti), unico praticamente quasi certo di essere rieletto in un prossimo Parlamento dimezzato dalla riforma costituzionale (dovrebbe correre tanto per la Camera quanto per il Senato in una posizione “blindatissima”) ha centrato inizialmente il suo intervento su uno degli argomenti all’ordine del giorno come quelli riguardanti i rapporti di alcune forze politiche con Stati esteri. Da qui un appello «per tutelare la nostra democrazia e il nostro dibattito interno rispetto rispetto al rischio di ingerenze straniere sotto diversi punti di vista. Il primo riguarda il tema dell’inquinamento dell’informazione come denunciato dalla risoluzione del Parlamento europeo dello scorso 9 marzo, che mette al centro il rischio di disinformazione e di manipolazione e della creazione di fake news, con anche attacchi ciberneci i e informatici da parte di Russia e di Cina».
«Occorre – ha insistito – mantenere molto alta l’attenzione e che tutti i soggetti istituzionali preposti svolgano un’attività di vigilanza a tutela della corretta informazione alla quale hanno diritto di tutti i cittadini. Per questo tutte le forze politiche si devono impegnare a rinunciare a quella che noi definiamo l’acqua avvelenata dei pozzi della disinformazione straniera, in particolare quelli che si dichiarano sedicenti sovranisti piuttosto che patrioti».
Un’altra questione per Borghi riguarda il finanziamento della campagna elettorale: «Anche in questo caso tutti dovranno astenersi da ricevere risorse che provengano dall’esterno del nostro Paese. E’ un tema molto delicato, anche qui legato alla qualità della nostra democrazia e alla libertà interna. La prossima sarà la prima campagna elettorale “digitale”. Purtroppo oggi non esiste una regolamentazione sul tema dell’acquisto della pubblicità sui social ed esiste quindi un potenziale rischio di cortocircuito che deve essere evitato attraverso l’impegno di tutti».
Quella di settembre sarà inoltre una sfida «tra chi ha lavorato e chi è fuggito. Non sarà una campagna contro Giorgia Meloni per il passato suo e del suo partito, ma piuttosto per il pericolo che la destra può rappresentare dal punto di vista culturale». Infine una chiosa sportiva: «Il centrodestra non deve già cantare vittoria. Quarant’anni fa la Nazionale azzurra, criticata alla vigilia, contro ogni pronostico vinse i mondiali in Spagna. Il Pd deve essere come l’Italia di Bearzot».
Una risposta