Coronavirus, slitta il referendum del 29 marzo sul taglio dei parlamentari

Il referendum confermativo riguardante il taglio dei parlamentari non si svolgerà, almeno il prossimo 29 marzo. Lo ha deciso ieri pomeriggio il Consiglio dei Ministri motivando questa scelta nell’impossibilità, in conseguenza dell’attuale situazione sanitaria del Paese, di poter garantire un corretto svolgimento della campagna elettorale.

Un rinvio “senza data”, nei termini con i quali si è espresso lo stesso premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa tenutasi a Palazzo Chigi, anche se sul tavolo una proposta è già giunta. Il Movimento 5 Stelle, che di questa riforma costituzionale (se approvata, lo ricordiamo, porterà a una diminuzione dei deputati da 630 a 400 e dei senatori da 315 a 200) aveva fatto uno dei cavalli di battaglia in occasione delle elezioni politiche di due anni fa, ha avanzato la proposta di accorparlo in occasione della tornata amministrativa in programma nel prossimo maggio, segnale importante sul fronte del risparmio di risorse. Decisamente contrari, invece, i “Comitati per il No”, che non vorrebbero confondere l’elettorato, già impegnato in un appuntamento dedicato al rinnovo delle amministrazioni locali, con un altro con il quale si dovrebbe “ritoccare” la Carta costituzionale.

Per quanto riguarda gli schieramenti, la situazione sembra essere ancora decisamente fluida. Al di là del rischio del venire meno di una adeguata rappresentanza dei territori (una delle motivazioni sostenute da chi si sta impegnando sul fronte della bocciatura di questa riforma), l’interesse maggiore è catalizzato sulla nuova legge elettorale, che dovrebbe interessare il dibattito politico nelle prossime settimane. Coronavirus permettendo.

 

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Coronavirus, slitta il referendum del 29 marzo sul taglio dei parlamentari

Il referendum confermativo riguardante il taglio dei parlamentari non si svolgerà, almeno il prossimo 29 marzo. Lo ha deciso ieri pomeriggio il Consiglio dei Ministri motivando questa scelta nell’impossibilità, in conseguenza dell’attuale situazione sanitaria del Paese, di poter garantire un corretto svolgimento della campagna elettorale.

Un rinvio “senza data”, nei termini con i quali si è espresso lo stesso premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa tenutasi a Palazzo Chigi, anche se sul tavolo una proposta è già giunta. Il Movimento 5 Stelle, che di questa riforma costituzionale (se approvata, lo ricordiamo, porterà a una diminuzione dei deputati da 630 a 400 e dei senatori da 315 a 200) aveva fatto uno dei cavalli di battaglia in occasione delle elezioni politiche di due anni fa, ha avanzato la proposta di accorparlo in occasione della tornata amministrativa in programma nel prossimo maggio, segnale importante sul fronte del risparmio di risorse. Decisamente contrari, invece, i “Comitati per il No”, che non vorrebbero confondere l’elettorato, già impegnato in un appuntamento dedicato al rinnovo delle amministrazioni locali, con un altro con il quale si dovrebbe “ritoccare” la Carta costituzionale.

Per quanto riguarda gli schieramenti, la situazione sembra essere ancora decisamente fluida. Al di là del rischio del venire meno di una adeguata rappresentanza dei territori (una delle motivazioni sostenute da chi si sta impegnando sul fronte della bocciatura di questa riforma), l’interesse maggiore è catalizzato sulla nuova legge elettorale, che dovrebbe interessare il dibattito politico nelle prossime settimane. Coronavirus permettendo.

 

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