Prima o poi doveva succedere. E, infatti, è successo. Che il sindaco di Novara Alessandro Canelli (Lega) e la sua ex vice Marina Chiarelli (FdI) – eletta in Regione e poi nominata assessore – fossero separati in casa ormai da tempo era noto nell’ambiente politico. Ma ora il divorzio è ufficiale e sono volati i coltelli, metaforicamente parlando s’intende. E lui ha portato anche i testimoni. A far uscire i due allo scoperto è stata un’intervista del 7 luglio che Chiarelli ha rilasciato al Corriere della Sera dopo che lo stesso giornalista, qualche giorno prima, aveva pubblicato su di lei un articolo non del tutto lusinghiero in cui ripercorreva alcuni scivoloni presi durante l’incarico di vice sindaco tra cui il rimborso di una trasferta a Novarello, un altro per un incarico professionale in un presidio sanitario che fa capo alla Regione e l’affidamento diretto dello Sporting a Sport Management beccandosi dal Pd un esposto in Procura.
Nell’intervista “riparatoria” Chiarelli racconta di sé, delle sue esperienze personali e professionali, e fin lì tutto bene. Ma più o meno a metà afferma di essersi arrabbiata ai tempi in cui sedeva nella giunta novarese, quando le delibere arrivavano all’ultimo momento e se cinque associazioni chiedevano un contributo ma una veniva delusa, allora la scelta doveva essere motivata, altrimenti lei non la votava.
Apriti cielo. Il dato di fatto è che Canelli ha impiegato tre giorni per riprendersi dallo choc e rispondere a tono; quello politico è che la replica è firmata non solo da lui, ma anche dalla maggioranza della sua giunta, Fratelli esclusi. E non è finita. Il primo cittadino, non solo ribatte alle affermazioni della sua ex vice, dichiarando che Chiarelli «afferma di non aver votato delibere che, a suo dire, peccavano di favoritismo erigendosi così a paladina dell’imparzialità. Di tali fatti non abbiamo memoria alcuna», ma dà ragione alla minoranza in consiglio comunale che a suo tempo lo aveva attaccato: «L’abile giornalista, con verve, mette in luce alcuni episodi che avevano contraddistinto il mandato della neo assessora regionale: rimborsi chilometrici bizzarri, incarichi legali inopportuni, affidamento diretto che portò ad un esposto in Procura firmato dall’opposizione». E aggiunge insieme agli assessori di Lega, Forza Novara e Forza Italia: «Auguriamo all’ex collega buon lavoro nella nuova esperienza, augurandoci davvero che la sua sia stata solamente un’uscita infelice. Intanto attendiamo (ancora) una telefonata o un messaggio di chiarimento».
Panna montata sul gelato per i consiglieri del Partito Democratico novarese che commentano: «Quando un assessore non vota le delibere di giunta, o si dimette o il sindaco revoca le deleghe e lo manda a casa: non è mai accaduto in questi due anni e mezzo. I “dissidenti” si assentano dalle sedute di giunta per evitare di votare contro. Come è accaduto a De Grandis e a Chiarelli quando si è trattato di approvare l’ultima delibera sullo scempio di Pernate. La replica del primo cittadino e degli assessori alle dichiarazioni della loro ex collega è un copia-incolla delle critiche che il centro sinistra ha rivolto a Chiarelli durante i suoi due mandati di assessore al Comune di Novara. Li ringraziamo per il riconoscimento (anche se tardivo), ma si facciano lo stesso esame di coscienza».
Un bel pasticciaccio politico, insomma, che non fa altro che inquinare ancora di più le delicate scelte che il sindaco è chiamato a fare sull’imminente e sofferto rimpasto di giunta e sui precari equilibri tra le forze di maggioranza.