Carlo Calenda, leader nazionale di Azione, “rompe” con il Pd e sostanzialmente accoglie il consenso dai dirigenti locali e dalla “base” del partito. E’ quello che ci ha confermato ieri sera, domenica 7 agosto, Sergio De Stasio, coordinatore provinciale (e vice regionale) del partito al termine di una “call” nel corso della quale il leader nazionale ha voluto tastare il polso dei dirigenti locali di fronte a una decisione giunta come un fulmine a ciel sereno nel fine settimana.
«Se inizialmente l’accordo con i “dem” – ha aggiunto De Stasio – era stato accolto con qualche, neanche troppo celato, malumore da parte dei nostri militanti e non solo, la scelta di oggi (domenica, ndr) ha invece ottenuto un’ampia soddisfazione, come ho avuto modo di riscontrare dai numerosi messaggi ricevuti».
Il massimo esponente locale di Azione ha condiviso in pieno le motivazioni politiche di Calenda: «Non possiamo fare più parte di una coalizione che comprende soggetti che non condividono alcune nostre proposte, che sono stati determinanti nella caduta del Governo Draghi. Chi di dovere avrebbe dovuto immaginarlo, sottoscrivendo un patto tre giorni dopo quello con noi». Una decisione che farà saltare anche il patto “federativo” con +Europa, visto che la piccola formazione di Emma Bonino non seguirà i passi di Azione. Ma dal punto di vista operativo, a una decina di giorni dalla presentazione delle liste, cosa cambia per voi? «Correremo da soli. Da questo punto di vista posso dire che siamo carichi. Certo, davanti a noi abbiamo la grande incognita della raccolta delle firme, ma faremo l’impossibile per riuscirci».
Fra gli scenari ipotizzati ci potrebbe essere anche quel “terzo polo” teorizzato dal leader di Italia Viva Matteo Renzi. Su questo argomento, però, De Stasio non si è voluto assolutamente sbilanciare: «Ogni giorno può accadere di tutto e il rischio è quello di essere smentiti. Vedremo».