Un vero e proprio terremoto politico si è abbattuto sulla testa del Partito Democratico: nella mattinata di ieri il senatore ossolano Enrico Borghi – in parlamento da tre mandati – ha abbandonato il partito di Schlein per approdare in quello di Renzi. Un fulmine a ciel sereno, soprattutto per i territori che hanno fortemente sostenuto la sua candidatura.
Meno di un mese fa Borghi si era schierato con i suoi ormai ex compagni di partito nella battaglia contro il nuovo insediamento logistico di Pernate annunciando un’interrogazione parlamentare sull’argomento, depositata nei giorni successivi.
«Ieri non è stata una bella giornata, in particolare per chi come me è legato a Enrico da sempre – dichiara il segretario provinciale del Pd e capogruppo in consiglio comunale, Rossano Pirovano -. Ma la battaglia che stiamo portando avanti insieme a lui contro il polo di Pernate non si ferma. Su questo tema avevo anche ricevuto la disponibilità di Federico Fornaro (deputato dem eletto nel Piemonte 2, ndr), ma non credo sarà necessaria. Non vedo perchè Borghi dovrebbe tirarsi indietro, ne andrebbe della sua immagine di uomo politico».
«Non nascondo l’amarezza e lo sconcerto di una scelta politica e partitica di questo genere, soprattutto per i modi utilizzati – prosegue Pirovano -. Borghi è comunque una persona preparata, anche considerato il suo curriculum politico. Credo, però, che il Partito Democratico sia attualmente l’unica alternativa valida per garantire libertà ed equità a un Paese che sta prendendo una deriva pericolosa. Noi continuiamo a lavorare per il territorio e non escludo eventuali future alleanze».
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