Canelli: «Io commissario regionale della Lega? Devo pensare a fare il sindaco»

«Io commissario regionale della Lega? Devo prima di tutto pensare a fare il sindaco di Novara». Liquida inizialmente con queste parole Alessandro Canelli la notizia, rimbalzata attraverso un “triangolo” Roma, Torino e, appunto, la nostra città, che lo vedrebbe papabile nell’assumere la reggenza del partito a livello piemontese. Passaggio intermedio per arrivare a un futuro congresso del Carroccio.

L’operazione, secondo i bene informati, sarebbe condotta in primissima persona dallo stesso Matteo Salvini, impegnato a “rifondare” il partito attraverso in prima battuta un azzeramento dei vertici regionali; quelli che, tanto per intenderci, ai tempi di Umberto Bossi erano chiamati “segretari nazionali” (definendo il tal modo ogni regione una “nazione”, visto che il “senatur” era invece “segretario federale”). I nomi sull’agenda dell’ex ministro dell’Interno sarebbero diversi e fra questi rientrerebbe anche il leader piemontese Riccardo Molinari.

 

 

Ma per il capogruppo alla CAmera la cosa non suonerebbe affatto come una bocciatura, anzi. Proprio perché da tempo impegnato come capogruppo a Montecitorio, un suo eventuale passo indietro lo libererebbe da ulteriori impegni per consentirgli di dedicarsi esclusivamente alle sue funzioni alla Camera. Cosa in ogni caso smentita ancora da Canelli: «Molinari sta lavorando molto bene e non credo proprio ci siamo problemi da parte sua nel mantenere entrambi gli incarichi. In ogni caso, se proprio si dovesse arrivare a una sua sostituzione, ci sono donne e uomini all’interno del nostro partito in grado di ricoprire questo ruolo. Da parte mia ho un mandato come sindaco di una città importante come Novara da portare a termine e sto lavorando in vista di una campagna elettorale che già si annuncia particolarmente impegnativa».

E cosa dice a chi pensa che un commissario (e magari un futuro segretario) regionale possa essere un novarese? Magari come “premio” per quanto fatto e per i risultati ottenuti dalla Lega a Novara e dal suo “peso” in ambito piemontese? «Premio? Parliamone dopo le elezioni».

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«Io commissario regionale della Lega? Devo prima di tutto pensare a fare il sindaco di Novara». Liquida inizialmente con queste parole Alessandro Canelli la notizia, rimbalzata attraverso un “triangolo” Roma, Torino e, appunto, la nostra città, che lo vedrebbe papabile nell'assumere la reggenza del partito a livello piemontese. Passaggio intermedio per arrivare a un futuro congresso del Carroccio. L'operazione, secondo i bene informati, sarebbe condotta in primissima persona dallo stesso Matteo Salvini, impegnato a “rifondare” il partito attraverso in prima battuta un azzeramento dei vertici regionali; quelli che, tanto per intenderci, ai tempi di Umberto Bossi erano chiamati “segretari nazionali” (definendo il tal modo ogni regione una “nazione”, visto che il “senatur” era invece “segretario federale”). I nomi sull'agenda dell'ex ministro dell'Interno sarebbero diversi e fra questi rientrerebbe anche il leader piemontese Riccardo Molinari.     Ma per il capogruppo alla CAmera la cosa non suonerebbe affatto come una bocciatura, anzi. Proprio perché da tempo impegnato come capogruppo a Montecitorio, un suo eventuale passo indietro lo libererebbe da ulteriori impegni per consentirgli di dedicarsi esclusivamente alle sue funzioni alla Camera. Cosa in ogni caso smentita ancora da Canelli: «Molinari sta lavorando molto bene e non credo proprio ci siamo problemi da parte sua nel mantenere entrambi gli incarichi. In ogni caso, se proprio si dovesse arrivare a una sua sostituzione, ci sono donne e uomini all'interno del nostro partito in grado di ricoprire questo ruolo. Da parte mia ho un mandato come sindaco di una città importante come Novara da portare a termine e sto lavorando in vista di una campagna elettorale che già si annuncia particolarmente impegnativa». E cosa dice a chi pensa che un commissario (e magari un futuro segretario) regionale possa essere un novarese? Magari come “premio” per quanto fatto e per i risultati ottenuti dalla Lega a Novara e dal suo “peso” in ambito piemontese? «Premio? Parliamone dopo le elezioni».

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