Crippa: «Non ho più condiviso la linea politica impressa da Conte»

Torna a parlare il parlamentare uscente oleggese, che ha lasciato il Movimento 5 Stelle e si è candidato in Campania come indipendente nella lista di centrosinistra: «Porterò avanti con determinazione i temi della transizione energetica e della tutela ambientale»

Un novarese, anzi, per la precisione oleggese, “esule” nel Napoletano. Almeno per prossima competizione elettorale, Si tratta di Davide Crippa, ex capogruppo del Movimento 5 Stelle, che nei giorni successivi lo scoppio della crisi del Governo Draghi e la fine anticipata della legislatura – dopo aver a lungo rappresentato l’ala propensa al “dialogo” all’interno dei “pentastellati” – ha lasciato i “grillini” per fondare, insieme al ministro Federico D’Incà e alla parlamentare reggina Alessandra Carbonaro, l’associazione Ambiente 2050, ha dunque accettato di correre per un seggio di Palazzo Madama nell’uninominale Campania 05, collegio nell’entroterra partenopeo, che comprende ventotto comuni della Città metropolitana di Napoli, come indipendente nella lista “Italia democratica e progressista” capitanata dal Pd.


«Come è noto – ha ricordato ancora Crippa – non ho condiviso la linea politica che Giuseppe Conte ha impresso al Movimento 5 Stelle dopo che per mesi aveva lavorato a un “campo progressista” con i “dem”. In questi dieci anni in Parlamento ho imparato come la mediazione possa portare al raggiungimento di obiettivi importanti. Chi mo conosce sa bene quanta fatica mi sia costata piegare il mio carattere “rigido”, specie per quanto riguarda i temi energetici e, in particolare, se si considera la la convinzione con cui ho combattuto a Montecitorio per cinque anni dalle file dell’opposizione».


Proprio nell’ottica della mediazione, ha aggiunto, «deve essere vista la genesi del Governo Draghi, necessario a dare stabilità al Paese in piena pandemia e che ha consentito l’attuazione del Pnrr che ci aveva visti protagonisti in Europa. Viste yali premesse, non ho potuto che lavorare alla permanenza nel Governo Draghi: per non lasciare ancora una volta il Paese in mano a una comunicazione mediatica prima ancora che politica, prospettiva poi avveratasi con le azioni di Conte e del Movimento».


Da qui la sofferta decisione di lasciare con altri esponenti i “pentastellati”, lanciando in prima battuta l’associazione Ambiente 2050, quella che lui ha voluto definire «un contenitore politico dove alcuni temi come quello della transizione energetica e della tutela ambientale potranno essere discussi per trovare le migliori soluzioni da portare in Parlamento. Per influenzare le scelte politiche di questo Paese e contribuire un vero e duraturo rilancio economico».

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Crippa: «Non ho più condiviso la linea politica impressa da Conte»

Torna a parlare il parlamentare uscente oleggese, che ha lasciato il Movimento 5 Stelle e si è candidato in Campania come indipendente nella lista di centrosinistra: «Porterò avanti con determinazione i temi della transizione energetica e della tutela ambientale»

Un novarese, anzi, per la precisione oleggese, “esule” nel Napoletano. Almeno per prossima competizione elettorale, Si tratta di Davide Crippa, ex capogruppo del Movimento 5 Stelle, che nei giorni successivi lo scoppio della crisi del Governo Draghi e la fine anticipata della legislatura – dopo aver a lungo rappresentato l’ala propensa al “dialogo” all’interno dei “pentastellati” – ha lasciato i “grillini” per fondare, insieme al ministro Federico D’Incà e alla parlamentare reggina Alessandra Carbonaro, l’associazione Ambiente 2050, ha dunque accettato di correre per un seggio di Palazzo Madama nell’uninominale Campania 05, collegio nell’entroterra partenopeo, che comprende ventotto comuni della Città metropolitana di Napoli, come indipendente nella lista “Italia democratica e progressista” capitanata dal Pd.


«Come è noto – ha ricordato ancora Crippa – non ho condiviso la linea politica che Giuseppe Conte ha impresso al Movimento 5 Stelle dopo che per mesi aveva lavorato a un “campo progressista” con i “dem”. In questi dieci anni in Parlamento ho imparato come la mediazione possa portare al raggiungimento di obiettivi importanti. Chi mo conosce sa bene quanta fatica mi sia costata piegare il mio carattere “rigido”, specie per quanto riguarda i temi energetici e, in particolare, se si considera la la convinzione con cui ho combattuto a Montecitorio per cinque anni dalle file dell’opposizione».


Proprio nell’ottica della mediazione, ha aggiunto, «deve essere vista la genesi del Governo Draghi, necessario a dare stabilità al Paese in piena pandemia e che ha consentito l’attuazione del Pnrr che ci aveva visti protagonisti in Europa. Viste yali premesse, non ho potuto che lavorare alla permanenza nel Governo Draghi: per non lasciare ancora una volta il Paese in mano a una comunicazione mediatica prima ancora che politica, prospettiva poi avveratasi con le azioni di Conte e del Movimento».


Da qui la sofferta decisione di lasciare con altri esponenti i “pentastellati”, lanciando in prima battuta l’associazione Ambiente 2050, quella che lui ha voluto definire «un contenitore politico dove alcuni temi come quello della transizione energetica e della tutela ambientale potranno essere discussi per trovare le migliori soluzioni da portare in Parlamento. Per influenzare le scelte politiche di questo Paese e contribuire un vero e duraturo rilancio economico».

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